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I vincitori dei Premi In/Architettura 2023 | Triveneto
Premi alla carriera a Emilio Ambasz, Piera Ricci Menichetti e Maria Grazia Piazzetta
Autore: cecilia di marzo
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I VINCITORI DEI PREMI IN/ARCHITETTURA 2023 | TRIVENETO
15/09/2023 - Si è svolta oggi al Museo Revoltella di Trieste la cerimonia di Premiazione dei Premi IN/ARCHITETTURA 2023 per il Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige.
A seguire, rispettivamente il 21 e il 22 settembre, avranno luogo le cerimonie di premiazione dei Premi IN/ARCHITETTURA 2023 Liguria e Sicilia.

Parte da Trieste, dal Museo Revoltella, luogo significativo in quanto esprime il raffinato DNA di Carlo Scarpa, il ciclo di cerimonie di premiazione #INARCHITETTURA2023, una iniziativa di grande portata storica il cui obiettivo è  promuovere il valore dell' architettura contemporanea e delineare il futuro dei nostri luoghi di vita" dichiara Lucia Krasovec-Lucas, Presidente IN/Arch Triveneto. "È sempre più urgente parlare di architettura come azione maieutica che genera bellezza e benessere nei territori e per le persone nei territori. Architettura come incarnazione di una missione educativa, nel senso latino 'ex-ducere' che non deve prescindere dall' "in-struere", per recuperare il "daimon" hillmaniano con cui riappropriarci di consapevolezza e coraggio. È questa un’occasione di confronto e riflessione molto importante soprattutto a Trieste, in questo tempo in cui si giocano partite generative di un rilancio strategico della città, quale sfida per riconquistare il suo ruolo naturale di una Ville Lumière d’eccezione".
 
Su 200 opere candidate in totale nel Triveneto (96 per il Veneto, 29 per il Friuli-Venezia Giulia e 75 per il Trentino-Alto Adige), sono risultati vincitori i seguenti progetti.
 
PREMI INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE
 
Friuli-Venezia Giulia
Museo archeologico, Aquileia di GNOSIS Progetti

 
Motivazione: Il tema dell’inserimento di un corpo di fabbrica nuovo a ridosso di una struttura storica trova qui una pregevole soluzione: la sobrietà dei volumi, la scelta dei materiali di rivestimento e la funzionalità degli spazi concorrono a rendere maggiormente fruibile il museo esistente, arricchendolo di nuove presenze architettoniche, che evitano qualsiasi mimetismo, affermano con orgoglio la propria riconoscibile contemporaneità e si integrano nel tessuto storico di Villa Cassis Faraone.
 
Trentino-Alto Adige
Ring Road, Bressanone di MoDusArchitects e Studio di ingegneria Valdemarin


 
Motivazione: La circonvallazione Bressanone-Varna rappresenta un eccellente esempio del modo in cui un’opera infrastrutturale, nell’inevitabile impatto con il territorio, e con tutti gli aspetti che normalmente ne conseguono, possa proporre qualità nel disegno del paesaggio pur sottoposto ad una serie di importanti modifiche orografiche: trincee, tunnel, scarpate, muraglie di barriere acustiche, muri di sostegno, canne di ventilazione. Si rileva un’attenzione particolare nelle scelte tecniche strutturali con il cemento trattato a facciavista (beton brut) – particolarmente curato dal punto di vista realizzativo – accostato a conci di pietra ad opus incertum impiegati nel rivestimento di piani inclinati di scarpata. Le aperture dei tunnel vengono risolte con proposizioni diverse nel rapporto con la specifica situazione orografica: utilizzando forme squadrate e geometriche negli imbocchi trattati asimmetricamente, con aggetti arditi, quanto sinuose curve che alludono a forme organiche, prima fra tutte la bocca di un grande pesce dai sottili profili che avvolge e accoglie chi l’attraversa. È lecito interrogarsi se anche i terminali delle canne di ventilazione, imponenti tubazioni in acciaio corten che escono sopra uno sbalzo del profilo della collina, non alludano organicamente ad una propaggine caudale di un pesce che si immerge nel terreno, aggiungendo un elemento fortemente scultoreo nel disegno complessivo del paesaggio; pregevole ancora la lunga barriera acustica in legno e acciaio ondeggiante sul lato con la leggerezza di un opera di landscape art di Christo. Quest’opera rappresenta un esempio corretto quanto significativo nell’affrontare il tema delle infrastrutture in un’ottica di equilibrato rapporto di dare-avere con l’ambiente.
  
