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La Valle Rossa vista dall’altopiano_Foto di Marco Zanin per FBSR
24/08/2020 - Il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso di dedicare la trentunesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino a un luogo dell’Asia Minore che emerge dalla lunga vicenda storica e geografica della Cappadocia: due valli contigue scavate nella roccia vulcanica, la Valle delle Rose e la Valle Rossa, in lingua turca Güllüdere e Kızılçukur.
Il primo appuntamento pubblico del Premio Carlo Scarpa 2020-2021 è in programma sabato 24 ottobre 2020, con l’apertura della mostra 'Cappadocia. Il paesaggio nel grembo della roccia', a cura di Patrizia Boschiero e Luigi Latini, nel nuovo spazio culturale che la ospita e che si inaugura a Treviso proprio con questa esposizione: Ca’ Scarpa, l’antica Chiesa di Santa Maria Nova.
Per molti anni di pertinenza dell’Intendenza di Finanza e utilizzato come magazzino, l’edificio, dopo l’acquisizione da parte di Edizione Property, è stato destinato da Luciano Benetton ad attività culturali e restaurato dall’architetto Tobia Scarpa. Un luogo che sarà dedicato alla cultura nel nome di Carlo e Tobia Scarpa, e che rappresenta ora una sorta di “casa naturale” per le mostre dedicate ai luoghi del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino.
Al centro della penisola anatolica, da sempre ponte per culture diverse tra l’Asia e l’Europa, tra il Mediterraneo e il Mar Nero, la Cappadocia si estende con i suoi altipiani a mille metri di altitudine e circondata da vulcani imponenti. A tutto questo corrispondono spazi che oggi si rivelano con cicli pittorici straordinari, edifici sacri e manufatti dispersi in un vasto territorio, che a partire dal secolo XIII, con la scomparsa della presenza bizantina, diventeranno stalle, abitazioni rurali e cisterne, e una moltitudine di piccionaie che procurano a chi coltiva la terra il guano necessario alla fertilità dei campi.
Le due valli emergono da questo contesto, e ci mostrano la misura e il valore profondo di un paesaggio nel quale le forme dell’insediamento umano e la dirompente natura geologica del suolo conservano le tracce di un’antica cultura dell’abitare prevalentemente rupestre, in condizioni di equilibrio tra le diverse manifestazioni della natura e delle culture che l’attraversano nel susseguirsi dei secoli.
Questa trentunesima edizione si presenta eccezionalmente “biennale”, 2020-2021, in conseguenza delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, che hanno determinato una nuova articolazione delle tappe pubbliche del progetto, articolazione che avrà inizio il penultimo fine settimana di ottobre 2020 e si concluderà a maggio 2021, cogliendo l’opportunità di costruire diverse occasioni di approfondimento.
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