24/02/2023 - L’intervento di restyling di uno studio medico in un palazzo degli anni ‘70 a Trastevere si è trasformato per Michela Ekström in una sfida che ha affrontato il tema rapporto tra interno e tessuto urbano.
L’appartamento aveva una tendenza fortissima all’introversione. I vetri erano opachi, ciò che era fuori dalla finestra doveva rimanere fuori. Il tema del rapporto, del dialogo con il luogo, è diventato quindi il tema principale del progetto. La rigidità tipologica dello spazio viene quindi rotta attraverso un gioco di specchi che, sviluppandosi lungo una linea spezzata, vanno a conferire un dinamismo allo spazio moltiplicando le immagini riflesse, quasi fossero spezzoni di una pellicola. Ciò che sta fuori quindi ora entra dentro, sovrapponendo forme, materiali, luci proprie.
Lo spazio interno, caratterizzato da superfici bianche e da rigorosi volumi in falegnameria su misura, accoglie quindi nella sua purezza astratta il ritmo e la variazione delle facciate esterne.
I materiali scelti sono il travertino per il bancone di ingresso, che si relaziona visivamente con il basamento delle facciate prospicenti, l’mdf marrone laccato trasparente opaco per gli elementi in falegnameria della zona dell’ingresso e i pannelli valchromat verdi laccati trasparenti opachi per le sale mediche. La scelta di lavorare con i pannelli derivati del legno lasciando nuda e visibile la propria l’imperfezione, fa parte dell’approccio progettuale che denota una posizione critica rispetto a quello che è l’ambito dello studio, la chirurgia plastica e la medicina estetica. Una volontà di “rappresentare” fisicamente e sensorialmente il concetto di bellezza imperfetta e autentica.
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