Veneto
Bivacco Fanton, Auronzo di Cadore (2021) di DEMOGO Architects



Motivazione: “(...) c’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio (...) la nostra epoca è ossessionata dal desiderio di dimenticare, ed è per realizzare tale desiderio che ci si abbandona al demone della velocità” Milan Kundera (La lentezza, 1995). È questa metafora del tempo filosofico e reale di Kundera a dare corpo al Premio per il progetto del Bivacco Fanton, unitamente alla poetica dello spazio che esprime ed enfatizza, con la sua presenza, l’architettura naturale del luogo, operando gesti fortemente narrativi e di rilevanza culturale e simbolica. L’oggetto, che sembra appoggiato stabilmente sul versante ma anche in procinto di scivolare a valle, diventa medium del paesaggio in cui si inserisce, a cui dona sostanza e memoria. Il parallelepipedo inclinato, la cui forma evoca un affioramento geologico, espande la topografia in cui giace sospeso e amplifica la bellezza mozzafiato delle vette dolomitiche, inducendo il visitatore a spaziare lo sguardo in una dimensione infinita e totale. Il cuore del bivacco in vetroresina e fibra di carbonio, adatto al contesto ambientale alpino, è rivestito in metallo di zinco: una sfida tecnologica complessa per un progetto che tende alla leggerezza, non solo come metafora dell’altitudine ma anche per necessità, in quanto si propone di esplorare la ricerca sui materiali per l’alta quota, e così rappresenta una nuova pagina dell’architettura che arriva al cuore selvaggio delle Dolomiti.
 
Cantina Gorgo – Il Brolo, Custoza (VR) di bricolo+falsarella


 
Motivazione: La reinterpretazione in chiave contemporanea di funzioni e materiali storici costituisce il portato più significativo del progetto. Gli elementi riconducibili alla tradizione (tipologia rurale del Brolo e le superfici grezze tra cui spiccano pietra, ferro arrugginito e legno spazzolato) si integrano sapientemente con i segni della contemporaneità (spazi aperti e fluidi, disegno minimale dei volumi, quinte sceniche e tagli lineari). La luce naturale, la possibilità di contemplare il paesaggio circostante e le inedite relazioni con il contesto rappresentano un valore intangibile che travalica le soluzioni architettoniche.
 
La Cavana, Monselice (2022) di Mirco Simonato


 
Motivazione: Un progetto per l’attracco di barche lungo il canale Bisatto, che comprende anche il bike sharing, diventa non solo punto di aggregazione per la cittadinanza ma anche un luogo di connessione tra la natura e la comunità. Il doppio colonnato, che apre alla città, accoglie il visitatore e lo accompagna verso l’acqua in una sorta di labirinto fluido che governa l’interscambio tra acqua e terra, definendo uno spazio che è regolare e irregolare al tempo stesso (scalinata e tetto trapezoidali). L’avvicendarsi di setti e pilastri su una griglia geometrica dichiarata definisce il percorso dinamico e lucente che anticipa l’acqua, con una pluralità di livelli determinata dall’uso sapiente di materiali e cromie che rivelano differenti funzioni e definiscono l’architettura dello spazio. Il Premio è stato assegnato per la caratura sociale del progetto: la metafora del colonnato che, come un esoscheletro avvolge e sostiene un ideale corpo architettonico, diviene filtro tra terra e acqua che amplifica un limes essenziale tra ciò che è stanziale e ciò che muove. L’assegnazione di un ritmo all’attraversamento rende possibile, infine, stimolare una riqualificazione che potrà recuperare il canale per tutta la sua estensione urbana, come elemento strettamente relazionato a Monselice: un design radicale in grado di colonizzare con parole buone il paesaggio esistente.
 
Le bâtiment descendant l’escalier, Jesolo Lido (2021), ELASTICOFarm e bplan studio

