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20/02/2024 - Palazzo Reale di Milano ospita fino al 2 giugno la mostra “Brassaï. L’occhio di Parigi”.
La mostra è promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Silvana Editoriale, realizzata in collaborazione con l’Estate Brassaï Succession e curata da Philippe Ribeyrolles, studioso nonché nipote del fotografo e oggi detentore di un’inestimabile collezione di stampe di Brassaï e di un’estesa documentazione relativa al suo lavoro di artista.
“Questo fotografo, pittore, scultore e scrittore
sapeva vedere tutto e, grazie alla sola virtù della sua attenzione,
dava alla realtà una qualità e un’aderenza che rendevano
il mondo allo stesso tempo più strano e meno estraneo.”
Roger Grenier
La mostra presenterà attraverso più di 200 stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï, con particolare attenzione alle celebri immagini dedicate alla capitale francese e alla sua vita.
Ungherese di nascita (il suo vero nome è Gyula Halász, sostituito dallo pseudonimo Brassaï in onore di Brassó, la sua città natale), ma parigino d’adozione, Brassaï è stato uno dei protagonisti della fotografia mondiale, definito dall’amico Henry Miller “l’occhio vivo” della fotografia.
In stretta relazione con artisti quali Picasso, Dalí e Matisse, e vicino al movimento surrealista, a partire dal 1924 fu partecipe del grande fermento culturale che investì Parigi in quegli anni.
Le sue fotografie dedicate alla vita della capitale – dai quartieri operai ai grandi monumenti simbolo, dalla moda ai ritratti degli amici artisti, fino ai graffiti e alla vita notturna – sono oggi immagini iconiche che nell’immaginario collettivo identificano immediatamente il volto di Parigi.
Brassaï – fra i primi del suo tempo e meglio di chiunque altro – è stato in grado di vedere e catturare l’atmosfera notturna della Parigi dell’epoca e il suo popolo: lavoratori, prostitute, clochard, artisti, girovaghi solitari. Nelle sue passeggiate, il fotografo non si limitava alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventurava anche in luoghi più o meno chiusi, dove la società si incontrava e si divertiva.
È del 1933 il suo volume Paris de Nuit (Parigi di notte), un’opera fondamentale nella storia della fotografia francese.
Alcune di queste fotografie furono anche pubblicate sulla rivista surrealista “Minotaure”, alla quale Brassaï contribuì in diverse occasioni e attraverso la quale conobbe gli scrittori e poeti surrealisti con cui collabora, tra cui Breton, Éluard, Desnos, Benjamin Péret e Man Ray.
“Esporre oggi Brassaï significa – afferma Philippe Ribeyrolles, curatore della mostra – rivisitare quest’opera meravigliosa in ogni senso, fare il punto sulla diversità dei soggetti affrontati, mescolando approcci artistici e documentaristici; significa immergersi nell’atmosfera di Montparnasse, dove tra le due guerre si incontravano numerosi artisti e scrittori, molti dei quali provenienti dall’Europa dell’Est, come il suo connazionale André Kertész. Quest’ultimo esercitò una notevole influenza sui fotografi che lo circondavano, tra cui lo stesso Brassaï e Robert Doisneau.”
Brassaï appartiene a quella “scuola” francese di fotografia definita umanista, perché la presenza di donne, uomini e bambini ha un ruolo essenziale, sebbene riassumere il suo lavoro solo sotto questo aspetto sarebbe riduttivo.
La sua esplorazione dei muri di Parigi e dei loro innumerevoli graffiti testimonia il legame di Brassaï con le arti marginali e l’art brut di Jean Dubuffet.
Il suo lavoro originale si arricchisce anno dopo anno e viene notato da Edward Steichen, che lo invita a esporre al Museum of Modern Art (MoMA) di New York nel 1956: la mostra “Language of the Wall. Parisian Graffiti Photographed by Brassaï” riscosse un enorme successo.
I legami di Brassaï con l’America si concretizzarono anche in una assidua collaborazione con “Harper’s Bazaar”, di cui Aleksej Brodovič fu il rivoluzionario direttore artistico dal 1934 al 1958. Per la rivista, il fotografo ritrasse molti protagonisti della vita artistica e letteraria francese, con i quali era solito socializzare. Sono le immagini raccolte in Les artistes de ma vie, pubblicato nel 1982, due anni prima della sua morte che avvenne il 7 luglio 1984, subito dopo aver terminato la redazione di un libro su Proust al quale aveva dedicato diversi anni della sua vita.
È sepolto nel cimitero di Montparnasse, nel cuore della Parigi che ha celebrato per mezzo secolo.
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Couple avec matelot, Pont de la Tour Eiffel ca.1932. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Tour Eiffel en 1931. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Le Baiser c. 1935-37. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Soirée Haute couture, Paris 1935. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Couple au bal des Quatre Saisons, rue de Lappe. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Couple d'amoureux dans un café parisien, Place Clichy. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Un mauvais garçon à l’affut. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles La Môme Bijou au Bar de la Lune, Montmartre c. 1932. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Autoportrait, Boulevard Saint-Jacques, Paris, 1930-1932. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Graffiiti Le Roi Soleil Série IX Images primitives c.1945-1950. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles
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