04/09/2020 - Lo studio uruguaiano Gómez Platero ha progettato a Montevideo un Memoriale Mondiale dedicato alla Pandemia.
È uno spazio pubblico orientato alla riflessione che, sebbene nasca dall'esperienza di questa pandemia, mira a continuare a costruire una coscienza collettiva che ci ricordi che l'uomo non è il centro dell'ecosistema in cui viviamo poiché sarà sempre subordinato alla natura.
L'impatto globale di questa pandemia ha svelato una nuova mappa del mondo. Questa nuova realtà ha condizionato i nostri modi di vivere, le abitudini e il modo in cui ci relazioniamo. Tutte le attività e le discipline della conoscenza vengono rimodulate per dare risposte a questa nuova crisi.
"Nel settore dell'architettura" dichiarano dallo studio "ci assumiamo l'impegno di pensare e costruire un riferimento fisico, testimonianza di questa particolare congiuntura collettiva: un Memoriale Mondiale alla Pandemia".
Una struttura, a metà strada tra un monumento e uno spazio pubblico, capace di attivare i sensi e ricreare ponti tra l'esperienza del luogo e la memoria individuale, che ci restituisca un'immagine del mondo in trasformazione.
Si trova al confine, dove natura e artificio si incontrano, e l'imponente scala del paesaggio marittimo drammatizza questa esperienza.
Comprendere e interpretare il nostro rapporto con la natura dinamica, subordinati ai suoi cambiamenti, sarà un ricordo permanente del nostro posto nel mondo.
Il Memoriale sarà un oggetto dalla forma semplice e decisa, che scompare a seconda delle mutevoli condizioni meteorologiche, fondendosi con l'orizzonte.
La semplicità della sua forma, realizzata con una linea unica e precisa, ne rafforza la potenza espressiva silenziosa e senza tempo. Appoggiato sul suolo in modo rispettoso e con il minimo impatto ambientale, si immerge nella natura del luogo.
La geometria circolare riassume il concetto di unità e comunità. Si materializza come una lastra concava con cui l'architettura fissa un riferimento preciso che rivela la costante variazione del paesaggio naturale, una scala di misurazione della forza del mare, un luogo di riparo ed esposizione al vento.
La forma è interrotta solo nella fessura che dà accesso al luogo, rottura che ci ricorda un evento singolare, ma globale.
L'uomo non è il centro, l'occhio di questo spazio è occupato da un vuoto dove la natura emerge nella sua forma più pura e che ci ricorda la sua onnipresenza e la nostra fragile condizione.
Uno spazio multisensoriale in cui le percezioni costruiranno un universo di sensi e associazioni, sorrette dal contrasto tra la raffinata matericità dell'oggetto e la ruvida texture del luogo. L'esperienza dell'immersione nello spazio cerca di creare un'atmosfera che amplifichi i sensi, come uno strumento di evocazione.
L'esperienza dinamica dell'oggetto collega intensamente il visitatore con la sua percezione del tempo e del luogo.
Costruisce uno spazio che stimola la creazione di atmosfere sensoriali dove l'alternanza di suoni e silenzi ci permette di riflettere, ascoltare la nostra interiorità e immaginare un incoraggiante futuro condiviso: rendere la Terra il posto migliore in cui vivere.
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