 
Motivazione: In un contesto urbanistico frastagliato quanto mediocre, connotato da un’edilizia turistico-residenziale risalente agli anni del boom economico; con edifici sorti ad occupare i lotti con volumetrie e sviluppi privi di riferimenti nel contesto circostante, quanto in termini di linguaggio; in una posizione quindi di seconda “categoria” in quanto spostato di qualche isolato rispetto all’affaccio sul mare Adriatico, questo oggetto sembra essere atterrato come una astronave aliena. L’opera è un gesto di rottura con il circostante, si propone di completare e riqualificare un contesto slabbrato di banalità, ergendosi a nuovo fulcro, baricentro di provocatoria espressività, violentando con il suo “fuori scala” la trama ortogonale dei lotti e degli assi viari circostanti. La scelta dello sviluppo “a ventaglio” rivolto verso il mare (visibile dai piani alti) avviluppa gli spazi privati-condominiali e pubblici sottostanti e trova quasi un dialogo (nel tessuto urbano) con un prospiciente complesso antistante la Piazza Carducci. Il lotto a forma quadrata ospita a livello strada un esercizio commerciale su una maglia strutturale regolare che funge da piedistallo alla soprastante volumetria residenziale, staccata dal suo basamento, per mezzo di una selva di colonne inclinate che sospendono le volumetrie soprastanti. Detto spazio vuoto che i progettisti definiscono “piano fantasma”, ma che potremmo riconoscere in uno dei comandamenti dell’architettura moderna: “le plan libre”, offre la sensazione da determinate viste prospettiche che l’edifico galleggi nell’aria. In quest’opera, divisiva, che non ammette giudizi prudenti: o si ama o si odia, risulta problematico trovare delle giustificazioni oggettive di natura linguistica, o compositiva, in relazione ad ogni scelta operata: dal suggestivo disordine dei percorsi, che incuriosiscono e sorprendono, all’uso dei materiali (tra i quali i rivestimenti in mosaico in uso negli anni ’60), quindi all’uso dei colori decisi per le diverse finiture e materiali, quasi a voler suggerire dei nuovi colori primari (Rietveld, Mondrian...). I piani sfalsati si aprono incastonando le cellule dei singoli alloggi come dei grappoli sul traliccio sottostante, controventato dal blocco scala-ascensori e dalle passerelle di collegamento a ballatoio. Infine, ciò che si è inteso premiare in questa architettura singolare, e non senza un serrato confronto in seno alla commissione giudicatrice, è stato il diverso approccio al tema della residenzialità turistica che per massima parte ha offerto – nell’ultimo decennio – soluzioni che poco si differenziano le une dalle altre; da Lignano a Jesolo a Riccione, gli edifici a torre in prima fila sulla spiaggia si assomigliano tutti abbastanza, nella loro lussuosa e rassicurante compostezza. La provocatoria e gioiosa “scompostezza” di Le bâtiment ... grida, non parla educatamente.

MENZIONI
 
Trentino-Alto Adige
 
Ötzi Peak 3251m, Senales (2020) di NOA


 
Motivazione: Un percorso sagomato in conformità all’orografia del sito, una piattaforma sospesa sulla sommità rocciosa, uno sbalzo sul punto più panoramico sono gli unici segno dell’azione dell’uomo al cospetto della maestosa grandiosità delle montagne circostanti a oltre 3.000 mt di altezza. Pur avendo fatto ricorso a elementi costruttivi industriali (profili metallici commerciali, passerelle in grigliato, lamiere di corten, parapetti in vetro), la cura del dettaglio e l’originalità delle soluzioni conferiscono all’insieme una qualità non comune e come tale meritoria di menzione.
 
Scuola materna, Sluderno di Roland Baldi Architects


 
Motivazione: Creare un ambiente amichevole e familiare per i bambini spiega la scelta programmatica di ricorrere alla forma iconografica della casa: tetto a falde, facciate intonacate, grandi finestre sfalsate. Dal punto di vista compositivo risultano apprezzabili: 1. lo sforzo di utilizzare una porzione contenuta di terreno (meno di un terzo) per il volume edilizio, in modo da massimizzare la superficie esterna per attività ricreative 2. la creazione di un ampio e luminoso foyer, destinato oltre a funzioni distributive anche a aree di benvenuto, relax e giochi per i bambini 3. l’orientamento delle aule verso sud e verso il giardino Da punto di vista costruttivo meritano menzione: 1. l’utilizzo di una struttura completamente in legno lamellare incrociato 2. la realizzazione di un controsoffitto realizzato con listelli di legno massiccio per garantire un adeguato isolamento acustico.
 
Veneto

Casa Platform, Venezia (2019) di SET Architects



Motivazione: Introdurre all’interno di uno spazio storico dall’esuberante identità un sistema allestitivo è il tema di questo progetto. La soluzione adottata, meritoria di menzione, è semplice e funzionale nella sua astrazione eterea. Due elementi leggeri e minimali (una struttura metallica a telaio e un sistema di tele bianche su cui stampare i progetti da esporre), si contrappongono alla pesantezza della pietra e alla ricchezza delle decorazioni presenti. A ciò si aggiungono qualità necessarie e qualificanti di una struttura espositiva: modularità, serialità, fluidità e dinamismo, grazie al posizionamento del sistema al centro delle due campate laterali con la conseguente esposizione dei progetti su entrambi i fronti.
 
Casa P+E+3, Cittadella, di Filippo Caprioglio


Motivazione: A differenza di altri casi qui il richiamo al genius loci non è solo programmaticamente dichiarato ma anche concretamente realizzato. L’ingombrante presenza delle mura storiche di Cittadella diventa il motivo ispiratore di tutte le scelte progettuali: dall’uso dei materiali (mattone faccia a vista), alla soluzione compositiva (caratterizzata da due setti murari paralleli tra loro) alla funzione programmatica (protezione dello spazio domestico), fino al disegno delle forometrie (strette e lunghe da un lato, ampie e trasparenti dall’altro).
 
