Eleonore Cavalli e Marco Morandini; Ph. © Max Zambelli
18/01/2021 - Lei direttrice creativa di Visionnaire, brand fondato nel 2004 e divenuto punto di riferimento del meta-luxury lifestyle, lui curatore d'arte. Eleonore Cavalli e Marco Morandini scelgono il complesso residenziale a corte “il Chiostro” – sorto sulle ceneri del palazzo ottocentesco 'Pio Istituto pei Figli della Provvidenza' nel centralissimo quartiere di San Vittore – per la loro residenza milanese: una penthouse a doppia altezza al piano attico impreziosita da un total look Visionnaire e da pezzi d'autore che celebrano la passione della coppia per l'arte e il design.
L’intervento dello studio di architettura DFA Partners, in prima istanza, ha colto l'audace sfida della rinascita dell’edificio ottocentesco, colpito dai bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale rendendo “il Chiostro” un complesso residenziale ecologico e sostenibile.
All'interno il chiostro accoglie una corte verde su cui si affacciano ville e appartamenti con patii, tetti verdi e terrazze private. “La caratteristica del Chiostro implica una vita proiettata verso l’interno, durante il lockdown abbiamo conosciuto i nostri vicini, attraverso le dinamiche delle vecchie case a ballatoio. Una bella sensazione di comunità”, ci raccontano Eleonore Cavalli e Marco Morandini.
Il design degli interni dell’appartamento della coppia è stato poi affidato all'amico architetto Max Camoletto, il quale ha curato la distribuzione in pianta degli spazi, così come la definizione delle volumetrie che li plasmano e dei vincoli che li legano, rispettando rigorosamente lo stile di vita ed il carattere dei proprietari e amalgamandosi con un total look Visionnaire.
“È stata una progettazione partecipata. Il suo rigore progettuale da una parte e la nostra esuberanza stilistica dall’ altra, abbiamo moltissime affinità che sono confluite fondendosi in modo naturale e senza forzature nel progetto della nostra abitazione milanese”, affermano Eleonore Cavalli e Marco Morandini.
Cuore verde della residenza una serra bioclimatica animata da piante rampicanti ed essenze mediterranee (ulivi, limoni, gelsomini, rose, glicini, canfore, aceri). “Viviamo totalmente questo spazio da aprile a settembre ma chi sfrutta di più questo spazio in realtà sono i nostri due gatti norvegesi delle foreste”.
Nella foto Eleonore Cavalli con il suo gatto sulla sedia imbottita Kylo di Alessandro La Spada per Visionnaire. Ph. © Max Zambelli
La progettazione del design di interni della vostra abitazione milanese si sposa perfettamente con un total look Visionnaire. Com’è stata la collaborazione con l’architetto Massimiliano Camoletto in tema di scelte stilistiche? E come è avvenuta la scelta dei pezzi da inserire in ogni stanza?
Max Camoletto è un amico di lunga data, ci frequentiamo da più di vent’ anni. Abbiamo sempre avuto grande stima reciproca per il nostro lavoro. Anche se a prima vista i nostri gusti potrebbero sembrare distanti, il suo rigore progettuale da una parte e la nostra esuberanza stilistica dall’ altra, abbiamo moltissime affinità che sono confluite amalgamandosi in modo naturale e senza forzature nel progetto della nostra abitazione milanese. Ricordo che proprio per mettere le cose in chiaro dal principio ci presentammo nel suo studio con una lista e misure di opere d’ arte ed elementi di arredo Visionnaire di famiglia che avremmo voluto portare con noi dalla casa precedente chiedendo di inserirli in pianta.
Il progetto di Max è nato e si è via via sviluppato proprio da quella lista. Dal colore e dalla disposizione di un paio di opere di grandi dimensioni piuttosto che dalla sistemazione di una serie di colonne libreria Speyer in specchio brunito monolitiche che, intervallate da una struttura illuminante fatta su misura sono andate a costituire il cuore pulsante del soggiorno.
Veduta del living a doppia altezza, divano in pelle color polvere e poltrona Bastian in nabuk di Mauro Lipparini, tavolo basso Kings’s cross con struttura in massello noce canaletto e top in marmo dalmata, libreria Speyer. Ph. © Max Zambelli
Abbiamo dovuto rinunciare, per mancanza di spazio, solo ad un oggetto che avremmo voluto con noi, il grande lampadario Galahad in maglie d’ alluminio, un pezzo iconico di Visionnaire, che però ritroviamo in versione ridotta nel bagno black. La cucina invece è nata libera da vincoli, disegnata su misura è il risultato di una felice collaborazione tra Visionnaire ed Ernesto Meda.
Cucina disegnata su misura. Risultato di una collaborazione tra Visionnaire ed Ernesto Meda. Ph. © Max Zambelli
Un pezzo Visionnaire che non poteva mancare in casa vostra.
Il tavolo in acciaio Kudrun e le sedie imbottite Kylo di Alessandro La Spada. Comodissime e dai colori rilassanti.
Zona Living. Tavolo in acciaio Kudrun, sedie imbottite Kylo di Alessandro La Spada, vasi in cristallo Equilibri di Zanellato e Bortotto, tutto per Visionnaire. Opera smalto su legno di Emmanuel Barcilon. Ph. © Max Zambelli
Il concetto di ‘Art Design’ può essere definito, in un certo modo, la sintesi del percorso di Visionnaire. Come si inseriscono questi pezzi di forte identità, a metà strada tra arte e design, all’interno della ‘dimensione architettonica’ della casa?
Essendo partiti da una lista di arredi disponibili ed avendo ben chiara la suddivisione da dare agli spazi basati sulle esigenze della nostra famiglia, ogni scelta successiva relativa a rivestimenti e finiture è come se fosse arrivata spontaneamente. A nostro parere siamo riusciti a creare un dialogo interessante, una giusta tensione tra la personalità degli arredi valorizzati dalla dimensione architettonica della casa.
Qual è la vostra stanza preferita?
Il soggiorno, trattandosi di un attico godiamo di una luce intensa e sempre diversa durante l’ arco della giornata. È una zona fluida, la piu vissuta della casa da tutti i membri della famiglia.
La duplex penthouse si trova all’interno del ‘Chiostro’ declinato in tetti verdi, patii e terrazze private che si integrano nell’edificio. Che valore ha per voi lo spazio outdoor, ‘cuore verde’ dell'appartamento? E come lo vivete nella quotidianità?
È il motivo per cui abbiamo scelto questa soluzione abitativa. Avere finestre che danno su uno spazio verde allarga la prospettiva dall’ interno. Non occorre necessariamente stare fisicamente sul terrazzo, è già appagante vederlo da dentro. Abbiamo creato una serra bioclimatica con essenze mediterranee (ulivi, limoni, rosmarini, gelsomini, glicini etc) e una disposizione delle luci che le valorizza. Questo ci permette di godere di un giardino d’ inverno e di un clima temperato durante i mesi caldi. Mangiamo fuori da aprile a settembre ma chi sfrutta di più questo spazio in realtà sono i nostri due gatti norvegesi delle foreste.
Sul terrazzo tenda bioclimatica, tappeto Argante, poltroncina Backstage e tavolini Granger tutto di Visionnaire. Ph. © Max Zambelli
Come avete vissuto la vostra casa durante il periodo di lockdown?
La caratteristica del Chiostro implica una vita proiettata verso l’ interno. Abbiamo conosciuto i nostri vicini, attraverso le dinamiche delle vecchie case a ballatoio. Una bella sensazione di comunità, un microcosmo di abitanti fortunati.
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