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Moira Ricci, L’uomo sasso nel campo della mia famiglia, Magliano in Toscana,1982, archivio Luigi Ricci, stampa lambda su forex - © Fondazione MAXXI
17/01/2025 - Scene, paesaggi e gesti del mondo quotidiano che spesso passano inosservati. Al MAXXI L'aquila va in scena "TERRENO. Tracce del disponibile quotidiano", la mostra multidisciplinare curata da Lisa Andreani che raccoglie manufatti della cultura materiale, opere d’arte, documenti fotografici e materiali editoriali, poesia, progetti di design e di architettura in un percorso dedicato al 'non visto'. La mostra è visitabile fino al 4 maggio 2025.
Con la definizione 'disponibile quotidiano' coniata dallo scrittore, traduttore e regista Gianni Celati si tesse il fil rouge delle sale espositive di Palazzo Ardinghelli, rivelando nuovi possibili significati e valori del mondo ordinario, non esemplare nè paradigmatico.
"Ospitiamo con grande piacere - afferma Emanuela Bruni, Consigliera reggente Fondazione MAXXI - TERRENO. Tracce del disponibile quotidiano nelle sale di Palazzo Ardinghelli, sede del MAXXI L’Aquila, quale opportunità di riflessione e riscoperta della bellezza e dell'originalità di ciò che, pur apparendo ordinario, è espressione vivace dell’ingegno umano".
Le opere e i manufatti in mostra evocano i concetti di memoria e materialità, indagando il terreno come risultato del processo di stratificazione.Tra documentazione storica e invenzione, tra tradizione e costante evoluzione, nascono racconti e storie che, nella loro ordinarietà, narrano una realtà fluida e mutevole.
"Con questa mostra - dichiara Francesco Stocchi, Direttore Artistico MAXXI - il museo si propone di valorizzare il passato, il presente e il futuro del territorio, offrendo uno spazio di sperimentazione in grado di potenziare i servizi culturali della città volta a indirizzare verso un approccio sempre più accessibile ai vari pubblici".
Nelle sale del museo convivono, in un serrato e immaginifico dialogo, opere delle Collezioni del MAXXI, un ampio numero di manufatti, documenti in prestito dal Museo delle Civiltà di Roma e una nuova produzione dell'artista e compositrice Ramona Ponzini che ha realizzato un ambiente sonoro lungo tutto il percorso di mostra.
"Il disponibile quotidiano, la ricerca del non visto, del registro basso, di ciò che viene dato per scontato, di Gianni Celati - spiega la curatrice della mostra Lisa Andreani - viene restituito in questo progetto da un orizzonte periferico, dalla densità minerale delle cose e della terra, da un senso di meraviglia che non per forza si racchiude in qualcosa di straordinario. Più che restituire uno scrittore, ho voluto enfatizzare un tono che ci possa riportare a cogliere una "vecchia-nuova" consistenza delle cose, di ciò che è terreno, sacro o immaginato, fatto storico o apparente. Esplorando diversi linguaggi e pratiche, oltre che restituendo anche alle cose del quotidiano la propria agency, ho voluto avvicinarmi ad un mondo meno volatile e più “volatore”: fatto di voci, conversazioni, plurale e aperto al pubblico e alla sua parte di narrazione".
Percorso in mostra
La scultura sonora Down Hole, creata per l’occasione da Ramona Ponzini, apre la mostra già dallo scalone di Palazzo Ardinghelli. L'opera converte in suono i dati geologici forniti dall’Università degli Studi dell’Aquila restituendo la musicalità della stratificazione del terreno. Diffondendosi lungo tutto il percorso, la composizione invita a entrare in connessione con le opere e gli oggetti presenti nelle sale esplorando le storie che custodiscono nella loro semplicità.
Così, il gruppo di cesti di diversa provenienza, prestito del Museo delle Civiltà, ospitato nella prima delle grandi sale del Piano nobile del museo insieme a piccole fiscelle in ginestra abruzzesi utilizzate per la produzione della ricotta, è posto in relazione con Dinosaurus, una grande forma di pane con l’aspetto di un dinosauro realizzata da Ezio Gribaudo. Con una tecnica povera ma solida come la panificazione, l'artista elabora il tema della memoria evocando un passato pre-umano. L’opera è in risonanza con le parole con cui l’artista Franco Assetto descrive il pane come un oggetto scultoreo.
Abitano la sala i paesaggi e le figure potenzialmente extraterrene immortalate negli scatti di Moira Ricci che inducono il visitatore a indugiare con lo sguardo su paesaggi ricchi di sfumature e stratificazioni, le stesse che troviamo nel romanzo Missitalia del 2024 di Claudia Durastanti.
La Sala della Voliera, cuore del museo, ospita opere di Marco Schiavone legate all’affascinante e misterioso fenomeno delle coppelle, forme grafiche incise nel terreno presenti in diverse parti del mondo. La conformazione di questi segni è documentata attraverso dei frottage realizzati tracciando su carta da spolvero il rilievo delle pietre incise e qui presentati.
La pluralità di lettura del concetto di terreno si esplicita intorno alla figura del vulcano, quale metafora di energie affettive, popolari e magiche, attraverso un’ampia ed eterogenea selezione di materiali: dalle testimonianze dei progetti che Enzo Mari e il collettivo Continuum proposero per la trasformazione del Vesuvio in un Parco Culturale Internazionale come richiesto dal progetto curatoriale di Pierre Restany Operazione Vesuvio a un articolo dedicato al Museo Immaginario delle Isole Eolie allestito da Bruno Munari nel 1955 a seguito dell’esplorazione di un sito archeologico abbandonato.
