12/09/2018 - Per la nuova collezione Alessi Patricia Urquiola firma Edo, la nuova famiglia di pentole composta da 16 elementi differenti per tipologia, dimensioni e materiali. Il concept nasce da riferimenti culturali e rimandi personali, l’ispirazione proviene dalle radici basche della progettista, dalla civiltà giapponese, dalla lingua latina.
“Si parla d’ispirazione come se fosse qualcosa che si trova nell’aria e il progettista fosse un essere dotato di una sensibilità speciale capace di percepirla”, afferma l’autrice, “per me invece è qualcosa di interiore, riguarda la memoria affettiva, emozionale e culturale, che fa percepire gli elementi che diventano trainanti nel progetto. È un cortocircuito che si crea tra memoria personale e realtà”.
Questi “cortocircuiti” hanno guidato anche il progetto delle pentole Edo: “c’è un gioco di rimandi”, spiega, “di associazioni tra cose che sono distanti, ma nella mia testa vicine. Il nome deriva dal latino edere, ‘io mangio’, ma è anche l’antico nome di Tokyo, città per me di riferimento”. Dal Giappone provengono molte delle pentole che la designer usa in cucina, dove mescola strumenti e ingredienti di provenienze diverse. “Questo progetto”, aggiunge, “è la mia risposta ai cambiamenti che osservo nella società, al moltiplicarsi di fantastici scambi tra culture differenti”.
A guidare l’autrice è anche il desiderio di creare un oggetto che non sembri seriale: la forma cilindrica dei contenitori è addolcita da una svasatura, un invito al gesto di versare; le maniglie brunite, che sembrano nastri appuntati al corpo delle pentole, donano leggerezza al disegno complessivo. Le radici spagnole della designer si trovano nella forma dei coperchi: “volevo che fosse diversa dalle altre, concava invece che convessa: una specie di chapela basca. Una volta che il tema del basco è entrato nella mia testa, non è più uscito da lì”.
“C’è un pentolino che io amo particolarmente, è quello un po’ alto, anche un po’ “sciocco”, con il manico laterale, come un orecchio... non lo chiamerei ‘bollilatte’ perché è un oggetto così simpatico che obbliga a ribattezzarlo con un nome divertente. Lui rappresenta l’anima segreta della collezione, la gentilezza di questo progetto. Lui è il vero Edo... ecco il nome: Edoardo!”
Questo sito non utilizza cookie di profilazione ma solo cookie tecnici per funzionare correttamente e cookie di Analytics per raccogliere statistiche anonime sulla navigazione. Continuando la navigazione su questo sito si accetta la Cookie PolicyX non mostrare pi