Ph. © Marcello Mariana
20/10/2021 - Lo studio A25 architetti trasforma un piccolo fabbricato agricolo a servizio dei terreni circostanti in alta Brianza nel ‘Rifugio del Gelso’, un luogo che assolve la funzione di deposito e fienile e allo stesso tempo di uno spazio conviviale.
Il territorio in cui sorge Rifugio del Gelso è stato caratterizzato fin dagli inizi del ‘900 dalla produzione della seta e dall’allevamento del gelso, il cui fogliame veniva impiegato come alimento per i bachi da seta. Negli ultimi cinquant’anni l’edificio è stato utilizzato come ricovero attrezzi e fienile e adattato e rimaneggiato secondo le esigenze del tempo, spesso con materiali che non hanno mai conferito particolari qualità.
In questa piccola architettura ritrovata trascorre gran parte del suo tempo il proprietario, un operaio che dopo una vita passata lavorando ora ha reso questo luogo la sua vita, trovando sempre occasione di scambiare quattro chiacchiere coi passanti, e facendo diventare il Rifugio un insolito luogo di incontro.
Una volta ripulito lo stabile di tutti i materiali di risulta utilizzati, l'edificio è caratterizzato da una struttura molto semplice in cemento “magro”, ripulita poi nella parte sottostante, mentre nella parte sovrastante a sostituzione dei tamponamenti precari è stato realizzato un nuovo paramento murario con mattoni di cemento. Il progetto risponde all’esigenza del proprietario di aver una parte di deposito/fienile al piano superiore e uno spazio più conviviale, oltre che di ricovero attrezzi, al piano terra di diretto accesso al sentiero posto dinanzi.
Entrando si trova un vero e proprio rifugio "arredato": un piccolo tavolo con delle sedie attorno e una sola finestra a inquadrare il paesaggio circostante. Un luogo intimo, privato, quasi segreto.
Al piano superiore invece lo spazio è adibito a deposito per l'attrezzatura agricola. Se un tempo l'edificio era stato tamponato con materiali di risulta, ora vengono impiegati mattoni di cemento. Il progetto reinterpreta in chiave contemporanea gli antichi paramenti murari dei grigliati a croce utilizzati nelle vecchie cascine e nei vecchi fienili. Ad oggi il Rifugio viene utilizzato come ricovero attrezzi e deposito di piccole “balle di fieno” già essiccate: ecco perché non è stato necessario un paramento murario forato o quasi interamente aperto, adatto invece all’essiccazione del fieno.
I materiali sono lasciati grezzi, semplici ed autentici, come lo era già la porzione esistente al piano terra. Mattoni in cemento per i tamponamenti della parte alta, legno di abete per il tetto, coppi in laterizio e lamiera grezza per i canali e i pluviali.
“La porta esistente in lamiera è stata verniciata in color ottone, a sottolineare il valore prezioso di questo piccolo Rifugio per il signor Benvenuto, e a indicare che dietro quella porta esiste un legame affettivo, una storia e tutte quelle storie che ancora abbiamo il dovere di ricordare perché sono esse stesse la storia di ognuno di noi”, raccontano i fratelli Francesco e Paolo Manzoni fondatori dello studio A25 architetti.
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