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Foto F.Ambrosi
20/04/2023 - Fondazione Achille Castiglioni partecipa al fuorisalone 2023 con la mostra “Fa ballà i man, il Design dei Castiglioni guardato con mano” a cui, fino al 23 aprile, si accede, solo su prenotazione dalle ore 10 alle ore 17.
“Siamo in Piazza Castello 27 a Milano, di nuovo, alle prese con una mostra che restituisca e condivida un punto di vista inaspettato sul lavoro di Achille Castiglioni. Da anni in questo luogo si toccano gli oggetti, si provano le sedie originali, si accendono le luci per vedere come sono progettate e questa volta vi chiediamo di chiudere gli occhi e farvi guidare dalle mani, dai gesti, dal tatto” spiegano Carlo e Giovanna Castiglioni. “A Marco Marzini abbiamo affidato, anche questa volta, il compito di scrivere una nuova storia e sperimentare in questo spazio vivo, un allestimento che possa dare al visitatore una percezione diversa del metodo progettuale, partendo dall’archivio della Fondazione Achille Castiglioni per raccontare un aspetto inedito della miriade di oggetti presenti nel museo.”
“Fa ballà i man, il Design dei Castiglioni guardato con mano” che strizza l’occhio e stringe la mano al famoso detto milanese/lombardo “Fa ballà l’oeucc”, ovvero “Fai ballare l’occhio”: stai attento, guarda bene. In questo caso a ballà sono le mani: devono toccare, afferrare, premere, ruotare. Gesti semplici, all’apparenza banali, ma gesti a cui i Castiglioni hanno dato un’attenzione che merita di essere raccontata.
La mostra suggerisce, in maniera laboratoriale e gentilmente provocatoria, un diverso modo di osservare: il punto di vista dell’oggetto trasformato in punto di con-tatto.
“Tra tutti gli oggetti progettati dai Castiglioni ho scelto di approfondire quelli che presentavano maggior interazione tra la forma e la mano, l’uso e il gesto.
Una sfida che ha trovato il proprio ossigeno all’interno della relazione forma-funzione, presupposto fondamentale nel lavoro dei Castiglioni.”
“Gli oggetti devono fare compagnia”, diceva Achille, una chiara sintesi di umanizzazione dell’inanimato che si deve quindi dotare di un’estensione “familiare” alla mano umana. Così sugli oggetti nascono maniglie, pomoli, incavi, pomellini, manicotti rotanti, elementi che favoriscono la presa.
Sono oggetti che tendono la mano all’utilizzatore, sono lì per essere usati, consumati, vivere nella nostra vita.
“Mi sono così inventato un alfabeto gesticolare, un abaco di gesti che si ritrovano in ben 42 progetti esposti in cui la mano è complice del progetto: in alcuni casi diventa proprio l’elemento innovativo e sorprendente.”
Questa mostra è un invito a sperimentare, a guardare gli oggetti in modo diverso, non con la semplificazione e la rapidità dell’occhio, ma con la lentezza e la cura della mano, del tatto, per indagare meglio gli aspetti funzionali e pratici.
Attenzione, non è quella mano che accarezza l’oggetto e ne apprezza e ne riconosce la forma più o meno scultorea, bensì è quella mano che compie il gesto funzionale per utilizzare l’oggetto stesso.
È la mano che sposta una poltrona, che “frulla” il caffè con un cucchiaino, che rovescia un bicchiere, che serve il the, che orienta una luce, che accende e spegne una lampadina .... qui il gesto è il “componente principale di progettazione” (A.C.), l’oggetto viene dopo.
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