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I 'luoghi del cibo' dei fratelli Castiglioni alla Milano Design Week 2024
Nella mostra "Progetti per servire, i Castiglioni e la ristorazione", la Fondazione Achille Castiglioni mette in scena sette allestimenti progettati dagli architetti milanesi tra gli anni '50 e '70
Autore: giulia capozza
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Chiosco Splugen Brau - XXXVI Fiera Milano 1959 Chiosco Splugen Brau - XXXVI Fiera Milano 1959
26/03/2024 - "Gli ambienti devono essere sempre osservati attraverso il rito dei comportamenti che in quegli spazi si verificano" - sosteneva il celebre architetto Achille Castiglioni ed è proprio la ritualità del cibo il focus della mostra della Fondazione Achille Castiglioni "Progetti per servire, i Castiglioni e la ristorazione", l'esposizione curata da ​Chiara Alessi e Marco Marzini in occasione della Milano Design Week 2024. In scena per la prima volta un racconto di sette allestimenti per la ristorazione pensati tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Settanta dai due architetti milanesi, progetti di architetture che non esistono più, brillanti soluzioni spaziali che celebrano il cibo tra saperi antichi e abitudini moderne.

I sette progetti affrontati dalla mostra della Fondazione Achille Castiglioni sono:
1. Chiosco Splügen Bräu - XXXVII Fiera di Milano (1959)
2. Birreria Splügen Bräu - Milano (1960)
3. Chiosco Splügen Bräu - Rimini (1960)
4. Carretto Splügen Bräu Progetto non realizzato (1965)
5. Ristorante Malatesta Milano (1969/70)
6. Ristorante “Da Lino” Buriassi Milano (1973)
7. Ristoro Splügen Bräu Euroluce Milano (1992)
 
Come osserva la co-curatrice della mostra Chiara Alessi, il lavoro sulla ristorazione è probabilmente quello in cui si riesce a intuire meglio il contributo integrato dei fratelli Castiglioni a 360 gradi: un intervento che va dagli spazi agli arredi piccoli e grandi, dalla cura dell'immagine a quella dei flussi del personale, dagli impianti di climatizzazione all'illuminazione, dai pittogrammi dei servizi igienici ai posaceneri.

Servendo, appunto, tutti i dettami: quello dello spazio e di chi ci lavora, quello della committenza e del pubblico, quello dell'immagine che si vuole comunicare e naturalmente, della funzione che si deve rispettare. L'espressione "Per servire" del titolo della mostra descrive così il fulcro del racconto: sono progetti per assecondare le esigenze e i bisogni, al plurale; per essere utile; per funzionare; per adempiere al proprio lavoro.

“Per i Castiglioni", racconta Carlo Castiglioni, Presidente della Fondazione, "il cibo era importante, non perché fossero degli amanti della tavola, dei grandi mangiatori, ma perché la tavola e i luoghi dove il cibo veniva mangiato li attiravano per le loro svariate caratteristiche. Amavano i ristoranti dove la ritualità del cibo veniva celebrata con tutte le caratteristiche di saperi antichi e amavano gli oggetti che permettevano queste celebrazioni.

"Tuttavia",
continua il Presidente, "anche ciò che rappresentava il nuovo, il moderno li attraeva. Le birrerie, i self-service (all’americana come si diceva negli anni Sessanta) piacevano e moltissime volte Achille ci portava in questi luoghi per soddisfare la curiosità di assistere ad una ritualità gastronomica completamente differente da quella delle nostre tradizioni".

Muovendosi tra l’effimero e l’ironico, tra l’osservazione e l’azione progettuale, la mostra della Fondazione Achille Castiglioni indaga come ogni dettaglio della cuisine à manger sia pensato come una macchina efficiente, o un marchingegno ingegnosissimo, per servire il cliente, servire lo spazio, servire chi serve.

E trova un atterraggio in molti progetti disegnati su misura per risolvere le domande di un locale e poi entrati in produzione per le fabbriche del design italiano: lo spillatore per la birra Spinamatic prodotto da Poretti, la lampada Splugen, poi prodotta da Flos; due elementi della serie "I servi", prodotti prima da Flos e poi da Zanotta; lo sgabello Spluga poi prodotto da Zanotta; e i bicchieri e l'apribottiglia poi prodotti da Alessi, tutti oggetti realizzati per la birreria tavola calda Splügen Bräu di corso Europa; mentre lo specchio, poi prodotto da Kartell, e la sedia Castiglietta, poi Zanotta, erano stati disegnati, insieme a tavoli e carrelli, per il ristorante Da Lino Buriassi di via Lecco.
 
Il progetto di allestimento co-curato da Marco Marzini prende in considerazione diversi aspetti tipici dello Splügen Bräu, i locali storici della Fondazione Achille Castiglioni.

