28/02/2023 - Porta la firma dell’architetto Gabriele Pinca, fondatore dello studio Ubik architecture, la nuova cantina vinicola Il Quinto sulle colline di Magliano in Toscana, un piccolo paese in provincia di Grosseto.
La sua architettura è stata pensata per entrare in mimesi con il paesaggio e lasciarsi scoprire a poco a poco, attraversando la tenuta che la ospita e rifuggendo qualsiasi tentativo di monumentalismo.
Tramite lo studio attento del territorio, la cantina è stata posizionata in modo da massimizzarne l’integrazione nel paesaggio, riducendo al contempo gli scavi. Il suo volume si inserisce, infatti, nel reticolo stradale esistente ricongiungendo i vari percorsi posti a livelli diversi, evitando la realizzazione di nuove strade, nella consapevolezza che in ambito paesaggistico tali elementi possono essere più impattanti degli edifici.
La nuova architettura della cantina è generata attraverso le linee del paesaggio esistente. Idea che il visitatore legge chiaramente nei nastri metallici che caratterizzano la cantina, i quali cambiano significato nel loro scorrere, trasformandosi da strada a muro, da muro a copertura, fino a fondersi nuovamente nel reticolo viario poderale.
Quando si arriva alla tenuta si è circondati dal verde del paesaggio maremmano e la vista si apre fino al promontorio dell’Argentario. Quella che sembra una collina tra le altre, è l’ingresso della cantina che nasce dal terreno. La sua facciata, realizzata con la pietra proveniente dagli stessi scavi ed elementi di corten si integra con i colori della campagna circostante. Tale scelta progettuale sottolinea la ricerca di soluzioni sostenibili che non si concludono ai soli elementi tecnici e tecnologici, ma che includono concetti di uso e riuso dei materiali locali e delle tradizioni costruttive.
Camminando tra i vigneti della tenuta vediamo il prospetto dell’edifico che sembra rincorrere le linee dei filari. Le coperture verdi sono state progettate in modo da garantire gli spessori adeguati a piantumare essenza arbustive del luogo e dar vita a un tetto di fiori.
Varcato l’ingresso, la sala accoglienza e la sala degustazione, aprono le loro ampie vetrate sul paesaggio.
Le linee all’interno sono nette e pulite, volte ad esaltare la trama e la grana dei materiali selezionati, quali legno, pietra e cemento a faccia vista.
Dall’ingresso una scala affiancata a una parete di pietra conduce al livello inferiore, dove troviamo la barricaia, con murature in cemento a faccia vista e pavimento in resina rossa. La scala porta con sé una luce che cambia durante il giorno creando atmosfere sempre diverse.
Da qui si scende all’ultimo livello attraverso la scala in metallo che ci accompagna da un luogo scenografico come la barricaia ad uno più tecnico e di lavoro come quello della tinaia.
Questi locali sono caratterizzati, come i precedenti, dal cemento alle pareti e al soffitto e dalla resina rossa a pavimento, dove l’acciaio dei tini e le grandi vetrate ci restituiscono uno spazio di lavoro che non perde il suo fascino e mantiene il contatto con il paesaggio.
I flussi sono pensati per lasciare i livelli della tinaia, della bariccaia e dei piazzali esterni facilmente gestibili e fruibili per la vendemmia e le fasi di lavorazione, permettendo la caduta per gravità delle uve tramite dei boccaporti.
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