15/06/2015 - Throw-Away, il divano “disossato” disegnato da Willie Landels nei primi anni ‘60 e in produzione Zanottadal ‘65, è costituito da quattro blocchi in poliuretano espanso incollati fra loro, che Landels aveva ideato per uso proprio e che Aurelio Zanotta, con il suo fiuto leggendario, aveva subito deciso di produrre con la consapevolezza di anticipare un “vento” di libertà informale che quell’epoca esigeva.
Il fatto di mettere in produzione, per la prima volta nella storia del design, una serie di sedute imbottite per il living dove l’imbottitura costituisce in sé la struttura portante è una svolta radicale: la semplificazione del processo produttivo data dal monomateriale si aggiunge a una grande versatilità dell’uso e a un abbattimento significativo dei costi.
Un esempio ideale di prodotto che incarna alla perfezione innovazione culturale e tecnologie di produzione all’avanguardia.
“Un archetipo di imbottito minimale, composto, equilibrato e puro”, come ben sintetizza Beppe Finessi in “Design: 101 storie Zanotta'. Ebbene, oggi questo elemento d’arredo, compiendo 50anni, si rinnova grazie a un restyling corposo: nuove dimensioni della seduta e un cuscino poggiareni in piuma d’oca ne assicurano una comodità totale. Il nome del divano diventa Throw-Away Led è proposto quest’anno abbinato a nuovi tessuti in velluto, lana e ciniglia dalla mano morbida e materica. Il risultato è di aver messo a punto un prodotto ideale sia per la casa, sia per il contract.
«Mi fa molto piacere vedere il Throw-Away nel suo cinquantesimo compleanno rinato con una maturità che lo rende certamente più comodo senza perdere la sua elegante semplicità», dichiara Willie Landels, il designer italo-scozzese che nella sua lunga vita ha fatto anche lo scenografo alla Scala di Milano, l’art-director e l’artista.
Landels risiede a Londra da molti anni e da lì manda i suoi contributi alla “celebration” dell’amato Throw-Away in casa Zanotta. «L’azienda ha fatto un lavoro eccellente con il divano, la poltrona e il pouf che ho disegnato tanti anni fa per la mia casa londinese, senza snaturarne lo spirito. Negli ultimi 50anni la divisione degli ambienti domestici – soggiorno, cucina e pranzo - è praticamente scomparsa. Lo stile di vita è meno formale, gli spazi sono più aperti e c’è più calore. Si cucina parlando con i famigliari o con gli ospiti seduti al tavolo o in poltrona, in maniera più rilassata» spiega il designer.
«In questo panorama il design può fare molto. Dare personalità e carattere agli oggetti quotidiani, anche i più ordinari. La responsabilità è nelle mani delle imprese più sensibili come Apple, Braun, Zanotta». Ma cosa possono fare i designer? «Oggi i giovani stanno per lo più seduti tutto il giorno davanti a un computer. Strumento senz’altro necessario anche nel nostro mestiere, ma non un “oracolo” e credo vada usato con più cautela, pena l’uniformità dei prodotti. Pensiamo alle auto, che oggi sembrano tutte uguali. Dove, però, interviene la mano del designer, emerge la qualità: le carrozzerie disegnate da Pininfarina esprimono un’energia che nasce dal progetto che la sua mano ha modellato. Realtà come Zanotta dovrebbero spingere perché i giovani creativi aggiungano all’abilità tecnica la conoscenza della cultura umanistica».
Una cultura di cui Landels e il suo semplice, geniale divano destrutturato restano un esempio per gli anni a venire.
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