12/05/2020 - 'Museum of No Spectators', un titolo che suona quasi profetico rispetto a quello che (non) ci sarebbe stato.
Il primo 'museo senza spettatori' nella storia del Burning Man, sarebbe stata la grande novità per l'edizione 2020 del re dei festival internazionali, prevista dal 30 agosto al 7 settembre nel deserto del Nevada.
A causa della dolorosa espansione del coronavirus anche negli Stati Uniti, per la prima volta quest'anno non ci saranno i 'burners' ad animare la celebre Black Rock City, la città post-apocalittica ricreata ogni anno da più di 80.000 partecipanti da tutto il mondo, poiché l'evento si svolgerà esclusivamente online.
Il Museum of No Spectators, il progetto collaborativo realizzato grazie all’unione di forze tra l’architetto di San Francisco John Marx insieme all’artista Absinthia Vermut e Jerry James – quest’ultimo tra gli organizzatori storici dell'evento e fautore del primo "Man" nel 1986 – avrebbe inaugurato la nuova edizione del Festival. La sua struttura, a metà strada tra robotica e architettura, avrebbe raccontato la storia del Festival oltre ad essere costruito seguendo i suoi principi comunitari: inclusione radicale, dono, de-mercificazione, autosufficienza radicale, autoespressione radicale, lavoro comunitario, responsabilità civica, non lasciare tracce, partecipazione e immediatezza.
Realizzato su una superficie di quasi 160 metri quadrati, il museo sarebbe stato reso possibile grazie a una raccolta fondi. Una sorta di esperimento artistico e sociale, in pieno stile Burning Man.
La struttura avrebbe avuto le sembianze di una vera e propria installazione artistica in mezzo al nulla. Artisti e partecipanti chiamati ad attraversarla avrebbero contribuito in prima persona, esprimendo la loro creatività sulle pareti dell’edificio messe completamente a disposizione del pubblico. Le otto gallerie dello spazio con forma e colore cangianti per tutta la durata dell’evento, avrebbero poi confermato il carattere inclusivo e partecipativo da sempre alla base degli ideali della manifestazione.
John Marx descrive così il progetto:
“Burning Man come evento ti invita a sperimentare l'arte non solo come qualcosa che potresti apprezzare passivamente, ma come una esperienza immersiva che libera il tuo potenziale creativo. Questo è il motivo per cui Absinthia e io abbiamo pensato che un museo che incoraggi tutti i burners a realizzare opere d'arte in un ambiente spontaneo sia un modo ideale per riconsiderare ciò che i musei possono essere. Il progetto solleva anche interessanti domande sulla gamma di inclusione culturale e su come ciò potrebbe avere un impatto sulla società in generale.”
Il progetto è pronto per essere realizzato. Sarà costruito un "Museum of No Spectators" il prossimo anno?
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