09/03/2017 - Dedicarsi alle pulizie non è mai troppo piacevole: polvere, sporco e muffe spesso si formano molto e molto in fretta, anche in angoli difficili da pulire e soprattutto da pulire a fondo. Tra tutte le operazioni di pulizia quotidiana, l’igienizzazione della cabina doccia è forse una delle più problematiche. A testimoniarlo, l’interesse degli utenti di internet sul corretto approccio alle pulizie del box e il proliferare su siti e piattaforme di suggerimenti tra discutibili ‘rimedi della nonna’ e vademecum più professionali.
Il primo ‘nemico’ delle cabine doccia è probabilmente il calcare, che non intacca le prestazioni del box ma che ne rovina sicuramente l’aspetto, specie in presenza di vetri completamente trasparenti. Fortunatamente, la tecnologia ha permesso in questo molti passi avanti: per affrontare il problema ‘alla radice’ ad esempio, duka, produttrice di cabine doccia, ha deciso di inserire fra le varianti dei vetri disponibili, anche un vetro, il Procare, trattato direttamente al momento della produzione. Le superfici, sottoposte a un processo di deposito magnetronico con ossidi di metallo, diventano in grado di impedire la comparsa di segni di corrosione e di limitare la formazione di patine opache e calcare. Il vetro inoltre, reso idrofilo, permette all’acqua di scorrere via così velocemente da limitare anche la formazione di goccioline al termine della doccia.
Ma il calcare non è tutto, quando lo sporco può annidarsi negli interstizi e attorno ai componenti della cabina e duka, così, nelle versioni scorrevoli ha previsto un sistema di sganciamento delle antine nella parte inferiore, per permettere la pulizia a fondo lungo tutto il binario.
E le cerniere attorno alle quali si accumula lo sporco? Duka ha ideato un sistema per fissarle alla parete di vetro tramite incollaggio con raggi UV, eliminando del tutto la presenza delle viti. Non forando il vetro, così, non se ne compromette la resistenza, ma soprattutto se ne lascia la parte interna perfettamente liscia, senza componenti o ostacoli a rilievo che rendano lenta e imprecisa la pulizia e permettano l’annidarsi di sporco e batteri.
Per lo stesso motivo, infine, laddove nel fissaggio a muro siano necessarie le viti, queste vengono chiuse da cappucci o profili che coprono del tutto il foro.
E la passione di duka per i dettagli non finisce qui: i profili sono in alluminio, ad esempio, non solo per essere più resistenti e belli di quelli in plastica, ma anche per conservarsi inalterati nel tempo.
Alcuni modelli di duka, infine, sono studiati per interagire perfettamente con i più comuni strumenti di pulizia, come le maniglie ergonomiche del modello stila 2000, la cui rientranza (per agevolare la presa in apertura e chiusura) dista dal vetro esattamente quanto lo spessore standard di una spazzola lavavetri, così da non scoraggiarne l’utilizzo.
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