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Il Padiglione italiano per l’Expo di Shanghai 2010
La ‘macchina bioclimatica’ efficiente di Imbrighi
Autore: cecilia di marzo
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20/05/2008 - Il Commissariato Generale del Governo italiano, con il contributo del Comitato organizzatore cinese, ha identificato nel progetto presentato dall’architetto Giampaolo Imbrighi il vincitore del concorso di idee per la realizzazione del padiglione italiano per Expo Universale di Shanghai del 2010.
“Sarà un padiglione simbolo della capacità italiana di innovare nel rispetto della tradizione:”  - ha commentato Beniamino Quintieri, Commissario Generale del Governo per l’Expo di Shanghai 2010 - “un padiglione che con i suoi materiali innovativi, con le sue tecnologie bioclimatiche d’avanguardia, con le sue strutture ardite ed i suoi giochi di luce ed acqua, offrirà una sintesi delle conoscenze e della creatività italiana” .
 
Selezionato tra 65 proposte che si sono tutte rilevate di grande qualità e pregio stilistico, il progetto dell’architetto Imbrighi ha aderito, più di ogni altro, ai requisiti fissati dal bando di gara che richiedeva, da un lato, di illustrare i valori culturali italiani in termini contemporanei e, dall’altro, di proporre soluzioni originali sia sul piano tecnologico, per rispettare l’imperativo della eco-compatibilità, che sul piano strutturale, per soddisfare l’esigenza di essere eventualmente smontato e ricostruito in dimensione ridotta in un’altra area della città. L’opera che l’Italia si accinge a realizzare, offre anche un originale riferimento a concetti e tradizioni cinesi, giusto omaggio al Paese ospite cui viene proposto un edificio che integra in un modello tipico del tessuto urbano italiano una interpretazione in chiave architettonica dei giochi cinesi delle costruzioni e dello Shanghai.
 
Il disegno del padiglione presenta una pianta quadrata di 3.600 mq per un’altezza di 18 metri ed una divisione in più corpi di dimensioni diverse ed irregolari collegati da strutture-ponte in acciaio che lasciano intravedere i ballatoi di collegamento. L’edificio è lambito su tre lati da una lama d’acqua che lo riflette esaltando gli effetti luminosi naturali. La luminosità della struttura si riproduce anche all’interno non soltanto attraverso delle feritoie, che evocano gli stretti vicoli tra i palazzi delle città, ma anche grazie all’impiego di cemento trasparente, un materiale poliedrico di recente creazione. La superficie del padiglione apparirà in parte diafana ed in parte trasparente con facciate formate da cristalli autopulenti. Gli elementi fotovoltaici integrati nei vetri delle coperture esterne garantiranno un effetto schermante dalle radiazioni, mentre il progetto illuminotecnico dell’edificio mira non soltanto scandire gli spazi, ma anche a favorire il risparmio energetico.
I moduli costruttivi che compongono l’edificio costituiscono un insieme geometricamente coeso, simbolo della pluralità di tradizioni e costumi regionali italiani che contribuiscono a definire l’identità nazionale comune: una sorta di mosaico le cui differenti tessere mostrano immagini unitarie. Tale forma illustra anche la complessità topografica delle città italiane con il loro succedersi di strette vie, corti e vicoli che si dilatano all’improvviso negli spazi aperti delle piazze, analogamente a quanto si riscontra nei nuclei urbani cinesi tradizionali. Il giardino interno, la presenza dell’acqua e la luce naturale che si propaga all’interno degli ambienti dai patii e dai tagli laterali delle pareti creeranno un effetto di comfort psicofisico, importante per la qualità degli spazi dedicati alla vita di relazione.
 
“Ispirato dal concetto della concordia nella diversità, il progetto dell’architetto Imbrighi rappresenta uno sguardo verso il futuro attraverso una struttura tenuta assieme dalla luce che è la più grande metafora di speranza. Il progetto è riuscito a trasmettere l’immagine di un paese in movimento, che intende essere protagonista originale e competitivo nel mondo della globalizzazione. L’edificio si caratterizza per uno spazio interno molto duttile nel quale prende corpo un paesaggio artificiale fatto di vicoli, stradine e piazze. Appare il padiglione come una città il cui attraversamento è scandito da un’alternanza di chiusure e aperture suggerite dalla luce, che illumina le varie aree con giochi suggestivi e coinvolgenti. Una narrazione che inizia già dall’ingresso del padiglione, attraverso superfici trasparenti che stanno a simboleggiare una
gemma preziosa... , ha aggiunto il prof. Franco Purini, Docente della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “La Sapienza” e membro della Commissione giudicatrice.
“Attraverso questo padiglione con i prodotti, processi e know-how che in esso saranno esposti – spiega ancora Beniamino Quintieri – l’Italia mostrerà la vitalità della propria tradizione e la competitività del proprio sistema industriale”.
La presentazione del progetto del padiglione uscito vincitore dal bando di gara rappresenta nel contempo – ha commentato l’Ambasciatore d’Italia Riccardo Sessa intervenuto alla cerimonia – un punto di arrivo e di partenza. E’ il punto di arrivo di un lavoro preparatorio che ci ha visti molto impegnati, in Cina come in Italia, per porre le fondamenta politiche, economiche ed organizzative della nostra partecipazione all’Expo di Shanghai. Ma è anche il punto di partenza perché da oggi l’esercizio entra in una fase decisamente operativa”.
 
Fonte: Commissario Generale del Governo per l’Expo di Shanghai 2010

  Scheda progetto: Padiglione Italia Expo Shanghai 2010
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