10/12/2021 - La ceramica si ispira ai tessuti pincheck, tra ripetizioni grafiche, imperfezioni e sovrapposizioni cromatiche: Decoratori Bassanesi presenta Pin, il rivestimento in gres porcellanato smaltato disegnato da Margherita Rui.
Designer, Art Director e founder dello studio Dogtrot, Margherita Rui si occupa di interior design, grafica e comunicazione. Abbiamo chiesto a Margherita Rui di raccontarci della collezione Pin e della collaborazione con Decoratori Bassanesi.
Pin è la prima collezione disegnata per Decoratori Bassanesi. Com'è nato l'incontro con il brand?
"Decoratori Bassanesi è il brand di superfici ceramiche che seguo insieme a Dogtrot, studio di design e comunicazione che ho fondato con Alessandro Rado, CEO e Strategic Planner. Sin dall’inizio, abbiamo voluto coordinare ogni aspetto della comunicazione del brand e della sua progettualità, sino ad arrivare a progettare il prodotto stesso. Sono diventata così designer del brand, per cui ho disegnato Pin, una collezione ispirata al mondo tessile".
Qual è l'ispirazione da cui nasce questo progetto?
"Il nome Pin deriva da pincheck, il tessuto "a quadretto fine" realizzato con filati di diverso colore. Il motivo tessile è stato reinterpretato in chiave grafica per creare un pattern fatto di tratti e gesti imperfetti.
Pin si accosta alle tonalità della serie Colours, gres porcellanato smaltato disponibile in 12 diverse tonalità di colore, di spessore 8,5 mm e in formato 23,25x23,25 cm. Colours offre infinite combinazioni, ogni colore a catalogo è perfettamente identico a quello di ogni decorazione delle altre collezioni del brand, permettendo di giocare con combinazioni diverse.
Alle basi di Colours si sovrappongono i pattern di Pin in altrettante finiture, a creare un vivace gioco di percezioni. Così nasce un tessuto in cui trama e ordito si fondono creando una sintesi cromatica".
I tuoi lavori sono caratterizzati da una forte connotazione grafica. Come sei riuscita a trasmettere la tua cifra stilistica in un progetto come il rivestimento in ceramica?
"Nella sua ripetizione, il segno grafico di Pin è diventato vera e propria trama. Il motivo creato dai piccoli pixel è sempre diverso, ogni tratto è imperfetto e non c’è consequenzialità. In questo modo design e artigianalità trovano un dialogo materico, concretizzando la mia visione e il mio approccio in cui questi due estremi dialogano da sempre".
"I believe in the aesthetic of imperfection that comes from the dialogue between design and craftsmanship” è il tuo Manifesto. Come si declina questo messaggio nella collezione Pin?
"Pin rappresenta pienamente la mia visione. La collezione disegnata per Decoratori Bassanesi incarna il dialogo tra design e artigianalità: il pattern imperfetto della collezione diventa realtà traducendo la trama del tessuto in materia".
Cosa ami tanto del tuo lavoro?
"Amo la possibilità di comunicare con le persone attraverso oggetti che esplicano non solo una funzione, ma dialogano con la quotidianità, trasferendo emozioni. Amo lavorare, progettare in team con designer e clienti, trovando una sintesi tra diverse opinioni e prospettive, con la consapevolezza che il processo porti alla soluzione del problema".
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