La prima considerazione da fare è che è un luogo vivo, usato, dinamico; con una sovrapposizione di forme e materiali che lo rende unico e iconico.
Qui prende forma l’idea del Cantiere come forma semplice, “organismo” che vive in simbiosi con le pareti e gli arredi presenti in Fondazione, che può diventare parete attrezzata per esporre, pur mantenendo un legame neutro con il contesto.
 
Il cantiere è un oggetto o più propriamente un cavallo - castrato per di più - adatto solo al lavoro da soma: dal latino canthèrius o dal greco Kanthèlios, un grosso asino da trasporto, da fatica, che si tramuta figurativamente nella statica arte del cavalletto da sostegno (tanto caro ai Castiglioni), oppure come graticolato in legno che sostiene le navi che vengono costruite o per l’appunto restaurate.
Cantiere diventa, quindi, la parte per il tutto e designa molto più genericamente tutto quell’insieme di attività e maestranze che operano per costruire o rinnovare qualcosa.

Nella mostra, graticci in legno con ruote per poter essere spostati, rendono accessibile l’archivio e, al contempo, diventano strutture portanti per il materiale in mostra. Altre strutture si adatteranno in maniera simbiotica agli spazi mantenendone e sviluppandone la capacità di dialogo.

In secondo luogo l'allestimento proposto da Marco Marzini considera la difficoltà del raccontare il contenuto della mostra che, in questo caso, prende in esame delle architetture, degli spazi non più esistenti che, per i non addetti ai lavori, potrebbe essere difficile immaginare, visualizzare e comprenderne le ricchezze progettuali.
 
Delle astuzie espositive aiuteranno il visitatore a immergersi nell’immaginazione dei Castiglioni per comprendere le principali caratteristiche spaziali dei progetti in mostra. Nella stanza centrale - detta dei tecnigrafi - trova posto una sezione in scala reale del locale, non più esistente, Splügen Bräu del 1960 di Corso Europa a Milano. Ricostruzione completamente bianca, come fosse un modello, un’impronta, un calco di gesso, qualcosa che ha lasciato il segno. Dal disegno tecnico alla realtà/finzione, la ricostruzione diventa necessaria per rendere fruibile e immediata la comprensione di un progetto di architettura tanto particolareggiato.

Oltre ad una ampia selezione di materiali d’archivio riguardanti il progetto Splügen Bräu, si avrà la possibilità di vedere un tour virtuale all’interno del locale ricostruito digitalmente. In questa stanza saranno esposti i materiali d’archivio riguardanti gli altri progetti realizzati sotto il cappello Splügen Bräu.
 
Il progetto del ristoro birreria Splugen all’interno di Euroluce a Milano del 1992 è una progettazione bizzarra, con soffitti molto bassi, colore violaceo, tanta carta da parati e tante mattonelle 15x15 cm bianche, illuminazione a parete con braccetti curvi a simulare nobili candelabri contemporanei. Anche in questo caso, la soluzione di allestimento museografico adottato porta il visitatore a relazionarsi con gli ambienti così angusti, difficilmente percepibili solo osservando un disegno tecnico.

Nella stanza dello specchio trova posto il progetto del ristorante MALATESTA del 1969/1970 con progetto grafico di Michele Provinciali, mentre alla stanza delle riunioni il compito di ospitare il materiale del ristorante “da Lino” Buriassi. 
 
Tratti rossi spigolano le pareti, lunghi corridoi specchiati rimbalzano gli sguardi degli avventori e i raggi luminosi delle lampadine, lo spazio si moltiplica e un tavolo sbircia l’altro. Un ampio velario teso sulle teste dei commensali nasconde l’impianto di condizionamento. Brillante la soluzione di stipare sotto i tavoli, progettati ad hoc, le sedie Castiglietta senza preoccuparsi dell’ingombro delle gambe.

La mostra è visitabile presso Fondazione Achille Castiglioni su prenotazione: [email protected] – tel. 02 8053606

 


Chiosco Splugen Brau - XXXVII Fiera Milano - 1959


Concept allestimento Marzini - Splugen Brau 1960


Birreria Splugen Brau - Milano 1960


Birreria Splugen Brau - Milano 1960


Ristoro Birreria Splugen Brau - Euroluce Milano 1992


Ristorante Da Lino Buriassi - Milano 1973


Ristorante Da Lino - Milano 1973


Ristorante Malatesta - Milano 1969-70


Ristoro Splugen Brau - Euroluce Milano 1992


Concept allestimento curato da Marco Marzini - Ristorante Malatesta, 1969/1970


Concept allestimento Marco Marzini - Ristorante da Lino, 1973

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