23/09/2020 - In occasione della Milano Design City 2020 SCICpresenta la mostra Atlantis di Alessio de Girolamo. Gli eventi previsti nei locali SCIC di via Durini 19 – a partire dal prossimo 28 settembre - non sono semplici esposizioni, ma interventi negli ambienti del design affinché l’arte viva nella dimensione domestica e all’interno delle nostre vite.
Atlantis accompagna il pubblico nella scoperta di spazi rinnovati, dove SCIC per la stagione 2020/2021 espone il modello Canossa.
Il percorso impostato da SCIC ha visto coinvolti in passato gli artisti Paolo Gonzato (1975), Alessandro Roma (1977) e Silvia Camporesi (1973). Non poteva che essere il progetto di Alessio de Girolamo a proseguire questo cammino che unisce arte e ambienti domestici. Per il progetto Atlantis infatti l’artista ha espresso tutta l’emotività generata nel silenzio del lockdown. Una minimalizzazione sensoriale che Alessio de Girolamo ha campionato attraverso i suoni della vita naturale e del paesaggio sonoro della città, emersi come un continente dimenticato a riempimento delle architetture e delle nostre vite.
È il canto di questa quotidianità sommersa a richiamare lo spettatore ed a sedurlo, all’interno degli spazi di SCIC. Ecco allora che la vetrina diventa il diaframma vibrante di questa installazione sonora fruibile in una duplice relazione acustica. La linearità del tempo viene piegata dal suono ciclico, un richiamo in grado di trasformare anche lo spazio che lo circonda. Spazio che è consistente e solido, grazie all’esposizione SCIC in cui legno, gres, pietre, marmi, dettagli in ottone e metalli sottolineano inventiva e praticità dell’uomo.
In questo gioco di rimandi, l’ambiente espositivo non è più un semplice negozio, ma uno spazio da vivere e creare con funzionalità e rimandi alla melodia del quotidiano. Proprio per questo la strutturazione di un legame fra percepibile visivo e percettibile sonoro supporta l’installazione Atlantis.
Contraltare visivo di questo intervento sull’architettura è il massivo wall painting realizzato dall’artista, ispirato della serie BUGS, in cui una serie di figure pappagallo “abitano” la parete-spartito. Le forme dei pappagalli emergono dalle interruzioni della pagina-muro, come sagome fantasmagoriche che sembrano fratturare la regola strutturale del pentagramma, proprio come i pappagalli infestanti che vivevano la città nei giorni del suo apparente silenzio.
Proprio sul silenzio che precede la parola si concentra la grande scritta in ceramica (realizzata in collaborazione con Stylnove) e che recita LANGUAGE. Ecco allora che l’arte di Alessio torna ad un tempo antico, prima del linguaggio, prima che l’uomo addomesticasse il suono in parola: un tempo in cui l’infinita fantasia degli uomini si esprimeva tramite forme non codificate e riconosciute. Sospesi in questo tempo, addomestichiamo l’ignoto: la scritta diventa piatto, oggetto, quotidianità. Torniamo all’assunto di partenza: il mistero emerge e ci seduce, nell’architettura, negli interni, negli oggetti. Perché l’emersione dell’ignoto possa non farci paura, ma sappia sedurci e aprire nuovi mondi immaginari.
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