22/03/2006 - Ispirato all’intreccio dei ramoscelli di un nido, il progetto dello studio Herzog & de Meuron per lo stadio Olimpico di Pechino – vincitore nel 2002 del concorso internazionale di progettazione - è stato ribattezzato dai cinesi “nido d’uccello”. Una struttura di elementi che si intrecciano e si sorreggono tra di loro come in un nido tiene sospeso l’immenso tetto, interamente chiudibile.
Come i ramoscelli di un nido, gli elementi strutturali si intrecciano formando una maglia nella quale sono integrate facciate, scale e coperture. Proprio come gli uccelli colmano gli spazi vuoti tra i diversi ramoscelli con leggeri riempitivi, gli spazi all’interno della maglia di calcestruzzo sono riempiti con materiale leggero: “cuscini gonfiabili”che faranno apparire la struttura come un enorme salvagente.
Se nella struttura il progetto non differisce dalla tradizionale forma del Colosseo romano, il cambiamento sostanziale sta nelle scelte estetiche. La struttura è ricoperta da due strati di membrane traslucide; quella più esterna colma i vuoti per rendere la copertura resistente agli agenti atmosferici, mentre quella più interna funge da isolante acustico.
Parte integrante della struttura è il tetto apribile che forma, insieme alle membrane traslucide, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all’esterno.
Alternate secondo una disposizione casuale, le fasce in calcestruzzo che partono dal suolo curvandosi al di sopra dell’occhio della copertura si intrecciano con altre fasce che avvolgono la struttura lungo il perimetro.
L’ultimazione dei lavori di costruzione, iniziati nel 2004, è prevista entro la fine del prossimo anno. La struttura dovrà essere pronta per i Giochi Olimpici che si terranno a Pechino nel 2008.
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