11/11/2019 - Diecimila km sono all’incirca la distanza tra Torino e Tokyo. Le distanze però si annullano in questa villetta a schiera nella periferia di Torino rilevata da un’asta fallimentare e ripensata negli interni dal giovane studio torinese Archisbang che decide di arricchirla con rimandi nipponici.
Qualcosa non ha funzionato, o forse, come spesso accade con gli “intoppi”, qualcosa ha funzionato meglio: l’interno lasciato al grezzo e le partizioni non ancora costruite lasciano percepire le potenzialità proprie dello spazio disposto su due livelli, il tetto in legno a vista, le pareti bianche, il verde dei campi di grano oltre le finestre a sud ovest.
Il progetto passato in mano al giovane studio torinese Archisbang viene trasformato in un interno caratterizzato dall’assenza di pareti, da piani sfalsati, dal calore del legno e dalla grande quantità di luce filtrante, atmosfera densa di rimandi nipponici.
Partizioni essenziali e tagli di profondità percepibili attraverso trasparenze, da schermare solo all’occorrenza, donano unitarietà agli ambienti distribuiti su livelli differenti e consentono punti di vista sempre mutevoli.
Un tappeto di bambù si stende come un velo sull’intera superficie interna, rafforzando la percezione di spazio fluido e assumendo consistenza volumetrica in corrispondenza dei due blocchi funzionali che emergono rispettivamente al centro della zona giorno e nella zona notte.
Elementi questi che svolgono un ruolo attivo nella fruizione dello spazio grazie alla loro duplice valenza: all’interno bagno o deposito e all’esterno mobile TV, angolo lettura, “rifugio” dei bambini.
|