31/03/2016 - Il mondo dell'architettura perde oggi una vera icona. Si è spenta improvvisamente a Miami, stroncata da un infarto all'età di 65 anni, l'architetto anglo-irachena Zaha Hadid.
Un architetto, donna, che sin dalle sue prime opere, si è sempre distinta per una assoluta rottura degli schemi e per aver parlato un linguaggio non convenzionale, audace e perseverante, capace di imporsi in un mondo quasi del tutto maschile.
Prima donna a vincere il Pritzker Prize nel 2004, ed insignita di numerosi e prestigiosi premi come il RIBA Stirling Prize nel 2010 e la Royal Gold Medal nel 2016, è stata definita il più grande architetto donna del mondo.
“Zaha ha rappresentato le più alte aspirazioni del Pritzker Architecture Prize – ha commentato Tom Pritzker, Presidente della Fondazione Hyatt che sponsorizza il premio. - Univa alla visione e all’intelletto la forza di una personalità che non lasciava posto all'autocompiacimento. Lei ha fatto davvero la differenza”.
Una donna realmente coraggiosa e rivoluzionaria, come poche al mondo.
"There are 360 degrees, so why stick to one?" diceva. Le sue erano forme sempre sorprendenti, dinamiche, le sue idee sempre in movimento e pronte a sfruttare tutte le possibili curve che la mente può creare.
"La scomparsa di Zaha Hadid – ha ricordato Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo – è un lutto per il mondo della cultura e per l'Italia, paese al quale è legata per il forte segno architettonico del MAXXI di Roma. L'uso innovativo dei volumi e degli spazi che ha caratterizzato la sua architettura si è espresso al meglio in questo edificio, che ha seguito in ogni fase dalla progettazione alla costruzione introducendo nuove tecniche e materiali".
"Sono orgogliosa di aver lavorato con Zaha per la realizzazione del grande campus urbano del MAXXI - dice Margherita Guccione, direttore MAXXI Architettura. Considero Zaha Hadid un genio che ha anticipato, con la sua capacità di guardare avanti, le forme e le dinamiche della creatività contemporanea”.
Con Dame Zaha, così soprannominata, va via un pezzo importante della storia dell'architettura mondiale dell'ultimo ventennio.
Le sue sorprendenti opere sono sparse per tutto il pianeta.
Baku, in Azerbaigian, ospita l'Heydar Aliyev Center; a Pechino The Galaxy SOHO è inserito ormai tra le mete turistiche; a Seul, in Corea del Sud, la Dongdaemun Design Plaza è diventata propulsore per la cultura dell'architettura e del design nella città; a Mosca è stato inaugurato nel 2015 il Dominion Office Building, uno dei primi progetti ad essere realizzati in un quartiere prevalentemente industriale e residenziale della città.
Londra, la sua città adottiva, ha il London 2012 Aquatics Center, l'imponente complesso sportivo costruito in occasione delle Olimpiadi del 2012; a Montpellier, in Francia, vi è il Pierresvives, una "Città del sapere e dello sport per tutti".
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