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03/05/2022 - Nella nuova chiesa armena di San Sarkis a Carrollton (Texas) progettata dal premiato architetto newyorkese David Hotson (membro dell’AIA, l’American Institute of Architects) e ispirata all’antica chiesa armena di Santa Ripsima, si è celebrata la prima funzione domenicale il 24 aprile 2022, data in cui ogni anno la diaspora armena internazionale commemora gli 1,5 milioni di vittime del genocidio armeno del 1915.
La facciata della chiesa rappresenta una croce tradizionale armena – o “albero della vita” – composta di motivi botanici e geometrici intrecciati tratti dall’arte armena. Man mano che il visitatore si avvicina alla facciata, il disegno complessivo si dissolve in 1,5 milioni di minuscole icone (o pixel) ispirate ai simboli circolari che ricorrono in tutta la tradizione artistica armena.
Lavorando con l’architetto Stepan Terzyan, suo storico collaboratore, Hotson ha elaborato un progetto che guarda al futuro come pure al passato, coniugando le antiche tradizioni architettoniche e artistiche dell’Armenia con tecnologie digitali di progettazione e fabbricazione contemporanee.
La più eclatante di queste innovazioni contemporanee è la facciata occidentale della chiesa, che svolge la funzione di discreto ma potente monumento commemorativo degli 1,5 milioni di vittime del genocidio armeno del 1915.
Ogni singolo pixel rappresenta uno degli 1,5 milioni di individui che hanno perso la vita nel genocidio armeno del 1915, tra cui alcuni membri delle famiglie che appartengono alla comunità dei fedeli di San Sarkis. La successione delle singole icone che si estendono sull’intera facciata dell’edificio offre l’esperienza viscerale di misurarsi con la portata di questa atrocità della storia.
Per realizzare la facciata, Hotson ha collaborato a stretto contatto con Fiandre, la casa produttrice di superfici architettoniche che ha sviluppato il rivoluzionario sistema DYS, in grado di eseguire stampe personalizzate per esterni ad altissima definizione resistenti ai raggi UV sui materiali di rivestimento ceramici per facciate ventilate di grande formato di Fiandre.
La massa totalmente grigia dell’esterno della chiesa, rinzaffata con materiali moderni, fa riferimento al carattere scultoreo monolitico delle antiche chiese armene, che erano costruite interamente in pietra. L’accostamento dell’architettura monocroma alla ricca e variopinta vegetazione, immaginata e realizzata dalla paesaggista Zepur Ohanian, richiama alla memoria la forte relazione fra architettura monolitica e paesaggio verdeggiante che è tipica degli antichi edifici di culto e complessi monastici ancora esistenti in tutta la madrepatria armena.
Subito dopo essere entrato in chiesa dalla facciata dell’edificio commemorativo, il visitatore si ritrova nel luminoso santuario, una composizione di volumi spaziali inondati di luce ispirata agli interni di Santa Ripsima. I luminosi archi concavi scolpiti verso l’esterno riflettono indirettamente nello spazio interno l’accecante luce solare texana, ottenendo come risultato un tipo di illuminazione etereo.
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