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Foto Del Rio Bani
24/06/2022 - Il progetto Wildfarm Volterra di Studio Milani ha riguardato il recupero e l’ampliamento a scopo ricettivo di un piccolo anonimo annesso rurale adagiato sull’orlo di una paradisiaca terrazza naturale che guarda verso Volterra, in posizione dominante sulla Val di Cecina.
Le rocce affioranti e sciolte nel terreno collinare hanno ispirato il concept dell’ampliamento oltre che l’approccio materico e tecnologico per la realizzazione dei piani di posa degli interrati.
Da un lato, infatti, la pietra sciolta si fa edificio, aggregandosi all’esistente con raccordi trasparenti in acciaio corten e vetro, in una scolpitura netta dei due monoliti prismatici di nuova costruzione; dall’altro, le pietre incorniciano il dislivello tra l'edificio e lo spazio destinato al parcheggio ai livelli inferiori in un gioco di chiaroscuri, che riflette un uso tradizionale di queste regioni.
La nettezza delle linee che definiscono la composizione, accompagnata dalle ombre drammatiche che si generano in questo spazio agricolo aperto tra i boschi, porta con sé un tappeto di pietra che circonda i tre edifici e contiene una piscina profonda e aperta sull’orizzonte.
Gli ampliamenti ‘metafisici’ di travertino e le coperture, dotate di gronda interna in acciaio, si affacciano in due direzioni; uno offre la vista sulla piscina e l'altro fa da cornice all'oliveto. Ogni panorama è visibile attraverso un bow-window in acciaio corten che sporge verso l'esterno rispetto alla superficie in pietra.
Ulteriore protagonista di questo racconto materico è il parco che accompagna il passaggio tra le varie giaciture all’interno della proprietà, lungo l’asse nord-sud, e definisce una riva sinuosa di ciottoli di fiume su cui si aggregano linee nervose di metallo o travertino nella direzione opposta.
La riva di ciottoli ed erbacee che si allarga in una spiaggia disseminata di grosse rocce tondeggianti, al lato della piscina, si anima dalla fine dell’inverno alla fine dell’estate di cromine in sfumatura variabile. Variano non solo le fioriture, ma anche le tonalità di verdi e grigi delle foglie.
“Il concetto progettuale segue l’intenzione della messa in scena di un vero e proprio manifesto programmatico, ovvero, quello di poter affidare all’architettura autenticamente contemporanea, e convintamente antivernacolare, la mediazione tra contesto rurale e valore paesaggistico" spiega Studio Milani.
"Particolare attenzione è stata posta al rapporto tra forma e funzione facendo emergere le molte contraddizioni che una selvaggia agrituristizzazione della Toscana ha posto negli ultimi decenni, con conseguenti malintesi di carattere etico, culturale e tecnico. Perché continuare ad usare una forma insediativa pensata per lo più per assecondare i metodi del lavoro mezzadrile oggi scomparsi da decenni?
Altro punto centrale del progetto è il tentativo di superare il pretestuoso antagonismo tra bellezza e verità cercando di limitare i formalismi, affidandosi alla spigolosa tridimensionalità della geometria classica, la più adatta alla luce del Tirreno che qui arriva a folate di scirocco”.
A scontrarsi con le linee tese e silenziose dei volumi, è la pietra, di ogni dimensione, pervasiva del progetto e allestita con tecniche, pezzatura e significati diversi. Pietra con cui tutto si è compiuto in questo territorio e che l’arato ha fatto emergere dalla terra come reperto archeologico, poi lasciato in mostra nel giardino, come monumento all’agricoltura che fu.
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