Nuova sede e polo logistico VIMAR, Marostica, di Atelier(s) Alfonso Femia / AF517


 
Motivazione: La menzione a questo progetto va attribuita principalmente per la particolare rappresentazione della luce, core business dell’azienda, e per aver ideato un palinsesto di soluzioni di facciata che vanno di volta in volta a dialogare con il paesaggio circostante, la cui identità è fortemente rimarcata dal paesaggio agricolo e dal fondale scenografico del castello. Il progetto rivela sensibilità per il contesto, e per questo è da considerarsi una buona pratica per stimolare la ricerca di una moderna estetica industriale e produttiva, spesso confinata in anonimi capannoni che si susseguono lungo le nostre statali in grado di deturpare non solo il contesto di pregio agricolo e paesaggistico ma anche l’ingresso alle città, come sgraditi ospiti fuori dalla porta. È significativo in tal senso l’incipit della descrizione al progetto di Alfonso Femia: “progettare con una azienda il suo futuro è un atto di responsabilità a cui conferire visione, coraggio e rispetto dell’identità che rappresentano nei confronti della loro storia e del luogo”.
 
Il trasporto pubblico a Venezia di 120 grammi: laboratorio di architettura


 
Motivazione: La trasformazione in luogo espositivo di uno spazio militare ai margini della laguna di Venezia, caratterizzato da mura spesse e da una volta in mattoni, diventa l’occasione per cimentarsi con il tema della rifunzionalizzazione di luoghi storici vincolati. Assecondando le dimensioni dello spazio, stretto e lungo, e nel rispetto dell’involucro intoccabile per ragioni conservative, il progetto, basato sul principio della sospensione, si limita a introdurre due mensole in ferro grezzo, lunghe 20 mt ciascuna, fissate a pressione nelle finestre della volta che si trasformano in teche luminose, e 5 basi con cassetti per l'esposizione di plastici e disegni tecnici. Ma soprattutto valorizza con la luce artificiale, perfettamente integrata nel sistema allestitivo, la forza espressiva del sito, originariamente destinato ad armeria di una fortezza ottocentesca, costruita dagli austriaci.

PREMIO SPECIALE FEDERBETON

Trentino-Alto Adige
Fieldhouse di MoDusArchitects - Sandy Attia e Matteo Scagnol


 
Motivazione: L’edificio per lo sport alle pendici del monte Corno, poco a Sud di Bolzano, è significativo del modo originale di impiegare il cemento dello studio MoDusArchitects. Negli ultimi anni, Sandy Attia e Matteo Scagnol hanno lavorato attentamente sul materiale, facendolo complice della loro estetica. Nei loro edifici giocano con setti di cemento lasciato a vista, piani o curvi, ritagliati e appoggiati a terra in punti imprevedibili: forme continue e omogenee capaci di rigenerare lo spazio urbano (la rivista “L’industria italiana del cemento” ha già pubblicato l’ufficio del turismo e il recupero dell’Accademia Cusanus a Bressanone, oltre a Fieldhouse, nei numeri 855, 857, 858). La sperimentazione è anche nel cantiere: cemento chiaro d’altoforno, inerti sostenibili provenienti da scavi di gallerie, casseforme speciali liscissime, riempimento di precisione dei fori dei distanziali, trattamenti superficiali meccanici rendono la tessitura delle superfici ricca e piena.
 
PREMIO SPECIALE WTW – WILLIS TOWERS WATSON

Veneto
BSS Zanè House di NEARCH e Studio dal Toso


 
Motivazione: Il progetto risponde ai valori di Willis Towers Watson (WTW), vicina al territorio ed in grado di trasferire la propria visione globale nel locale. Il progetto rivela grande sensibilità al tema della sostenibilità, dalla scelta dei materiali, alla capacità di raggiungere elevate prestazioni energetiche durante l’anno, alla riduzione dell’utilizzo di energia fossile; si integra all’architettura del paesaggio locale, assecondando estetica e volumi al territorio, con particolare attenzione “al cannocchiale rivolto verso le Prealpi venete”.
 
PREMI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA e /o RIGENERAZIONE

Friuli-Venezia Giulia
 
Allestimento spazio interno del Duomo, Venzone, di Sandro Pittini


 
Motivazione: I due allestimenti, previsti all’interno del Duomo fedelmente riscostruito dopo il sisma del 1976, rispondono ognuno a una precisa strategia progettuale: nella teca lignea che custodisce un importante gruppo scultoreo cinquecentesco si è agito per contrapposizione, nel gruppo lapideo trecentesco della Crocifissione per anastilosi. In tal modo la teca lignea per disegno e materiali si distingue programmaticamente dalle sculture contenute al suo interno. Diversamente il Crocifisso, mancante di più parti, è stato ricomposto con profili metallici che ne ricostruiscono l’integrità originaria.
 