La terra che ribolle grazie al potere della dea Mefite nelle immagini raccolte dall’antropologa Annabella Rossi durante la sua indagine a Rocca San Felice dialoga con il repertorio canoro-strumentale dell’area vesuviana proposto da Francesco De Melis nel documentario Musiche Vesuviane Campania: Fronne, tammurriata e danza, 1995.
Nella sala successiva la lava vulcanica diventa materiale da costruzione con il pavimento composto dalla serie di piastrelle ExCinere® con cui Formafantasma interpreta la manifestazione dell'attrazione viscerale tra l'uomo e il vulcano.
Sparse lungo il percorso opere che amplificano le declinazioni del concetto di terreno, legato anche a quello di rituale. Quest'ultimo è indagato attraverso tre film: Cerimonia, presentato alla Triennale di Milano del 1973, da Superstudio che pone il rituale al centro della ricerca architettonica; Faux dell’artista franco-marocchina Yto Barrada che svela il cerimoniale produttivo di fossili falsi; e Rice che riprende i poetici gesti ripetuti dai contadini nelle risaie in India.
La matericità dei gesti legati alla terra torna nel rapporto con la parola di Luciano Caruso nella serie L’origine della scrittura del 1995. Così come traspare dal lavoro di Gianfranco Baruchello con Agricola Cornelia S.p.A. progetto artistico, economico, zootecnico e agricolo sviluppato tra il 1973 e il 1981 e richiamato attraverso un gruppo di opere in mostra che mettono in luce la dimensione entropica del periodo trascorso in questo contesto rurale.
A tutto il percorso è sottesa una dimensione di delicata ironia come strumento di relazione fra le opere e di lettura del quotidiano costantemente evocato.
I Fossili del 2000 di Bruno Munari - manufatti quasi preistorici e moderni in cui conservare le ultime tracce tecnologiche dell’uomo sul nostro pianeta - sono posti davanti agli amuleti del fulmine e sembrano illustrare un’archeologica dimensione di conservazione di potenziali strumenti fantastici.
La seduta del Pratone di Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso condivide lo stesso animo pop-popolare dei Fiorellini di Nico Vascellari. L’opera di Shimabuku, Onion Onion, genera un immaginario semplice in cui costellazioni celesti prendono forma da cipolle. La serie di coltelli Del taglio di Luca Trevisani ricorda forme di animali che siamo soliti mangiare o tagliare e innesca una rilettura delle possibili interpretazioni di questo oggetto funzionale.
Chiude il percorso Previsioni del tempo di Luca Vitone che, con il suo titolo, lascia il visitatore incedere nella riflessione su quanto osservato, esperito e ascoltato.
Dietro le quinte
Amplia le possibilità di approfondimento del visitatore la pubblicazione edita da Viaindustrie che raccoglie una collezione di saggi e ristampe per continuare a stratificare le possibili implicazioni delle principali figure del sistema dell’arte (artisti, curatori, istituzioni) nel rapporto arte e antropologia, arte e territorio, arte e comunità.
MAXXI A/R è l’edizione speciale del PCTO, ideata da Federico Borzelli e da Susanna Correrella e nata grazie al sostegno di Cassa Depositi e Prestiti. Con MAXXI A/R, per la prima volta, l’edificio di Zaha Hadid a Roma e il Palazzo Ardinghelli a L’Aquila sono il punto d’incontro per studentesse e studenti che attraverso le mostre Memorabile. Ipermoda e Terreno. Tracce del disponibile quotidiano scoprono il dietro le quinte
delle professioni museali, in un’esperienza che mette insieme formazione, sperimentazione e orientamento e che fa dei ragazzi i veri protagonisti e non semplici fruitori del museo. Il PCTO del MAXXI ha il patrocinio del Comune di Roma e del Comune de L’Aquila.
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Ezio Gribaudo, Dinosaurus, 1995 - Pane (farina 00 pasta dura). Courtesy Archivio Gribaudo Formafantasma, ExCinere®, 2019 ©Dzek; Quarto di luna rivestito di zolfo, Sicilia, ©Museo delle Civiltà, Roma - Ph. Claudio Cerasoli © Fondazione MAXXI Yto Barrada, Faux départ, 2015 - 16mm, digital video. © Yto Barrada, Pace Gallery; Sfeir-Semler Gallery, Hamburg, Beirut; Galerie Polaris, Paris Giorgio Ceretti, Pietro Derossi, Riccardo Rosso, Pratone, 1971 - Seduta in poliuretano in Guflac® - Ph. Claudio Cerasoli. © Fondazione MAXXI Onion Onion, 2008; ZERO..., Milano Illustrazione Abruzzese. Feste e Riti in Abruzzo, 1984, Pescara - Ph. Claudio Cerasoli © Fondazione MAXXI Luca Trevisani, Occhi taglienti, 2024 - Courtesy Luca Trevisan Foto Benedetta Stefani Ezio Gribaudo, Logogrifo, 1989; Mappa Mondo, 2007 - Courtesy Archivio Gribaudo, Torino - Ph. Claudio Cerasoli, © Fondazione MAXXI
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