03/01/2018 - Per la mostra "Rick Owens. Subhuman Inhuman Superhuman" in scena in Triennale fino a marzo 2018, lo stilista è autore della sua stessa narrativa e ha curato una selezione di abiti, accessori, arredi, opere grafiche e pubblicazioni scelti tra quelli che ha realizzato in oltre vent’anni di carriera.
Ispirandosi a opere di artisti e scrittori, Owens ha sempre lavorato riconoscendo e mettendo in risalto attimi di bellezza solitamente trascurati. Il fulcro di questa retrospettiva è un’installazione scultorea, un lavoro che percorre l’intero spazio espositivo. La scultura assume la forma di una gigantesca struttura materica che unisce cemento, gigli, sabbia dell’Adriatico e capelli dello stesso stilista e diviene metafora dell’eterno e primordiale impulso creativo che porta avanti l’umanità, nel bene e nel male.
Nato a Porterville, California, Rick Owens ha lanciato nel 1994 la linea che porta il suo nome. La sua prima sfilata a New York è stata sostenuta da Anna Wintour e Vogue USA. Nel 2003 si è trasferito a Parigi, città che è diventata il centro operativo della sua attività. Nel luglio 2005 Owens ha presentato una collezione di arredi realizzati in compensato grezzo, marmo e corna di alce americano, successivamente esposta al Musée d’Art Moderne di Parigi e al Museum of Contemporary Art di Los Angeles.
Nel giugno 2017 è stato insignito dal Council of Fashion Designers of America con il Lifetime Achievement Award, dopo aver già conseguito nel 2002 il Perry Ellis Award for Emerging Talent. Nel 2007 è stato premiato con il Cooper-Hewitt National Design Award e il Fashion Group International Rule Breaker Award.
“I vestiti che creo sono la mia autobiografia. Rappresentano la calma elegante a cui aspiro e i danni che ho fatto lungo la strada. Sono un’espressione di tenerezza e di un animo furente. Sono un'idealizzazione adolescente e la sua inevitabile sconfitta.”
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