Dimensione testo |
|
21/10/2010 – Si è concluso con la vittoria di W.O.P. architettura (Potenza) il concorso nazionale di idee per la riqualificazione di Piazza Marconi ad Abriola (PZ). Al team, composto dagli architetti Antonio Graziadei, Christian Rosolino, Gerardo Sassano, dall’ing. Michele Scioscia, Giovanni Brienza (graphic designer) e Alberto Petrone (paesaggio), spetta la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva dell’intevento.
Secondo e terzo posto, pari a 3.000,00 e 2.000,00 euro sono rispettivamente andati ai team guidati dagli architetti Rocco Salomone (Matera) e Filomena Carleo (Potenza)
“A dispetto di questo ruolo centrale giocato a livello urbano e collettivo, Piazza Marconi assume su di sé le caratteristiche proprie di uno “spazio generico ed indefinito”, come ben espresso dal bando di concorso. La Piazza infatti è attraversata nell’intera sua estensione dalla viabilità veicolare ed è utilizzata altresì come area di parcheggio e di sosta per il carico e scarico. Questi aspetti limitano fortemente la vocazione aggregativa dell’area e le conferiscono un carattere di marginalità, quasi si trattasse di un semplice slargo all’interno del tessuto urbano e non “la” Piazza. Ad accentuare la mancanza di un’identità contribuisce la presenza di un arredo urbano assolutamente anonimo e privo di riferimenti al contesto”, si legge nella relazione di progetto.
“L’area oggetto del bando è stata deliberatamente interpretata come unitaria, pur conservando diverse funzioni e diversi ambiti: si è scelto un principio progettuale sintetizzabile nell’espressione “tutto è Piazza”…Gli elementi che traducono in architettura i concetti progettuali sono pochi e molto semplici: una tessitura pavimentale, la luce, alcune sedute ed il verde; il resto è costituito dall’esistente, materiale ed immateriale.
Il contesto che prende forma nel progetto tuttavia non è soltanto quello immediatamente prospiciente l’area di intervento. E' sembrato infatti di grande importanza cercare di riportare nella Piazza gli elementi che caratterizzano il paesaggio circostante Abriola, allo scopo di sottolineare lo stretto legame che intercorre tra abitato e campagna. Le trame di campi, orti e vigneti che si sono incontrati giungendo ad Abriola sono le stesse che si ritrovano in paese, materializzate nella tessitura della pavimentazione della sua Piazza principale.
I “campi” con le loro geometrie sono scanditi dalle orditure delle lastre a correre di Colombino d’Istria (come richiesto dal bando), mentre i confini sono tracciati da listelli in Giallo d’Istria disposti perpendicolarmente alle facciate degli edifici. Inserti realizzati con la stessa pietra chiara ripropongono in chiave moderna e stilizzata le coltivazioni, ora più rade, ora più fitte. Sono “campi di relazione” in cui si coltivano rapporti sociali, è lo spazio pubblico per eccellenza.
Ai bordi di questi campi le relazioni diventano più riservate, meno pubbliche: sono margini di intimità definiti dall’introduzione di un altro riferimento al contesto paesaggistico: il verde. Non è un “verde” generico: è quello che si ritrova appena fuori l’abitato, in primo luogo la ginestra, ma anche l’agrifoglio, il bosso etc. Le aree di verde definiscono una serie di piccoli “giardini urbani” nei quali si può sostare o sedersi.
Oltre questi piccoli “salotti” ai bordi della Piazza inizia lo spazio privato delle abitazioni, architettonicamente definito dall’uso di una differente pavimentazione, non più in lastre bensì in acciottolato.
Come è evidente si è cercato di conseguire una gradazione dello spazio da pubblico a semi-pubblico, fino al privato delle abitazioni. Si sono venuti a definire così degli ambiti che permettono di vivere la Piazza in modi diversi a seconda delle stagioni, delle ore del giorno, delle attività che vi si svolgono etc.
L’attenzione posta nel filtrare gli spazi prende le mosse dalla volontà di preservare una sorta di “dimensione domestica” del vivere la strada e la piazza, così tipica dell’area mediterranea e ben evidente nel caso della Piazza di Abriola.
La scelta di posizionare le fioriere a ridosso delle abitazioni corrisponde all’intenzione di stimolare una partecipazione attiva degli abitanti a prendersi cura del verde. Si è ritenuto infatti che una tale configurazione potesse spingere i residenti a sentirsi direttamente responsabili di tali spazi, attivando meccanismi di cura e manutenzione partecipate. Ancora in riferimento al verde, si è deciso di conservare le poche alberature esistenti”.
|
Consiglia questa notizia ai tuoi amici
|
|