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14/09/2006 – L’Italia punta i riflettori sulle trasformazioni avvenute nelle città costiere della Spagna ed invita l’architetto spagnolo Oriol Bohigas a portare una testimonianza sugli interventi promossi nel suo paese e sulle esperienze da lui vissute nell’Italia del sud. È di questo che ha discusso Rinio Bruttomesso - curatore della mostra “Città-Porto” in programma a Palermo dal 15 ottobre 2006 al 14 gennaio 2007 – insieme a Oriol Bohigas e Juan Manuel Palerm Salazar nell’incontro organizzato nell’ambito del ciclo “Architetti e città, conversazioni” della 10. Mostra Internazionale di Architettura a Venezia.
Lo sviluppo costiero delle città e le risposte dei progettisti al tema dello spazio pubblico sono stati i temi principali della conversazione con Bohigas, durante la quale è stato ripreso l’argomento chiave cui si ispira la mostra “Città-Porto” prevista dal progetto Sensi Contemporanei della Biennale di Architettura: il rapporto tra le città e i loro porti.
Molte città di mare, in ogni parte del mondo, sono anche città portuali. Negli ultimi anni la presenza delle funzioni portuali in questi organismi urbani ha subito significative modificazioni, con il conseguente mutamento del loro assetto e della relazione stessa con il tessuto fisico e il complesso delle attività della città.
La natura e le conseguenze del cambiamento avvenuto nel sistema di relazioni tra città e porto è oggi uno dei fenomeni urbani più significativi. Conversare con celebri architetti può servire ad animare il confronto delle diverse posizioni sul futuro delle città, al fine di promuovere interventi migliorativi dei loro assetti urbanistici e della loro qualità di vita.
Bohigas pone l’attenzione attorno a due temi fondamentali: lo spazio pubblico e la distribuzione paesaggistica attorno al waterfront, rispettivamente ambito di competenza dell’amministrazione e del piano regolatore.
In tema di sviluppo delle coste, nodo sensibile del territorio, la Spagna rappresenta agli occhi di Bruttomesso un prezioso esempio per il nostro paese. Soprattutto per l’organizzazione sistematica che ha guidato i diversi interventi.
“Nella mostra di Palermo – spiega Bruttomesso - si è dato alla Spagna un posto d’onore per dimostrare come questo paese abbia risposto negli ultimi anni ad una serie di questioni, in modo sistematico, come paese. In Italia invece tali questioni sono appannaggio delle amministrazioni locali”.
L’Italia deve dunque riflettere su quello che sta facendo la Spagna. Deve tuttavia stare attenta alla “schizofrenia città-costa” che caratterizza il territorio spagnolo; cioè il divario tra lo sviluppo urbano, che rivela indubbia intelligenza, e quello turistico del litorale che ha portato contrariamente alla frantumazione del territorio.
L’architetto spagnolo ritiene che il principale problema che caratterizza il territorio italiano sia la privatizzazione delle spiagge. “In Italia – sottolinea Bohigas - il 90% della spiaggia è territorio privato, non pubblico. E mi sembra che in questo momento l’Italia non abbia troppa voglia di render pubblica questa fetta di territorio”.
Si tratta di un fenomeno che di certo non facilita interventi sistematici sulle coste delle città. E le sue esperienze nell’Italia del sud avrebbero confermato l’esistenza dello stesso problema: ferrovia e spiagge occupate.
“Ma l’architetto – domanda Bruttomesso - è all’altezza di questa responsabilità?”
“Come tecnico – risponde Bohigas - deve dare delle soluzione adeguate, ma la responsabilità è delle amministrazioni pubbliche, della politica. È l’amministrazione che deve scegliere l’architettura, affinché la città diventi competitiva”.
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