03/11/2023 - A Milano, una casa privata diventa residenza d’artista. Inaugura Villa Clea, un progetto architettonico e di interior firmato dagli architetti Matteo Corbellini e Alessandra Pelizzari Corbellini, in arte Allina. Un blocco monolitico scavato da grandi vetrate apre le porte alla comunità milanese come luogo di vita, di scambio, di lavoro e di cultura, alternando la dimensione pubblica con quella privata.
Matteo Corbellini ha ideato e, in parte, costruito il volume mono-materico di argilla e cemento sul tracciato di un’ex-officina, al piano terra di una cortina di edifici milanesi nel quartiere Scalo Romana. Tre parti indipendenti, ma collegabili tra loro, sono illuminate da aperture verticali e punti di luce zenitali, mentre tende satinate dividono ulteriormente, all’occorrenza, gli spazi.
Allina ha disegnato Luna, una collezione di mobili in alluminio che risponde alle esigenze della vita quotidiana e delle pratiche artistiche che animeranno lo spazio.
Prende vita una casa fluida, a metà tra ambiente domestico e spazio espositivo, progettata per ospitare di volta in volta persone e usi diversi, attraverso l’insieme di attività profit e no-profit. L’architettura, l’arredamento e la disposizione spaziale riflettono la flessibilità delle destinazioni d’uso e, con la propria essenzialità, si aprono a forme artistiche e umane sempre nuove.
Allina e Matteo offrono brevi residenze ad artisti internazionali e multidisciplinari, che diventano opportunità per collaborare all’allestimento di una mostra o di un happening privato.
In occasione della prima apertura, i due creatori del progetto hanno invitato Andrea Smith a portare alla residenza una parte della sua intimità con la mostra Relic. L’artista newyorkese ha scelto di raccogliere alcune reliquie personali ed esporle in teche trasparenti, in un percorso che permette di scoprire tutti gli spazi della residenza.
Ogni reliquia riporta al visitatore l’individualità dell’artista e lo interroga sulla sua, accompagnandolo a riflettere sul significato che simboli, memorie e rituali assumono nella comunità contemporanea.
Dal pavimento, due grandi tessuti salgono verso l’alto e ritraggono due momenti che l’artista associa al concetto di ascensione. In sottofondo, tramite un’opera sonora, gli echi dei passi dell’artista indicano la strada per la seconda stanza, attraversando città, villaggi e strade acciottolate: una moltitudine di riferimenti culturali che celebrano gli infiniti intrecci genetici.
Un’enfilade di porte e specchi conduce all’ultima stanza dove si incontra lo spazio più intimo dell’artista con il suo letto e i cimeli dei suoi oggetti emotivi: appunti, libri collezionati, una piccola icona ereditata.
La sua stanza risulta familiare e allo stesso tempo estranea, ricorda le stanze dell’infanzia, delle vite passate, di quelle degli avi e delle generazioni che verranno. Ognuna con le proprie, intime, collettive reliquie.
“Rifletto spesso - racconta Andrea Smith - sull’importanza delle reliquie che ci circondano, quelle che detengono una carica emotiva particolare. Possono offrire conforto, forse anche un placebo di fiducia o protezione. Credo sia una pratica profondamente umana quella di attribuire significato a oggetti fisici altrimenti banali”.
A fine novembre, Villa Clea ospiterà il ballerino e performer Sulian Rios che lavorerà ad una coreografia immaginata per i nuovi spazi. La performance sarà eseguita insieme ad alcuni colleghi e registrata da un videoartist per essere poi condivisa con la comunità.
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