Città dell’arte e della musica, Tavagnacco (UD), di GRUPPOFONARCHITETTI



Motivazione: La riqualificazione di questo complesso d’epoca destinato a centro per l’infanzia con indirizzo Artistico e Musicale, appare opera delicata e gioiosa, pertinente alla nuova funzione che individua una specifica utenza: quella dei bambini prevalentemente in età prescolare. L’intervento promosso dalla Fondazione Luigi Bon, è stato dai progettisti intelligentemente interpretato nell’opera rigenerativa della preesistenza; rispettando l’identità storica del complesso con misurati inserzioni giocate sui colori: nelle lunette degli archi dei fori architettonici, nelle imbotti delle nuove finestre, quanto nella facciata prospiciente il prato, interessata dalla realizzazione di una serie di portali, cannocchiali prospettici modulari in lamiera variamente colorata, che proiettano lo spazio interno verso il fuori. Lo spazio esterno a giardino è stato ancora occasione di suggestioni nella gestione del verde, dei percorsi, delle piantumazioni, quasi fosse un grande e accogliente tappeto all’aperto per la prosecuzione delle attività dei bambini.

MENZIONI
 
Veneto
 
Portello Colmarion, Asolo, di Studio Bressan



Motivazione: La menzione al progetto è assegnata per la sensibilità e qualità del restauro conservativo al portello e alle mura di Asolo, la città dei cento orizzonti declamata come tale da Giosuè Carducci. In particolare per la scelta progettuale con cui è stata rimessa in luce la tessitura delle mura storiche, in laterizio e conci di pietra, utilizzando tecniche e materiali locali; anche per quanto riguarda l’accesso al portello, il progetto ha operato con garbo sia nel recupero della pavimentazione esistente in ciottoli di fiume che nell’inserimento di una nuova scalinata per facilitare l’accesso a forte pendenza, che sembra emergere dal mosaico di ciottoli e segnata da un sistema leggero di passamano in tubo metallico. Il restauro, che enfatizza infine il portello con un interessante sistema luminoso, ha messo a segno una serie di azioni il cui risultato contribuisce ad una migliore lettura del sistema storico difensivo e alla sua riconnessione culturale e relazionale con la città.
 
Friuli-Venezia Giulia
 
Vetrina dell’Ingegno, Udine, di AV/S - Alessandro Verona / Studio



Motivazione: L’opera segnalata, situata in un comprensorio di alto pregio come quello di Palazzo Torriani, sede di Confindustria Udine, affronta un tema complesso sia dal punto di vista compositivo che di utilizzo. L’intervento è consistito nella realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica a collegamento della Torre medioevale di Santa Maria con un altro antico fabbricato di servizio del palazzo nobiliare (ora sede ANCE Udine). Le nuove e sobrie volumetrie del basamento si staccano dalle murature perimetrali in pietra e in parte dal terreno con ampie porzioni vetrate che rendono permeabili i nuovi spazi multifunzionali, sia verso il giardino interno che verso la strada. Il nuovo corpo tecnico opaco del corpo scala-ascensori affianca - leggermente discosto – la torre, quasi ne fosse l’ombra; intervento questo più apprezzabile dalle prospettive lungo le strade esterne del complesso. Va inoltre sottolineato come l’opera sia stata concepita come un percorso storico-didattico aperto alla cittadinanza e ai visitatori, ove si racconta il contributo dato dalle grandi e piccole aziende friulane alla crescita del territorio nel corso degli ultimi 150 anni attraverso un percorso che si snoda lungo i vari piani della torre con istallazioni, video, fotografie che testimoniano la cultura del fare attraverso le parole degli imprenditori e quelle, altrettanto significative, degli addetti, dei semplici operai.
 
Trentino-Alto Adige

Cabina MT, Storo, di Nexus Associati | Roberto Paoli, Gianfranco Giovanelli, Mario Giovanelli e Francesco Pezzarossi


 
Motivazione: L’opera di adeguamento sismico e riqualificazione complessiva di una semplice cabina di media tensione, tema che solitamente non “merita” particolari livelli di attenzione quasi non ci fosse bisogno di qualità, in quanto elemento tecnico da risolversi con poco, viene affrontato con la giusta attenzione, ma soprattutto offre l’occasione per ripensare a tutta questa tipologia di opere infrastrutturali che nella maggior parte dei casi contribuiscono a dequalificare il territorio dove viviamo, quasi fossero invisibili. Il recupero di questo manufatto è stato fatto con estrema cura, creando, per mezzo di aggetti, lesene, forature lungo le quattro facciate un andamento ritmico fatto di pause, pieni e vuoti; dove l’espressività materica del calcestruzzo a facciavista viene sottolineata dalla matrice dei casseri in osb, quasi a voler suggerire una consistenza e nobiltà lapidea al rivestimento, incluso il raffinato logo scavato nella tamponature dei pieni sugli spigoli del volume.

