06/09/2017 - Il progetto di Roberto Murgia e benelli architettura interessa l'ampliamento del polo produttivo e logistico ICR (Industrie Cosmetiche Riunite), azienda leader nel settore della profumeria selettiva.
L’area si trova nel territorio del Comune di Lodi ed è individuata quale “Ambito d’interesse paesistico ambientale” oltre ad essere inserita all’interno del perimetro del Parco Naturale Adda Sud. Lo studio architettonico dell’ampliamento si è confrontato con il tema dell’impatto ambientale che il nuovo complesso potrà avere sull’ambiente circostante. L’area presenta le caratteristiche tipiche del paesaggio rurale della zona dell’Adda, con cascine sparse accompagnate da elementi antropici di carattere non agricolo, quali gli edifici del polo ICR e la cava sul lato orientale della SP 25.
Il complesso edilizio di nuova costruzione è suddiviso in due volumi che occupano una posizione sostanzialmente arretrata rispetto alla strada provinciale, con il parcheggio alberato e le aree di verde ad alta intensità come elementi filtro tra il sistema viario e il polo produttivo.
Si è sviluppato uno studio di facciata che attraverso semplici accorgimenti potesse mitigare la presenza dell’edificio. La scelta progettuale è ricaduta su pannelli in cemento lisciato, alcuni dei quali propongono un disegno che permette di creare degli sfondati nella struttura a geometria variabile, secondo due differenti moduli.
La presenza di questi sfondati, che rappresentano delle ipotetiche “finestre”, introduce nel linguaggio industriale un elemento tipico dell’architettura abitativa, producendo una frammentazione del volume volta ad alleggerire l’impatto dell’immobile e a smaterializzare il fronte.
Questo elemento architettonico è stato arricchito con il tema illuminotecnico: all’interno degli sfondati sono alloggiati fogli di policarbonato alveolare color bianco alcuni dei quali retro-illuminati con lampade a LED che si accendono nelle ore notturne, creando un rapporto di pieni/vuoti della facciata.
La 'mitigazione ambientale' è avvenuta attraverso due modalità d’intervento: la prima, indiretta, proponendo un’architettura che limiti percettivamente la propria presenza rispetto il paesaggio circostante, la seconda, diretta, introducendo significative presenze arboree autoctone.
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