Alessandro Mendini, Plan du Fragilisme, 2002 Courtesy Collezione Fondation Cartier pour l’art contemporain
04/10/2024 - A fronte del grande interesse del pubblico per la mostra dedicata ad Alessandro Mendini, Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain ne prorogano l’apertura.
La retrospettiva Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini, la cui chiusura era inizialmente prevista il 13 ottobre 2024, sarà prorogata fino al 10 novembre 2024.
La mostra, insieme all’installazione What? A homage to Alessandro Mendini by Philippe Starck (16 aprile – 1° settembre 2024), fa parte dell’omaggio che Triennale e Fondation Cartier hanno dedicato ad Alessandro Mendini, architetto, designer, artista e teorico che ha segnato le rivoluzioni del pensiero e del costume del Novecento e del nuovo millennio.
Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini è realizzata in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini, curata da Fulvio Irace, con progetto di allestimento firmato da Pierre Charpin.
Presentata in collaborazione con Elisa e Fulvia Mendini – Archivio Alessandro Mendini, la retrospettiva è curata da Fulvio Irace con progetto di allestimento di Pierre Charpin, designer che in più occasioni ha collaborato con Mendini. Nello spazio del Cubo di Triennale saranno esposti oltre 400 lavori di formati, materiali e soggetti differenti, opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private, in particolare, quelle dell'Archivio Alessandro Mendini, della Fondation Cartier, di Triennale, del Museo Abet Laminati, del Groninger Museum, del Vitra Design Museum, di Alessi e di Bisazza.
Il titolo della mostra Io sono un drago riprende uno dei più emblematici autoritratti di Alessandro Mendini e vuole sottolineare la complessità della sua figura all’interno della scena del design, dell’architettura e dell’arte internazionale. L’esposizione intende restituire lo sguardo di Mendini sul mondo, la sua empatia verso gli oggetti di tutti i giorni, il mistero della poesia, capace di trasformare anche ciò che è banale in una sorpresa che rivela l’incanto del quotidiano.
Il progetto espositivo, a cura di Pierre Charpin, interpreta il concetto del “drago” come coacervo dei nuclei tematici caratteristici del “metodo Mendini”: un arcipelago di isole che ne caratterizzano i vari momenti storici e al contempo i fili di sotterranea continuità, che consentono di dare all’apparente eterogeneità della sua incessante ricerca una sostanziale continuità, basata sulla sua stessa esperienza umana. Entrando nella grande sala, il visitatore si troverà immerso in un unico ambiente sottolineato da un grande asse che congiunge idealmente la Petite Cathédrale, alla Tête Géante sullo sfondo della scala di Muzio: una piccola architettura e una grande testa a esemplificare il lavoro di Mendini sulle scale della percezione.
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