foto Pietro Savorelli
20/01/2017 - È stato completato di recente il restauro della Chiesa di San Pellegrino nel centro storico di Lucca.
Ampliata alla metà del XVII secolo con la grande aula voltata, divenne centro di pellegrinaggio e di preghiera per le ricche famiglie del quartiere. Nell’anno 1808 la Chiesa fu chiusa al culto e nel XX secolo fu sede di un’officina organaria: qui si fabbricavano e riparavano gli organi delle Chiese della città, e più recentemente divenne un magazzino.
Quando, nel 2015, lo studio Microscape riceve l'incarico di progettazione, la Chiesa versava in uno stato di degrado avanzato.
L’obiettivo posto dalla committenza - la Parrocchia dei Santi Michele, Paolino e Alessandro - è stato quello di restaurare gli esterni, le coperture e gli interni con l’intento di trasferirvi la collezione di calchi di gesso del Polo Museale Toscano. La collezione è formata da 230 pezzi datati dalla metà XIX sec. alla metà del XX sec. Il progetto ha riguardato anche i vani annessi adiacenti che sono stati connessi alla Chiesa con la riapertura di un’antica porta.
L’intervento progettuale è stato impostato alla massima economicità e rispetto del manufatto storico, lo spazio è stato riportato all’antico splendore e l’illuminazione artificiale è stata realizzata con apparecchi posti sul cornicione dell’aula al fine di nascondere ogni elemento tecnologico alla vista. La luce, sia naturale che artificiale, è la materia che definisce lo spazio.
Gli unici elementi architettonici che sono stati introdotti dal progetto sono le lastre di acciaio verniciato a polvere poste a fasciare il vano porta di collegamento con i vani annessi, i gradini mancanti del presbiterio, le aree dove erano originariamente collocati gli altari laterali di San Rocco e della Natività (da molto tempo non più presenti nella Chiesa) e, infine, l’area della bussola d’ingresso.
La pavimentazione in marmo bianco e bardiglio è stata pulita e patinata conservando il livello di usura che testimonia la stratificazione dei molteplici usi avvenuti nell’ultimo secolo. Lo spazio a doppio volume posto al primo piano dei vani annessi è destinato a studiolo.
L’allestimento del Deposito dei Gessi – data la grande quantità di pezzi – si struttura per mezzo di due sistemi: scaffali di tubi innocenti e pedane-tatami di bancali di legno. Questi elementi permettono di definire multiformi spazialità relazionando gli elementi scultorei più importanti, che trovano la loro più adeguata collocazione in base alla loro forma e dimensione.
L’aula della Chiesa si articola in molteplici scorci visivi variabili alla variazione della luce naturale e artificiale. La materialità delle finiture architettoniche combinata con la linearità classica dell’invaso spaziale determina uno spazio di coinvolgimento contemporaneo.
La bussola di ingresso vetrata relaziona lo spazio urbano con l’interno, il primo elemento visibile è il pannello-frontespizio recante graffiti in più lingue, metafora visiva dell’universalità dell’arte.
Con l’antistante Pinacoteca Nazionale di Palazzo Mansi, il Deposito dei Gessi della Chiesa di San Pellegrino entra a far parte del circuito museale toscano.
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