PREMIO SPECIALE WTW – WILLIS TOWERS WATSON
 
Friuli-Venezia Giulia
 
La casa di Otto, Budoia (PN), di ELASTICOFarm



Motivazione: La commissione ha apprezzato la decisione di ElasticoFarm e del committente di intervenire in modo invisibile all'esterno, come si trattasse di un monumento disponibile solo nel suo interno, mantenendo dunque a pieno la rusticità dell'edificio, la connessione con il territorio e la storia del paese. I muri di tamponamento in sasso e il legno utilizzato all'interno ben si integrano con le strutture portanti di cemento armato.
 
Trentino-Alto Adige
 
Agriturismo La Barberina, Calceranica al Lago (TN), di Campomarzio


 
Motivazione: L'intervento colpisce sia per la bellezza estetica assunta dagli edifici post ristrutturazioni, sia per l'intento di preservare il più possibile il carattere storico degli edifici stessi. Permane inoltre un'ottima armonia tra i vecchi ed i nuovi materiali.
 
PREMIO SPECIALE LISTONE GIORDANO
Veneto
 
Casa Studio a Verona di Albino Finotti



Motivazione: La scelta è stata motivata dalla capacità dell'architetto di dar forma a una sua personale visione abitativa/lavorativa caratterizzata da nuovi significati funzionali. I due volumi distinti e uniti, uno votato alle attività domestiche, l’altro riservato a soggiorno-studio, permettono un agevole passaggio dalla modalità abitativa a quella professionale. Nel tentativo ben riuscito di un armonioso equilibrio tra le due sfere. L'utilizzo della superficie in legno rafforza il senso di connessione e benessere, che fa sempre più parte di una continua ricerca di unità tra dimensione intima ed esteriore.
 
PREMIO INTERNAZIONALE "BRUNO ZEVI" PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA ARCHITETTONICA 2023
 
Trentino-Alto Adige
CITRAC | Circolo TRentino per l'Architettura Contemporanea
Il Circolo TRentino per l'Architettura Contemporanea, dai 30 anni della Fondazione ha lavorato in favore della cultura della società trentina e non solo, divenendo un punto d'incontro privilegiato per studiosi d'arte provenienti da ogni campo. I caratteri fondativi statutari prevedono attività quali: promuovere la conoscenza sulle realtà e sui temi specifici dell’architettura contemporanea, studiare i rapporti tra le espressioni dell'architettura contemporanea e la realtà locale, promuovere l'incontro tra i temi della architettura e quelli dell'analisi estetica nella sua espressione contemporanea (aesthetic criticism). Il metodo di lavoro, organizzato su un gruppo di temi e loro sviluppo, organizzato sulla base di circa 18- 20 incontri annuali a cadenza regolare, ha lo scopo di scandagliare, raccontare ed indagare l'architettura contemporanea nelle regioni delle Alpi (Sudtirolo/ Tirolo/ Graz/ Slovenia/ Ticino/ Grenoble/ ecc.), produrre un catalogo dell'architettura trentina contemporanea, capire quali "regole" possibili per l'architettura.
 
Motivazione: Il Premio Bruno Zevi per il Trentino-Alto Adige 2023 è stato assegnato a CITRAC per aver costruito e coltivato importanti legami con la società civile, gli intellettuali e il territorio al fine di promuovere le specificità e i valori. L’attività poliedrica del CITRAC sì è consolidata in diverse traiettorie intersecanti la geografia (viaggi studio), i giovani (laboratori di progettazione e Workshop), la storia (le giornate di Arco, laboratori, Giornate studio), la comunità (concorsi, mostre, manifestazioni, pubblicazioni, cataloghi, la Rivista Luoghi), le istituzioni (premi e conferenze), e le persone, con centinaia di soci ed amici del Citrac, tra cui Othmar Barth e Gian Matteo Romegialli.
 
Friuli-Venezia Giulia
dotART
L’associazione culturale dotART di Trieste promuove la fotografia sin dal 2009 attraverso l’organizzazione di mostre, corsi, workshop, pubblicazioni editoriali, concorsi ed altre iniziative volte a dare visibilità a fotografi professionisti e amatoriali. dotART è ideatrice del contest internazionale URBAN Photo Awards e dei progetti originali realizzati con la consorella Exhibit Around APS, come: WOW - Worlds of Women, dedicato all'universo femminile; "Mythography", collana di 5 volumi tuttora in corso; la "rimediazione fotografica" Dante 2021; il tributo ad Alex Webb Chromantic (2020); il progetto storico- fotografico sul Patriarcato di Aquileia (2020) e l'omaggio a Martin Parr Short Street Stories (2019). dotART organizza inoltre il Trieste Photo Days - Festival Internazionale della Fotografia, alla 10a Edizione, dove convergono tutti i progetti ideati con mostre, eventi di presentazione, masterclass, workshop, incontri con autori e ospiti (negli anni: Susan Meiselas, Nino Migliori, Bruce Gilden, Paolo Pellegrin, Martin Parr, Maurizio Galimberti e Francesco Cito).
 
