15/02/2017 - È stato uno dei 17 progetti italiani ad avere una nomination al Premio Mies van der Rohe Award 2017 e si trova nella città alta di Giulianova. Si tratta dell'edificio polifunzionale VGRAMSCI progettato da Giovanni Vaccarini.
È un intervento di sostituzione edilizia su di un’area a margine del centro storico.
“Il lotto, posto in declivio, segna il crocevia tra via Gramsci e via Cesare Battisti. Queste prime istanze hanno da subito imposto una riflessione sul ruolo dell’intervento come cerniera tra due parti di città (quella antica e quella contemporanea) e tra due tessuti urbani completamente differenti: uno compatto (della città storica) e un altro diradato e costruito per vuoti più che per pieni della città contemporanea che dal dopoguerra ha saturato questa parte di territorio.
L’edificio poggia su di basamento “cavo” che suddivide l’area in due porzioni:
- una prima (quota 0,00) con accesso direttamente da via gramsci; parte che distribuisce la parte commerciale e dei servizi dell’edificio
- una seconda con accesso da via cesare battisti (quota +3,50 mt) che distribuisce tutta la parte residenziale; una sorta di suolo artificiale su cui sono poggiati anche i giardini pensili e gli accessi pedonali.
Dal basamento esce a sbalzo su via gramsci il volume scolpito delle residenze; volume addossato all’angolo nord est a segnare il crocevia tra le due viabilità principali.
L’idea è quella di avere un suolo artificiale sollevato dal piano stradale su cui “ galleggia” il volume delle residenze.
Questa soluzione identifica in maniera chiara le differenti parti dell’edificio e permette di disegnare l’affaccio est con un grande terrazzo che guarda il mare.
Il blocco delle residenze, addossato sul lato nord, in questo modo, riesce ad inquadrare lo scorcio esistente nella cortina dell’edificato est. Uno scorcio che traguarda l’orizzonte. A sud l’area affaccia su un giardino di una delle ville storiche della città, giardino da cui si proiettano le lunghe ombre dei pini.
Il progetto si apre, l’edificio si flette e proietta volumi ed affacci verso lo spazio esterno; grosse aperture vetrate includono brani di paesaggio negli interni degli alloggi.
Il flesso della facciata principale prende la luce in maniera di differenziata, cosa che si evidenzia alle diverse ore del giorno; una citazione dell’amata palazzina in via Archimede a Roma di Ugo Luccichenti.
I volumi disegnano sotto la luce un gioco di ombre che si fonde con quelle del paesaggio circostante”.
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