21/02/2023 - Il Palazzo dei Diamanti di Ferrara riapre al pubblico dopo gli interventi di restauro e valorizzazione del complesso cinquecentesco e di adeguamento degli spazi espositivi firmati da Labics, lo studio di architettura di Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori.
Un’importante mostra su due grandi maestri ferraresi del Rinascimento, “Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa” (18 febbraio – 19 giugno 2023), curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli e arricchita da numerosi prestiti internazionali, è l’occasione per poter ammirare il palazzo in tutta la sua ricchezza e complessità, a conclusione dei lavori che l’hanno coinvolto dall’autunno 2020.
Palazzo dei Diamanti
Progettato da Biagio Rossetti, il Palazzo dei Diamanti fu costruito a partire dal 1493 e costituisce il centro ideale della cosiddetta “Addizione Erculea”, ambizioso progetto urbanistico concepito da Rossetti per il duca Ercole I d’Este e che prevedeva un vero e proprio raddoppio della città di Ferrara. Simbolo dell’architettura rinascimentale e tra i più celebri monumenti italiani nel mondo, il palazzo è così chiamato perché esibisce sui due prospetti esterni 8.500 bugne piramidali che alludono all’emblema estense del diamante.
Nel febbraio 2017 il Comune di Ferrara bandisce un concorso internazionale in due fasi per l’ampliamento e il miglioramento di spazi e servizi di Palazzo dei Diamanti a Ferrara, riguardante l’intero piano terreno tradizionalmente dedicato a mostre temporanee di alto profilo. Il raggruppamento formato da Labics e 3TI progetti italia si aggiudica l’incarico, selezionato su 70 gruppi partecipanti. Dopo una iniziale interruzione del procedimento da parte del Ministero dei Beni Culturali, avvenuta nel 2019, il progetto viene perfezionato e approvato.
Il progetto di Labics
Il progetto di Labics, dedicato al restauro e alla valorizzazione del complesso nonché all’adeguamento degli spazi, sia interni sia esterni, a fini espositivi, si riassume in una serie organica e integrata di interventi che sono stati avviati nell’ottobre 2020 e conclusi nel febbraio 2023.
Il primo intervento ha riguardato i principali ambienti espositivi preesistenti: l’Ala Rossetti e l’Ala Tisi. Le sale sono state dotate di superfici altamente tecnologiche, dietro alle quali sono nascoste le dotazioni impiantistiche. Nell’Ala Rossetti sono state realizzate nuove pavimentazioni in terrazzo alla veneziana e in entrambe le ale sono stati inseriti nuovi portali in ottone brunito per evidenziare la sequenza spaziale del palazzo rinascimentale.
Il secondo intervento ha riguardato gli spazi precedentemente occupati dal Museo del Risorgimento, che sono stati completamente rinnovati e destinati a nuove funzioni a supporto dell’attività espositiva: caffetteria, libreria, sala didattica e spazio polifunzionale. Inoltre, i cortili interni a questa parte del complesso, che Labics ha interpretato come “stanze all’aperto”, sono stati rinnovati e integrati nel percorso museale, valorizzando la particolarità di un palazzo che alterna pieni e vuoti, spazi interni e spazi esterni confinati.
Il terzo intervento ha riguardato la continuità dei percorsi sia all’interno sia all’esterno. Per quanto concerne i percorsi interni, si è riaperto un importante collegamento, interrotto nel corso del tempo, tra l’ex Museo del Risorgimento e il cortile principale; inoltre si è valorizzato l’accesso attraverso la loggetta affacciata sul cortile principale, rendendola parte integrante del percorso di visita.
L’intervento più rilevante è la realizzazione nel giardino del collegamento tra le due ali del Palazzo attraverso una struttura lignea, essenziale e leggera, in parte vetrata, che si estende nel giardino, rimarcandone le geometrie principali. Il giardino, concepito da Labics con il paesaggista Stefano Olivari, recupera le suddivisioni dell’antico brolo in riquadri quadrati e rettangolari e riporta alla luce, in chiave contemporanea, l’assetto documentato a partire dalla seconda metà del Settecento.
Il museo contemporaneo
Il progetto di Labics nasce dalla consapevolezza che l’architettura è un’arte viva per la quale l’utilitas è un aspetto fondamentale. Gli interventi realizzati per il Palazzo dei Diamanti costituiscono un complesso organico di azioni mirate sia alla conservazione dell’edificio storico, della sua spazialità, della sua qualità intrinseca, sia all’adeguamento dei suoi ambienti alle esigenze di un moderno spazio espositivo. Il progetto struttura i percorsi del complesso monumentale e consolida in Palazzo dei Diamanti un’idea contemporanea dello spazio museale.
Premessa
Il progetto per il Palazzo dei Diamanti consiste in una serie organica di interventi finalizzati al restauro e alla valorizzazione del complesso cinquecentesco e all’adeguamento degli spazi, sia interni sia esterni, a fini espositivi.
Il progetto è mosso dalla convinzione che l’architettura, a differenza della pittura, della scultura o di altre forme d’arte, sia un’arte viva che non può solamente essere contemplata nella sua bellezza; un’arte che per continuare ad esistere debba essere fruita e, se necessario, reinterpretata. Così è sempre stato nella storia dell’architettura, fatta eccezione per la tendenza che, in tempi recenti, ha visto spesso il prevalere della logica della pura conservazione sulla possibilità di riscrittura e arricchimento dei monumenti che ci sono stati tramandati dal passato.
Anche il Palazzo dei Diamanti ha avuto in tal senso una storia complessa nel corso dei secoli che lo rende un meraviglioso palinsesto, fatto di ripensamenti, aggiunte successive e parti mai completate. Un edificio privo, se non nelle facciate esterne, di una unità complessiva, testimoniata anche dall’uso articolato che se ne fa oggi: il piano nobile, che comprende il salone d’onore e l’appartamento cinquecentesco di Virginia de’ Medici, ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, mentre il piano terra dal 1991 viene utilizzato come sede per esposizioni temporanee dalla Fondazione Ferrara Arte.
All’interno di questo contesto, gli interventi di seguito presentati devono essere letti come un complesso organico di azioni mirate sia alla conservazione dell’edificio storico, della sua spazialità, della sua qualità intrinseca, sia all’adeguamento dei suoi ambienti alle esigenze di un moderno spazio espositivo.
Per la descrizione completa dell'intervento consultare la scheda progetto.
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