23/08/2023 - È firmata da Luca Zanaroli la Casa nel verde nelle campagne tra Carovigno e Ostuni, in Puglia.
«La campagna dell’alto Salento è caratterizzata da morbide colline e da ulivi millenari, spesso di grande pregio e di notevoli dimensioni. Questo è il contesto in cui è sorta questa casa, un appezzamento di terreno circondato da muretti a secco e punteggiato da ulivi dalle grandi chiome che filtrano la luce limpida e tagliente del sud sulla terra rossa pugliese. Nulla di più, ma certamente quanto basta per considerarlo il luogo ideale per realizzare una casa immersa nella natura, come desideravano i clienti che per oltre un anno lo hanno cercato, immaginandosi lì il loro buen retiro. Le loro richieste erano semplici: una casa in un luogo intimo dove ritirarsi per riposare, ma anche dove poter lavorare lontano dalla città. Una casa dove sentirsi tutt’uno con l’ambiente circostante, e che fosse autosufficiente» spiega Luca Zanaroli.
«L’idea, quindi, è stata quella di creare una sorta di casa fluida e “diffusa”, con spazi non definiti, ma aperti (a parte il blocco della zona notte), in continuità con l’ambiente esterno, dove lo sguardo potesse sempre trovare il verde che, in una sorta di abbraccio, circonda la casa.
Come in tutti i miei lavori realizzati in contesti come questo, ho sempre pensato che costruire una casa in mezzo alla natura fosse, in un certo senso, fare un atto di violenza, procurare una ferita da dover rimarginare in una sorta di riappacificazione con la natura stessa, restituendo ad essa ciò che le si è tolto. Il progetto innanzitutto avrebbe, quindi, dovuto rispettare il luogo, senza sradicare un solo albero, al contrario considerandoli non solo un vincolo imprescindibile, ma un elemento integrante del progetto. Sono gli alberi, infatti, a fornire alla casa la protezione dai venti dominanti e dall’irraggiamento solare estivo, fornendo il necessario ombreggiamento per evitare il surriscaldamento delle superfici, filtrando la luce in modo delicato e lasciando l’aria libera di circolare naturalmente e delicatamente all’interno degli ambienti.
I volumi sono semplici e richiamano le forme tradizionali, elementari e compatte, seppure articolate in modo da seguire le ombre e gli spazi vuoti definiti dagli alberi.
I materiali sono quelli della tradizione, intonaci di calce bianca e pareti di pietra posata a secco proveniente dagli scavi per realizzare la costruzione, riutilizzando quindi il materiale ricavato dallo stesso sito.
Le grandi aperture vetrate a sud sono protette dalle fronde dei rami degli ulivi, mentre quelle esposte ai raggi solari sono compatte e molto spesse, realizzate in pietra per avere il massimo di inerzia termica: accumulano calore durante il giorno rilasciandolo lentamente durante la notte.
Questo approccio progettuale consente, in una certa misura, una riappacificazione con l’ambiente naturale, ma fornisce anche risposte ad una delle richieste dei clienti: avere una casa il più autosufficiente possibile. Così la casa consuma poca energia, e quel poco che consuma è energia rinnovabile proveniente dai pannelli fotovoltaici e solari posizionati in copertura. L’acqua meteorica viene recuperata e immagazzinata in una cisterna e successivamente riutilizzata per irrigare il terreno e per gli scarichi dei servizi igienici.
I colori delle superfici sono quelli naturali, degli stessi materiali utilizzati nella costruzione: la calce e la pietra bianca di Ostuni. Il pavimento esterno è in cemento naturale levigato e cerato, del colore nocciola chiaro della pietra con cui è stata realizzata la grande parete a sud, mentre la zona della piscina è in pietra bianca sabbiata in modo da non accumulare calore. Le pareti interne sono rivestite con malta di calce pigmentata grigio chiaro stesa a mano in modo materico, per ridurre l’abbagliamento dei raggi del sole che entrano nelle ore pomeridiane e assorbire la luce senza rifletterla. Gran parte degli arredi, dal divano del living ai letti, sono realizzati in muratura, mentre il resto degli arredi su misura sono su disegno e realizzati da artigiani locali in legno di quercia bruno e ferro naturale, come la cucina e il tavolo da pranzo.
Oltre agli ambienti “indoor”, sono stati creati diversi ambienti “outdoor” per poter godere pienamente l’ambiente circostante, come da richiesta dei clienti. In una sorta di casa “diffusa”, quindi, sono state create delle stanze all’aperto: un living con camino ricavato nella parete di pietra, una cucina ricavata in un antico recinto per animali, così come un’area relax e lettura in un giardino “segreto” racchiuso da antichi muretti a secco, infine una zona pranzo con tavolo in cemento su una piattaforma sempre in cemento sotto l’ombra di un grande ulivo. Questi spazi rispondono anch’essi alla logica dell’integrazione tra ambiente artificiale e ambiente naturale, e diventano parte integrante dell’architettura e del paesaggio stesso.
Insieme a Giuseppe Tricarico, architetto paesaggista dello studio PAZ, sono stati pensati gli interventi sul verde in modo da accompagnare l’inserimento della costruzione nel paesaggio esistente. La stessa piscina è stata progettata in modo da integrarsi delicatamente nel contesto, utilizzando colori scuri che potessero riverberare gli elementi naturali che la circondano, in un gioco di riflessi che mette in risalto la relazione tra artificio e natura».
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