Motivazione: Il Premio Bruno Zevi 2023 per il Friuli-Venezia Giulia è stato assegnato a dotART per la prolifica attività di veicolazione della cultura architettonica e delle città attraverso la fotografia, organizzando mostre, concorsi, workshop a livello nazionale e internazionale. In particolare, per il Trieste Photo Days, un festival internazionale dedicato alla fotografia urbana che dal 2014 esplora la contemporaneità attraverso tutte le forme di fotografia ambientate nel tessuto cittadino, divenuto un contenitore creativo crossmediale che è al tempo stesso luogo d’incontro e scambio tra il pubblico e i fotografi, professionisti e amatoriali, architetti e cittadini, spingendo lo sguardo oltre le barriere fisiche e culturali. Mediante l’attività di dotART, l’ambiente urbano e l’umanità che lo popola sono rivelatrici della vita quotidiana delle metropoli e dei piccoli centri abitati, dalle immagini emergono contrasti e contraddizioni della città e della provincia, le geometrie architettoniche, le risorse e il bene in comune, divenendo così strumento essenziale per testimoniare la contemporaneità etnografica e sociologica: uno spaccato di contemporaneità che racconta i cambiamenti sociali in atto che può incidere sull’agire in anticipo e delineare gli orientamenti per la trasformazione urbana.
 
PREMIO ALLA CARRIERA 2023
 
Veneto
 
Emilio Ambasz


 
Motivazione: Il Premio IN/ARCHITETTURA 2023 Veneto alla carriera è particolarmente speciale in questa edizione 2023, e viene assegnato a un pioniere del ritorno alla Natura, riconosciuto come padre, poeta e profeta dell’architettura green, a ragione celebrato e premiato in tutto il mondo, non ultimo a New York a marzo di quest’anno con il Premio President’s Award del Consortium for Sustainable Urbanization (CSU).
Argentino di nascita (1943), si definisce cosmopolita e palesa un sentimento di sincero interesse per l’Italia alla quale ha dedicato nel 1972 una mitica mostra nel periodo in cui è stato curatore di design al MoMA (1969-1976), “Italy: The New Domestic Landscape”. Tra i progetti realizzati in Italia, si citano per attinenza l’Ospedale dell'Angelo e la Fondazione Banca degli occhi a Mestre (2007-2008). Ha progettato con uno stile da lui stesso definito “il verde sul grigio”, mettendo in pratica una inedita, per gli anni Settanta, combinazione di architettura e piante con cui ha dato forma e sostanza a realizzazioni divenute esempi fondamentali per le architetture verdi ora acclamate in ogni angolo del globo terrestre.
“Ogni atto di costruzione è una sfida alla natura”, e la sua idea anticipatoria e rivoluzionaria per cui la natura può essere un alleato nella guarigione, è oggi elemento fondante di ogni architettura e di ogni città, nella convinzione che potremo salvarci solo se sapremo creare immagini alternative che propongano una vita migliore nel guidare le nostre azioni verso il futuro, per un’esistenza di riconciliazione basata sulla poetica e sulla giustizia morale come consapevolezza spirituale del proprio agire materiale.
 
Friuli-Venezia Giulia
 
Piera Ricci Menichetti 
Nasce a Milano il 26/05/1933, dopo la maturità classica studia al Politecnico di Milano lavorando nello studio di Ignazio Gardella con il quale collaborerà anche all’insegnamento allo IUAV e poi con Giuseppe Mazzariol. Si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1958.
Nel 1961 entrò nello studio di Gino Valle a Udine, con cui condividerà anche la vita personale e
professionale lunga e articolata. Tra committenza pubblica e privata, gli ambiti di progetto sono molteplici: edifici residenziali, edilizia scolastica, opere pubbliche, progetti urbani, complessi commerciali. Tra i progetti, di cui si è occupata direttamente e con Gino Valle, si citano:
  • Torre per abitazioni e uffici Vriz a Trieste (?) 1950-57
  • PP e progetto edificio per abitazioni, Piano del Nevegal (BL) 1961-68;
  • Ristrutturazione di Casa Romanelli a Udine 1963-64;
  • Casa Chiesa a Udine 1963-66;
  • Torre Residenziale 140, Lake Shore Drive a Chicago 1966;
  • Municipio di Casarsa della Delizia (PN) 1972-74;
  • Concorso per progetto di ospedale a Mirano 1967;
  • Sede Messaggero Veneto a Udine 1967-68;
  • Scuola materna a Rualis di Cividale 1968-69;
  • Ristrutturazione casa Valle 1969;
  • Palazzo della Regione a Udine 1969-75;
  • Edificio residenziale e commerciale INA a Udine 1970-71;
  • Istituto professionale per il commercio a Majano 1970-73;
  • Residenze sull’area Moretti a Udine 1973-76;
  • Progetto di centro commerciale a Arta Terme 1976-79;
  • Quartiere di edilizia popolare a Santo Stefano di Buia 1977-79;
  • Concorso sede del Tribunale a Udine 1978;
  • Ristrutturazione Casa Cojazzi a Udine 1979;
  • Casa Giovanni Bergamin a Summaga Portogruaro 1979-83;
  • Ricostruzione di un isolato urbano a Gemona del Friuli 1980-86;
  • Ricostruzione di un isolato centrale a Santo Stefano di Buia 1980-86;
  • Casa Bianca Bergamin a Portogruaro 1982-84;
  • Ricostruzione isolato n. 2 a Venzone 1982-86;
  • Progetto piazza San Cristoforo a Udine 1983;
  • Progetto case popolari a Vienna 1984-85;
  • Palazzo di Giustizia a Padova 1984-90;
  • Concorso 1 e 2 fase: Bicocca Pirelli a Milano 1985-88;
  • Palazzo di Giustizia a Brescia 1986-2004;
  • Concorso piazza centrale Scutari a Istanbul 1987;
  • Piano parcheggi ed estensione di piazza Ghiaia a Parma 1987-88;
  • Progetti urbani a Bergamo sud 1988-96;
  • Progetti urbani aree Ferrovie Nord a Saronno 1989-97;
  • Ampliamento Mondadori a Segrate 1991;
  • Palazzo di Giustizia a Bergamo 1995-2001;
  • Scuola materna e Asilo nido a San Pietro in casale (BO) 1995-2002;
  • Piano di recupero urbano San Begnino 2, Le Vele, Genova 1997-2003;
  • Area Portello a Milano 1998-2010.

