25/03/2019 - Il Padiglione Italia per Expo 2020 a Dubai, firmato da Dodi Moss (capogruppo) in collaborazione con l'artista Edoardo Tresoldi, sembrerebbe, almeno sui social, il preferito, eppure...si è classificato terzo al concorso internazionale.
Il progetto, in collaborazione con Studio Costa Architecture, Progettando srl, ing. Emanuele Donadel, Studio Tecnico Ing. Gaetano Farella, ing. Leo Francesco e studioIDEAM-arch. F. Marzulli (mandanti), propone un’entità dinamica in cui la struttura architettonica e i contenuti raccontano metaforicamente l’identità culturale italiana attraverso tre linee guida: Architettura, Natura e Tecnologia. Queste accompagnano i visitatori in un percorso emozionale, tattile e visivo coniugando codici estetici e funzionali con quelli di innovazione e sostenibilità.
Il Padiglione è caratterizzato da un corpo longitudinale leggermente traslato rispetto al lotto, composto da due elementi: un basamento architettonico, che contiene tutte le funzioni e i servizi, e una struttura trasparente in rete metallica, con funzione iconica e climatica, che costituisce l’ombreggiatura degli spazi scoperti del padiglione.
Il basamento sale gradualmente in quota disegnando un guscio materico che custodisce gelosamente il giardino, rendendolo visibile solo in parte dall’esterno, e ponendosi al di sotto delle maestose strutture trasparenti che evocano gli ambienti e le volte dei cortili e dei palazzi italiani. La fusione tra l’elemento materico e quello etereo dà vita ai grandi spazi centrali - il Prologo e la Piazza che, pervasi da acqua e giardino, elementi cardine della grande tradizione dei Giardini Italiani, costituiscono il fulcro evocativo e funzionale del progetto.
Se all’esterno è ben visibile il volume plasmato dall’uomo, all’interno le linee architettoniche spariscono del tutto per essere ricoperte da vegetazione, acqua, rete metallica e vetro, che configurano un ambiente avvolgente e sospeso.
L’architettura trasparente è pura essenza strutturale, espressa attraverso la leggerezza del materiale e l’uso degli archetipi architettonici italiani, il basamento è la sua impronta opaca. I due elementi sono complementari e si presentano l’uno come negativo dell’altro. La stratificazione tra elementi trasparenti, materici e vegetali codifica una sorta di rovina della memoria che si riferisce alla continua sintesi del passato come radice profonda del nostro fare contemporaneo.
Il Padiglione è un luogo sinfonico in cui natura e architettura dialogano - seguendo la definizione originaria di giardino – componendo uno spazio formale e geometrico: è sull’architettura trasparente che la vegetazione si sviluppa e prende forma.
La struttura in rete metallica determina la lettura dello spazio all’interno di un racconto unitario in cui i due mondi si fondono elegantemente.
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