23/04/2009 – L’Archivio Fotografico Parisio a Napoli, memoria storica del capoluogo campano e delle sue molteplici trasformazioni architettoniche, ha recentemente inaugurato la mostra “Demoliamoli”. L’esposizione, visitabile fino al prossimo 8 maggio, presenta i lavori dei 3 vincitori e dei 7 menzionati dell’omonimo concorso fotografico.
Scopo dell’iniziativa è quello di documentare attraverso la fotografia l'esistenza degli ecomostri lungo il territorio nazionale, suscitando il dibattito civile in merito alla necessità di una maggiore e più attenta tutela del patrimonio paesaggistico italiano.
La competizione, quest’anno alla sua prima edizione, è stata organizzata dall’Associazione ANIAI Campania (Associazione Ingegneri e Architetti della Campania) e dall’Archivio Fotografico Parisio, su concept dell’architetto Federica Cerami. All’iniziativa ha partecipato anche il FAI, impegnato nella campagna nazionale “I luoghi del cuore”.
Il concorso ha visto la partecipazione di 25 concorrenti. La commissione giudicatrice, composta da Alessandro Castagnaro (presidente ANIAI), Franco Cassano (consigliere ordine degli architetti), Federica Cerami (docente di fotografia), Giovanni Cerami (docente di urbanistica), Pasquale Esposito (giornalista pubblicista) Stefano Fittipaldi (fotografo, responsabile Archivio Parisio), Marco Iuliano (docente di storia dell’architettura) ha selezionato i vincitori in base al soggetto, alla capacità narrativa e alle caratteristiche qualitative delle immagini presentate.
I progetti di Pietro Masturzo, Silvia Cappiello e del duo Gabriele Tuccillo - Ciro Ferrandes sono i vincitori della competizione. Hanno invece meritato una menzione speciale i lavori di Vania Ferrulli, Peppe Esposito, Igea Di Leone, Giovanna Colecchia, Francesca Sciarpa, Gaetano De Vincenzo, Elena Tonini.
Se la bella zona costiera campana, da Pozzuoli (Na) a Pollica (Sa), passando per Alimuri (Na), appare afflitta da emergenze architettoniche del tutto incompatibili con i piani regolatori e con le più elementari norme della buona edilizia, altrettanto straniamento provocano le immagini dedicate alla mai ultimata via Giacinto Gigante di Napoli - spesso salita agli onori della cronaca nazionale - alle macerie di Sarno o all’acquedotto medievale di Salerno, a tratti letteralmente fagocitato dal nuovo edificato urbano.
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