12/06/2014 - Fundamentals, ovvero i fondamenti dell’architettura moderna, così come si sono dipanati negli ultimi 100 anni e come hanno ridefinito i rapporti tra l’uomo e l’ambiente urbano e sociale. Questo il tema della Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno, il 2014. Per Oikos l’anno in cui festeggia i 30 anni di attività svolti nella ricerca di una materia per l’architettura sostenibile e di un nuovo modo di fare impresa: vicina all’uomo e alla natura, sempre impegnata in attività culturali e sociali, aperta alle nuove espressioni artistiche e ai nuovi sviluppi urbani. Ma anche attenta alle nuove frontiere del design e al dialogo con la grande tradizione decorativa italiana. La filosofia di Oikos si muove nel confine tra artigianale e industriale, passato e futuro, etica ed estetica. Da questi presupposti nasce la partecipazione alla Biennale di Architettura di Venezia, un evento di portata internazionale che non è solo un’esposizione, ma anche una riflessione sul significato più profondo del fare architettura.
A Venezia Oikos è presente in tre diversi progetti, dentro e fuori dal circuito ufficiale della mostra.
Il cuore della partecipazione di Oikos è “Sottilissimo Templum” al Giardino Ca’ Balbi Valier. Un’installazione che riflette sulle possibilità di un percorso progettuale basato su princìpi naturali - che significativamente inaugura il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente - in cui la sostenibilità diventa un alleato degli architetti che ne sanno elaborare istanze e potenzialità. Non solo come elementi che determinano scelte tecnologiche e produttive, ma come sostanza stessa del pensiero architettonico, matrice di un nuovo e significativo approccio progettuale. Un obiettivo ambizioso, affidato agli architetti Raffaella Laezza e Tai Sammartini che firmano, secondo le proprie specifiche intuizioni, una riprogrammazione genetica del fare architettura, nella direzione di un nuovo pensiero verde. Al pari di una riprogrammazione del linguaggio architettonico che rinomina gli elementi della composizione e definisce nuove direttrici, quello di Raffaella Laezza assorbe la poesia che scaturisce dal confronto tra geometrie cartesiane e naturali; per Tai Sammartini, invece, è la materia il codice di riferimento, la ricerca di nuove geometrie progettuali che indicano la strada dell’evoluzione compositiva verso la leggerezza della sezione sottile, possibile solo con l’esplorazione di una nuova materia.
Dall’incontro di queste due personalità nasce uno spazio di architettura a cielo aperto, che richiama la vocazione del giardino come luogo di meditazione, e che accoglie la ricerca sul colore, la materia, le textures di Oikos che ha studiato per l’occasione diverse decorazioni materiche per declinare un unico colore-non colore, il bianco, e creare una elaborazione materica che è vibrazione e dialogo con la luce. Una ricerca, quella di Oikos, che fa della sensibilità nei confronti dell’ambiente e della natura il punto di partenza e quello di arrivo. Che guarda alla responsabilità nei confronti di ciò che ci circonda un imperativo foriero di suggestioni.
Al Teatro La Fenice Oikos è partner di un convegno dal titolo “Il progetto come strumento di dialogo”. Un appuntamento che nasce da tre studi di architettura - 5+1AA, Carta associés, Studio Marco Piva - diversi per formazione, percorso e area geografica. Dal loro incontro si è sviluppata l’idea di un viaggio comune per stimolare al confronto produttivo, genesi di collaborazioni e progetti condivisi.
La pluralità di sguardi e di linguaggi è il patrimonio di questo evento - che vede la partecipazione di Philippe Daverio e la collaborazione di PPAN Paola Pierotti, Andrea Nonni e Giorgio Tartaro - che chiama in causa un gruppo di ospiti internazionali, tra architetti, committenti pubblici e privati, giornalisti. A loro è presentato il risultato di questo colloquio tra professionisti, sviluppato intorno all’idea di viaggio che ha come elementi cardine quattro città (Marsiglia, Yuhang, Milano, Genova), una riflessione comune (il tempo dell’azione), cinque atti (Il dialogo con la città, con la storia, con la materia, con la committenza, con la tecnologia). Un evento che sposa l’idea, da sempre uno dei punti chiave del lavoro di Oikos, della necessità della riflessione comune e del confronto tra idee, professioni, esperienze diverse.
Punta ancora al dialogo e allo scambio di idee il terzo appuntamento che nasce con la partneship di Oikos “Architect meet in Fuoribiennale_off” a Palazzo Widmann. Una riflessione sugli sviluppi presenti e futuri dell’architettura. Un invito a elaborare nuovi sistemi di riferimento, con la partecipazione dei 10 finalisti del Concorso Young Italian Architects III edizione 2014 e i 10 finalisti del Concorso Giovani Critici V edizione 2014 (di cui ci sarà la premiazione proprio in questa giornata), di 20 giovani architetti internazionali chiamati a illustrare la propria filosofia in una serie di video-interviste, e di personaggi di caratura internazionale nel mondo dell’architettura e della critica, ognuno dei quali proporrà una parola chiave per riflettere l’architettura e la società del futuro.
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