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15/06/2010 – Una fusione ottimista di pop, psichedelia e design radicale in chiave “spaziale”: così potrebbero essere definite le oltre sessanta lampade da tavolo della mostra “Space Age Lights”, in corso fino al prossimo 5 settembre presso il Triennale Design Museum di Milano.
A fine anni Sessanta, Joe Colombo, Vico Magistretti, Gino Sarfatti e Giotto Stoppino furono tra i primi a omaggiare “la conquista dello spazio” vestendo di superfici gusciformi e lunari gli oggetti della vita di tutti i giorni: piccoli “presidi alieni” in plastica (materiale duttile per eccellenza) e acciaio, i nuovi elettrodomestici e complementi d’arredo presero a popolare uffici e abitazioni private.
Il gruppo di lampade in mostra racconta tutto questo mettendo assieme pezzi oggi facenti parte di diverse collezioni internazionali. Modelli di larga diffusione, anonimi e di basso costo sono accostati a limited editions firmate da maestri del design.
“L’obiettivo della mostra è quello di analizzare un filone del design che ha inciso, in senso sia iconografico che comportamentale, sui modi di abitare e di organizzare il paesaggio domestico. In particolare, l’esperienza dei viaggi spaziali extraterrestri ha esercitato forti suggestioni sulla generazione successiva del design, esemplificate principalmente dai lavori avveniristici di area giapponese e dai prodotti elettronici. La mostra che il Triennale Design Museum dedica alla fine degli anni Sessanta, e alla luce che essi hanno inventato e prodotto, vuol essere un’occasione per rievocare quel clima e per ritrovare quell’entusiasmo, nella consapevolezza che anche oggi avremmo bisogno di un po’ di quella capacità di cogliere e interpretare lo spirito del tempo, e di prefigurare il futuro, di cui il design seppe dar prova in quella irripetibile stagione della sua – e della nostra – storia”, fanno sapere dalla Triennale di Milano.
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