Motivazione: Il premio IN/ARCHITETTURA 2023 alla carriera Friuli Venezia Giulia a Piera Ricci Menichetti ha l’obiettivo di far emergere una personalità eccellente nel mondo dell’architettura e non solo in ambito regionale. Piera Ricci Menichetti, socia dello Studio Valle fin dal 1961, ha contribuito alla ricerca dell’architettura contemporanea, alla costruzione immaginaria di spazi per abitare e pensare, a dimostrare che l’architettura è intesa come una testimonianza piuttosto che una professione, poiché la vita privata inevitabilmente si intreccia costantemente con quella professionale. I suoi presupposti per sviluppare la buona architettura sono rivolti a imparare a guardare, a leggere il territorio, a coltivare la sensibilità per ciò che ci circonda: la lezione di Piera Ricci Menichetti è non accontentarsi mai, tenere accesa la propria passione e ascoltare.
  
Trentino-Alto Adige
 
Maria Grazia Piazzetta
Maria Grazia Piazzetta (08/08/1938) ha studiato architettura all’istituto Universitario di Architettura di Venezia con maestri prestigiosi come Gardella, Albini, Piccinato, Astengo, Samonà, Lodovico Barbiano di Belgiojoso e Bruno Zevi, e dal 1964 iniziò un sodalizio di vita e di lavoro con Willy Schweizer, prima a Mezzano poi a Fiera di Primiero e attualmente a Tonadico. L’attività professionale percorre i settori dell’edilizia pubblica e privata, del restauro, dell’urbanistica, dell’arredamento alle strutture sportive, culturali, assistenziali e turistiche - quasi esclusivamente nel Comprensorio del Primiero – Vanoi: l’attività di progettazione corrisponde alla fase di sviluppo edilizio dovuto alla spinta di un turismo in forte ascesa. Si citano tre importanti Premi di Architettura (Premio “Costruire il Trentino 1996, Premio Archilegno 2003, Premio Nazionale Intraluoghi 2008) assegnati rispettivamente alle Case a schiera a San Martino di Castrozza (opera inserita dal DARC (Direzione generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanea) nell’elenco delle opere di rilevante interesse storico artistico dal 1945 ad oggi), al Consorzio Turistico Vanoi a Canal San Bovo e al Centro Civico a Mezzano.
 
Motivazione: Il Premio IN/ARCHITETTURA 2023 alla carriera Trentino-Alto Adige 2023 a Maria Grazia Piazzetta è dettato dal riconoscimento di aver costantemente comunicato all’ambiente alpino e alla comunità che lo abita con un proprio linguaggio progettuale capace di reinterpretare la tradizione architettonica rurale senza dicotomie, generando un caleidoscopio tangibile di bellezza, di armonia, di contemporaneità destinato a lasciare un segno importante nel paesaggio del Primiero, e non solo. Per la capacità di progettare in una valle di montagna producendo opere che si pongono in un preciso tipo di rapporto con un paesaggio definito da due forti e impegnative componenti: natura e architettura preesistente. La sua architettura genera una poetica che è la risultante di sintonie e differenze, esprime una forte sensibilità il cui obiettivo è progettare come fosse continua invenzione, senza disattendere la passione e il sentimento.
 

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