01/09/2016 - La Fondazione Giorgio Cini dato vita a un nuovo spazio per la musica a Venezia: lo Squero dell'Isola di San Giorgio Maggiore. Un'antica officina per la riparazione delle imbarcazioni è stata trasformata in un moderno e suggestivo auditorium, grazie all’intervento degli architetti Cattaruzza e Millosevich e con il contributo del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Virginio Bruni Tedeschi e della Fondazione Enzo Hruby.
La costruzione dello Squero risale alla metà dell’Ottocento: la sua struttura si ispira alla grande architettura veneziana, riprendendo il modello dell’Arsenale del quale recupera disegno, materiali, schema funzionale, ponendosi in confronto con il più antico magazzino doganale dell’Isola (l’Ex Convitto) ispirato, invece, ai Magazzini della Dogana della Salute.
L’intervento di recupero della struttura, è stato eseguito dallo studio di architettura veneziano Cattaruzza e Millosevich Architetti Associati – già autore del progetto degli interni dell’Ex Convitto e della messa in sicurezza della piscina sull’Isola di San Giorgio Maggiore – che ha concepito e realizzato l’intervento in costante accordo con la Soprintendenza. In questo modo è stato modificato lo spazio interno (circa 260 mq di sala e 50 mq di locali accessori) trasformato in una moderna concert hall con 200 posti a sedere.
Il progetto recupera la spazialità dello squero originario, vuotando l’interno e liberando i fronti.
Il nuovo auditorium doveva essere riconoscibile per disegno e materiali dalla costruzione originaria, per consentire la lettura dei due interventi. Per questo il nuovo volume è tutto realizzato a secco, in acciaio, legno e vetro, sospeso su travi reticolari di legno, staccato da tutti i lati dal fabbricato esistente.
Il panorama domina lo spazio della sala, attraverso una vetrata larga circa 13 ml, con un effetto di continuità tra spazio interno ed esterno, grazie anche all’artificio di abbassare il pavimento della sala, nascondendo il punto di attacco della vetrata. Di fronte alla platea e alle spalle dei musicisti, infatti, le pareti di vetro, come quinte naturali, aprono uno straordinario scorcio sulla laguna offrendo allo spettatore la possibilità di vivere l'esperienza unica di un concerto "a bordo d'acqua".
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