05/05/2015 - 80!Molteni mette in scena per la prima volta, alla GAM – Galleria di Arte Moderna di Milano, gli 80 anni di storia di Molteni&C, azienda fondata nel cuore della Brianza nel 1934. Da allora, dai primi passi di impresa artigianale fondata da Angelo e Giuseppina Molteni, tante cose sono cambiate. In un allestimento curato da Jasper Morrison, la mostra racconta il passaggio dell'azienda dalla dimensione artigianale alla produzione industriale su scala internazionale.
In esposizione i prototipi e i prodotti-icona delle quattro aziende del Gruppo: Molteni&C (mobili per la casa), Unifor (mobili per l’ufficio), Dada(mobili per la cucina) e Citterio (mobili per l’ufficio e pareti divisorie). Ma la mostra 80!Molteni racconta anche la storia italiana di un’attività che prende avvio negli anni trenta come azienda artigianale, per svilupparsi dagli anni ’50 in una produzione industriale, con la collaborazione di architetti e designer italiani e internazionali come Foster+Partners, Jean Nouvel, Álvaro Siza, Pier Luigi Cerri, Michele De Lucchi, Rodolfo Dordoni, Ferruccio Laviani, Luca Meda, Dante Bonuccelli, Aldo Rossi, Afra e Tobia Scarpa, Hannes Wettstein, Patricia Urquiola, Ron Gilad, Werner Blaser, Richard Sapper. Fino alla riedizione di una collezione di arredi disegnati da Gio Ponti negli anni dal 1935 al 1970.
La mostra 80!Molteni rievoca un’intera epoca anche nell’incontro con un altro illustre protagonista della creatività italiana del secolo scorso, Ignazio Gardella. Il percorso museale progettato dell’architetto milanese negli anni ’50 ospita le Raccolte di Carlo Grassi e Giuseppe Vismara, esempi di quel collezionismo privato che ha visto le vicende imprenditoriali e professionali intrecciarsi con la passione per l’arte.
Passione che si rinnova oggi, come in passato, nelle sale della Collezione Permanente del museo con le opere di Corot, Cezanne, Manet, De Nittis, Balla, Boccioni, Morandi, Picasso, Renoir, Modigliani, tra gli altri, e le icone del design italiano. La mostra 80!Molteni trova, infine, nella Villa Reale, sede della GAM, un capolavoro intatto del neoclassicismo lombardo, esempio e testimonianza di un’innovazione progettuale ingegneristica e decorativa all’avanguardia già nel ‘700.
“La Gam ha inteso aderire per la prima volta alla programmazione del Salone del Mobile condividendo con Molteni un progetto non solo di marchio ma soprattutto di carattere storico e documentario. Sono le sale pensate da Ignazio Gardella e le 290 opere delle collezioni di Carlo Grassi e Giuseppe Vismara a dialogare con l’allestimento temporaneo dei pezzi storici della produzione Molteni, documenti emblematici della storia del design milanese, in un percorso che sarà quindi storia del gusto per l’arte e per l’abitare”. Paola Zatti, Conservatore Responsabile Galleria d’Arte Moderna.
Inaugurata il 14 aprile scorso, la mostra 80!Molteni sarà visitabile fino al 30 giugno 2015.
Anni '30 - '40 - La ditta Arredamenti Angelo Molteni
Due immagini raccontano quando tutto è cominciato. Una bella coppia di giovani sorride felice davanti a un cancello. Angelo e Giuseppina Molteni si sono appena sposati. Lui ha imparato dallo zio l’arte di amare il legno e trasformarlo in oggetti belli e utili, mobili. È un legnamè , un falegname, e ha una piccola bottega artigiana. Lei, scuole professionali, sa tenere le carte e far di conti. È una donna moderna, lavora a Milano.
Sei anni dopo, 1947, foto da squadra da calcio, davanti a un capannone. Belle facce di adulti bambini e di bambini cresciuti in fretta, quasi tutti indossano un grembiule. Sono gli artigiani e i collaboratori della ditta Arredamenti di Angelo Molteni, fondata pochi anni prima, nel 1934.
