03/08/2016 - L’intervento di Oskarch Lino Cabras, Fabrizio Pusceddu e Silvia Farris mira a integrare all’interno di un unico progetto architettonico e pedagogico nuove tecnologie e spazi acquatici multisensoriali. Questo avviene in un edificio a corte campidanese della fine del XIX secolo dall'alto valore storico ubicato a Quartu Sant’Elena (CA).
Il progetto ha previsto la realizzazione di tre vasche, senza intaccare la struttura originaria del manufatto architettonico, studiate in relazione alle particolari attività e in funzione degli schemi motori elementari che il bambino e` portato a richiamare e accrescere.
Le vasche assumono differenti configurazioni in funzione degli obiettivi di progetto e si distinguono in:
- una vasca rettangolare, con sezione ad altezza variabile da 0 cm a 120 cm, con flusso dell’acqua variabile in direzione, intensità e temperatura;
- una di forma geodetica, con profondità bassa e flusso d’acqua areata a pressione variabile;
- una vasca/percorso di profondità minima trattata con differenti materiali di rivestimento (lisci, ruvidi, scabri), di sollecitazione tattile.
Le vasche, dotate di una saracinesca calpestabile, sono corredate di impianti di filtraggio e riscaldamento dell’acqua.
Il “senso dell’acqua” non è l’esclusiva ragione del progetto, ma l’elemento unificante che agevola la lettura dello spazio interno e dello spazio esterno, oltre che strumento di apprendimento e stimolo sensoriale.
Le aree dedicate alle attività saranno invece attrezzate con pareti ed elementi interattivi, che dovranno integrarsi nell’esistente ed unire componenti ad alta tecnologia con altri low-tech realizzati con materiali di riciclo o ecocompatibili.
Lo spazio è progettato rispetto a specifici caratteri di multisensorialità, flessibilità, interattività, autonomia energetica ed ecocompatibilità ambientale.
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