25/05/2006 – Doveva essere completato entro il 2006, ma problemi di finanziamento - insieme a difficoltà di lavorazione dovute alla complessità del progetto - hanno rallentato i lavori avviati a marzo del 2003. Si tratta del MAXXI, il Museo delle Arti del XXI secolo di Roma, che sorgerà entro il 2007 nell’area dell’ex Caserma Montello di via Guido Reni. Il progetto porta la firma dell’architetto anglo-irachena Zaha Hadid, vincitrice del concorso internazionale indetto nel 1998.
Attualmente la struttura è completata per il 40%. In questi anni di lavori sono stati realizzati i setti del piano interrato in calcestruzzo tradizionale, il solaio del piano terra ed un 30% del solaio del primo piano.
Il cantiere era stato bloccato per mancanza di finanziamenti, ma due mesi fa il via libera allo stanziamento di 10 milioni di euro ha allontanato il timore di uno stop definitivo consentendo, in attesa di nuovi finanziamenti, la prosecuzione dei lavori.
Il 14 marzo scorso il Senato approvava infatti il disegno di legge sulle misure urgenti in materia di organizzazione e finanziamento della pubblica amministrazione, che prevedeva per l’opera uno stanziamento nel 2006 di 10 milioni.
Ricordiamo che degli 80 milioni previsti per la realizzazione dell’opera, ne sono stati erogati e già spesi 22. Il finanziamento previsto inizialmente con una legge ad hoc, che aveva consentito l’avvio del cantiere, è andato successivamente perso nella stretta economica.
Ma il rallentamento dei lavori dipenderebbe anche dalle difficoltà operative dovute alla complessità del progetto. “Un cantiere - precisa Pio Baldi, direttore della DARC Direzione Generale per l'architettura e le arti contemporanee del Ministero per i Beni Culturali - ad altissima tecnologia: cemento, vetro e ferro non sono mai stati utilizzati in questo modo. Le mura esterne degli edifici sono infatti realizzate in cemento a vista attraverso un procedimento che prevede la colata in speciali strutture, e le maestranze impiegate hanno dovuto essere istruite per questo nuovo genere di costruzione”.
Il progetto – destinato ad occupare un’area di 26mila mq - prevede l’articolazione di due istituzioni, MAXXI arte e MAXXI architettura, che avranno in comune spazi e risorse per le attività culturali, spazi per le esposizioni temporanee, per gli eventi dal vivo, spazi per la produzione e la sperimentazione e spazi di intrattenimento e attività commerciali, oltre alla presenza di zone destinate all’accoglienza, al bookshop, al ristoranti e alle caffetterie, auditorium, sale riunioni, parcheggi.
La coniugazione dei due musei è realizzata attraverso profili innovativi che sembrano rincorrersi in un percorso che rifiuta la linearità. Il complesso architettonico è caratterizzato da forme curve, realizzate con strutture in cemento armato faccia a vista, vetro e acciaio, che si intersecano a sbalzo su piani sovrapposti fino a disegnare una sorta di L.
“L’idea alla base del progetto – dichiarava l’autrice del progetto - è quella di movimento, un movimento generato da linee di forza che, sovrapponendosi, creano diversi livelli. Lo stesso sito, con la sua forma a L, suggerisce e scaturisce queste linee di forza, dando vita a spazi interni ed esterni che si intersecano, senza rinunciare alla robustezza dell'edificio”.
Hadid ha concepito il MAXXI come un “campus urbano aperto alla circolazione pubblica”; un mondo nel quale tuffarsi piuttosto che un edificio come oggetto firmato.
Sviluppato su tre livelli, il Museo integrerà arte ed architettura in volumi articolati coperti da un tetto esclusivamente in vetro; elemento progettato come filtro per un uso modulato e zenitale della luce naturale, ma anche come punto di unione tra interno ed esterno.
Una serie di ponti collegherà i tre livelli dell’edificio. Intorno ad una grande hall di accoglienza a tutt’altezza ruoteranno i vari spazi commerciali, la caffetteria, i servizi didattici, i laboratori di conservazione e restauro, le sale per eventi dal vivo e convegni.
L’idea progettuale è la creazione di uno spazio che non si esaurisca in un percorso lineare, ma si presenti come una complessa rete di connessioni. II progetto identifica infatti una serie di percorsi che si snodano all’interno delle gallerie quasi negando al visitatore di tornare sui propri passi.
Flessibilità e controllo delle condizioni ambientali sono le caratteristiche architettoniche di questi spazi. Le diverse suite sono infatti suddivisibili con pannelli espositivi mobili che consentono di mutare la natura stessa del luogo a seconda delle esigenze museali che volta per volta si presentano.
|