Anni ‘50 - Il moderno si fa avanti
Arrivano dalla Germania le prime macchine industriali, per produrre di più e meglio. Segherie e reparto tranciatura sono interni dal 1952. Il controllo è totale su tutta la filiera, dal tronco al mobile finito. E un concorso internazionale, la selettiva di Cantù, fa incontrare progettisti e produttori, anticipando il connubio tra designer e artigiani. Nascono così i primi prototipi di mobili moderni. Tecnologia e sperimentazione per guardare al futuro.
Anni ‘60 - La ricerca del nuovo
Dopo la rivoluzione delle macchine, la sfida dello stile. I produttori si associano per portare il mondo a Milano e Angelo Molteni è tra i 14 fondatori del primo Salone del Mobile, 1961. Nasce il mobile "moderno". Si sperimenta con Carlo De Carli, ma la svolta sono i sistemi componibili di Tito Agnoli, Angelo Mangiarotti e Luca Meda. Nel 1968, in sei o sette mesi, si converte la produzione. Addio classico, evviva gli architetti, evviva il design (moderno)!
Anni ‘70 - Macchine, mani e pensiero
Il 1975 è la svolta. L'introduzione delle macchine a controllo numerico per la lavorazione del legno è l'hardware, che si incrocia con il software con nome e cognome, agli uomini, agli architetti. Nascono icone - Modulo 3, Monk, Mop, Mount, 505. Sembra un protocollo criptato e invece è un programma industriale, culturale, progettuale. Fuori il mondo pulsa; nel compound industriale di Giussano si affinano le strategie; il design inaugura il decennio dei componibili - elogio della flessibilità.
Anni ‘80 - Fate posto a tavola
Eh si, non ce li dimenticheremo mai, quegli anni! La famiglia si ingrandisce, fate posto a tavola, arriva Dada. Non può mancare la cucina... È solo l'inizio degli 80s, anni che volano via, leggeri e carichi di promesse. Luca Meda, piglio deciso e spirito creativo, porta in Brianza il suo caro amico Aldo Rossi. Nascono progetti, teatri, famiglie di prodotti che rileggono la storia delle forme. Tradizione e futuro si tengono per mano. E il mondo sta a guardare, con curiosità. Saranno grandi classici?
Anni ‘90 - La nave va, è l'era della globalizzazione
Il piroscafo è una metafora perfetta degli anni '90. La nave solca gli oceani, è l'era della globalizzazione. Nel viaggio a ritroso verso Samarcanda, si incontrano parole antiche: riconoscimento, specializzazione, flessibilità, grandi numeri. E nuovi paradigmi: minimalismo, sostenibilità, materiali alternativi, wireless. Insomma "Less is more" si riempie di significati. Qualità nascoste è la seconda metafora. Tecnologia sì, ma con discrezione. Sssss..... Silenzio! Ascoltiamo i progetti.
Anni 2000 - Il nuovo Millennio
Una lunga corsa, con qualche ostacolo e molte sfide, dal 1934 a oggi. E la sensazione che non sia mai abbastanza... No, non basta più "saper fare". La vera conquista è la comunità, dentro e furi. Il territorio e i nuovi mercati, le parole e le immagini. La comunicazione. Gli sguardi, i gesti, i servizi, la filiera, i processi e le strategie. La reputazione e la responsabilità sociale. In una sola parola, ogni giorno e in ogni dettaglio, una magnifica ossessione, la qualità della rappresentazione.
La collezione Ponti/Molteni&C
L'arte s'è innamorata dell'industria [...] Ora la maggioranza degli oggetti per la nostra vita, sono oggi creati dall’industria, sono da essa caratterizzati: l’industria dunque fa stile […] è la maniera del nostro tempo. Le forze dell’industria consistono nello studio profondo e assiduo del modello e nella potenzialità di condurre questo studio a incessanti, consecutivi perfezionamenti con l’ausilio di tutte le facoltà della scienza, del danaro, della tecnica d’oggi e – finalmente – degli artisti. (Gio Ponti, Domus, 54, giugno 1932)
Fino al 30 giugno 2015
Galleria d’Arte Moderna Milano
via Palestro 16, 20121 Milano
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