11/11/2021 - A Firenze, negli spazi della Fondazione Franco Zeffirelli, il prossimo 23 novembre, studiosi, storici, un architetto di fama internazionale e rappresentanti delle istituzioni locali, si riuniranno per il convegno “L’architettura del turismo sostenibile”, un occasione per riflettere sul tema della sostenibilità e sulle nuove possibili strade per la sua concreta realizzazione.
L’incontro analizzerà il ruolo e le potenzialità dell’architettura nella progettazione di un territorio capace di integrare, in maniera virtuosa e sinergica, turismo, ospitalità, filiera agro-alimentare, ristorazione, risorse naturali e produzione di energia, nel rispetto dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni dei luoghi.
Per affrontare una tematica così eterogenea, interverranno al tavolo: l’architetto Hani Rashid, fondatore, insieme con la moglie Lise Anne Couture, di Asymptote Architecture, studio di architettura e design di New York, nonché professore della University of Applied Arts di Vienna; il professore Stefano Maggi, docente di Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Siena; il professore Francesco Causone del Dipartimento Energia del Politecnico di Milano, esperto ambientale e curatore di diversi progetti carbon-neutral; il professore Zeffiro Ciuffoletti, Accademico emerito dei Georgofili; Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Ad arricchire ulteriormente il dialogo, gli interventi di: Dario Nardella, Sindaco di Firenze; Leonardo Marras, Assessore all’Economia, alle Attività Produttive, alle Politiche del Credito e al Turismo della Regione Toscana; Ermete Realacci, Presidente di Symbola–Fondazione per le qualità italiane Organizzatore dell’incontro, in collaborazione con Giunti Editore, è Hospitaliter Ospitalità, Territorio, Rete Agricola, ente no profit che punta a sviluppare progetti di vera sostenibilità, o sostenibilità concreta, duratura in quanto performante dal punto di vista economico.
La WTO (l’Organizzazione Mondiale del Turismo) definisce il turismo sostenibile come quella forma di turismo che “soddisfa i bisogni dei viaggiatori e delle regioni ospitanti e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro”, e l’ecoturismo come “un turismo in aree naturali che deve contribuire alla protezione della natura e al benessere delle popolazioni locali”.
La definizione comporta un’assunzione di responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle economie delle popolazioni locali: non basta progettare architetture rispettose della natura, con fabbricati costruiti con criteri moderni ecocompatibili e con riuso di materiali di costruzione, isolamento termico, ventilazione naturale, riduzione di uso e riciclaggio di acqua, produzione di energia rinnovabile e utilizzo di energia geotermica (tra le tante cose), ma è necessario anche rispettare la cultura e l’economia del luogo, rendendo così possibile la sostenibilità a lungo termine del progetto da parte delle popolazioni locali.
I progetti devono essere etici e virtuosi: non sfruttare un territorio, una cultura o una popolazione, ma al contrario generare ricchezza rispettandone le caratteristiche.
Il paradigma che Hospitaliter si propone è quello di realizzare una stretta integrazione tra l’ospitalità nell’ambiente naturale e le filiere produttive locali, in particolare con la straordinaria filiera enogastronomica tipica della Toscana e permeata di storia e cultura locale.
Nella visione di Hospitaliter, niente più della produzione agricola non intensiva è rispettosa al contempo dell’ambiente e dell’economia dei luoghi. Il contadino è il vero custode del territorio. E proprio dalla simbiosi tra turismo e filiera agricola può nascere una sostenibilità ambientale ed economica. A questo si aggiunge la produzione di energia dal sole, dalla geotermia, ma anche dalle biomasse: una scelta funzionale tanto all’agricoltura come al turismo, nonché capace di moltiplicarne il potenziale di sostenibilità ambientale ed economica.
Un approccio progettuale che integri nel turismo un’architettura sostenibile, la filiera alimentare enogastronomica e l’energia, con i suoi corollari di riduzione e produzione/rinnovo delle risorse naturali, può rappresentare un vero driver di crescita economica e di futuro sostenibile.
Questo paradigma è particolarmente efficace in Toscana, dove la forza dell’attrattiva turistica sta nelle bellezze naturali, nella storia e nella cultura dei luoghi, e nelle eccellenze agroalimentari come in pochi altri posti al mondo. L’integrazione di economia e cultura è sempre stata parte del DNA della regione: si tratta solo di riscoprirla e aggiornarla.
Da questo sistema, che integra il rispetto della natura con l’economia e la cultura dei luoghi può scaturire una sostenibilità forte e duratura nel tempo, la sostenibilità “concreta”, coerente gli obiettivi di sostenibilità (OSS) posti dalle Nazioni Unite (Agenda 2030) e dalla Next Generation UE nei tre pilastri, ambientale sociale ed economico.
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