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I primi 10 anni d'architettura del nuovo millennio
L'Huffington Post stila una classifica con le opere più innovative
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04/01/2011 – Innovazione tecnologica, sostenibilità, crisi economica, risparmio energetico e trasformazioni del mercato immobiliare sono alcuni dei temi-chiave che hanno caratterizzato l’architettura nei primi dieci anni del nuovo millennio. A fare il punto della situazione ci ha provato il quotidiano online statunitense The Huffington Post, che ha stilato una classifica con i 10 edifici più innovativi costruiti tra 2000 e 2010.
 
2001- Zenith Concert Hall di Rouen (Francia), Bernard Tschumi Architects. Commissionato e progettato nella volontà di promuovere l'espansione economica e lo sviluppo culturale di Rouen (località situata a circa un'ora emezzo d’auto da Parigi), il centro accoglie una salaconcerti da 8mila posti e una galleria d’arte da 70mila mq. Il primo edificio ha la forma di guscio curvo, internamente sostenuto da una serie di archi in acciaio tubolare a raggio costante, con un'orditura secondaria di profili rettangolari, e rivestito con una doppia pelle in lamiera ondulata d’acciaio. Il secondo volume si sviluppa invece come un parallelepipedo orizzontale, lungo700 metri. Le due funzioni sono affacciate su una piazza pubblica che può accogliere performances artistiche all'aperto.
 
2002 - Yokohama International Port Terminal - Foreign Office Architects. La struttura portuale sorge su un’area ampia 32mila mq presso la banchina di Osanbashi a Yokahama. Dal punto di vista tecnologico l’elemento chiave del progetto sta nel design innovativo dell’edificio, la cui composizione strutturale non adopera i consueti elementi orizzontali e verticali ma si serve di una serie di piatti in acciaio interconnessi.
 
2003 - Walt Disney Concert Hall, Los Angeles - Gehry Partners. Costata 274 milioni di dollari, la struttura, all'esterno completamente rivestita di acciaio inossidabile, ospita sino a  2380 spettatori. La forma a pianta centrale dell’edificio, dettata da parametri acustici, contrasta con l’asimmetria degli elementi che la circondano. L’intero complesso nasce dalla fusione di due sistemi costruttivi: uno regolare a maglia con pilastri in cemento ad interasse costante e un sistema a setti. L’esterno è rivestito di calcare francese e acciaio inossidabile.
 
2004 - Central Library di Seattle, Rem Koohlas - Office for Metropolitan Architecture. Caratterizzata da una singolare geometria sfaccettata, la biblioteca si articola su cinque livelli differenti, pensati per stimolare lo scambio di conoscenze e l'interazione tra settori.
 
2005 - Yed Vashem Holocaust History Museum, Gerusalemme, Safdie Architects. Il Museo si articola su una spina dorsale costituita da una coppia di piastre in cemento trincerato, all'interno del "Monte della Rimembranza". Il volume principale accoglie una serie di sale sparse, ciascuna delle quali è dedicata a un “capitolo” della storia dell'Olocausto.
 
2006 - Olimpic Sculpture Park di Seattle, Weiss/Manfredi. Il progetto prevede la rifunzionalizzazione di un grande sito industriale dismesso, attraverso un design originale a forma di Z, che raccorda tre volumi indipendenti.
 
2007 - New York Time Building, Renzo Piano. Il grattacielo disegnato dall’architetto genovese per il prestigioso quotidiano americano percorre lo skyline della Grande Mela per 52 piani raggiungendo i 228 metri di altezza. Di qui si innalza un’antenna di quasi 100 metri che fa oggi dell’avveniristica struttura il terzo edificio più alto della città; classifica destinata a mutare con il completamento della Freedom Tower che, con i suoi 541 metri di altezza, farà slittare la nuova sede del giornale al quarto posto nella competizione delle architetture verticali per la conquista del cielo newyorkese. Dalla geometria semplice e primaria, la nuova torre del New York Times prende forma dalla combinazione di vetro, acciaio e ceramica.

La trasparenza è intesa nel duplice senso di espressione di un preciso linguaggio architettonico - come scelta di determinate tecnologie e materiali incentrate sull’aspetto ecologico - nonché metafora dell’informazione chiara e diretta di cui il giornale sarebbe idealmente portavoce. L’intelaiatura di acciaio è rivestita da una parete di vetro schermata da barre orizzontali in ceramica estrusa che fungono da elementi frangisole. Ne risulta una pelle che riflette i mutevoli colori del paesaggio di una città che l’autore del progetto definisce “fotosensibile”.

2008 - Olimipic Stadium di Pechino, Herzog & de Meuron. Ispirato all’intreccio dei ramoscelli di un nido, il progetto dello studio Herzog & de Meuron – vincitore nel 2002 del concorso internazionale di progettazione - è stato ribattezzato dai cinesi “nido d’uccello”. Una struttura di elementi che si intrecciano e si sorreggono tra di loro come in un nido tiene sospeso l’immenso tetto, interamente chiudibile.

Come i ramoscelli di un nido, gli elementi strutturali si intrecciano formando una maglia nella quale sono integrate facciate, scale e coperture. La struttura è ricoperta da due strati di membrane traslucide; quella più esterna colma i vuoti per rendere la copertura resistente agli agenti atmosferici, mentre quella più interna funge da isolante acustico.
Parte integrante della struttura è il tetto apribile che forma, insieme alle membrane traslucide, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all’esterno.

Alternate secondo una disposizione casuale, le fasce in calcestruzzo che partono dal suolo curvandosi al di sopra dell’occhio della copertura si intrecciano con altre fasce che avvolgono la struttura lungo il perimetro.
 
2009 -  MAXXI - Museo delle Arti del XXI secolo di Roma, Zaha Hadid Architects. La struttura – realizzata su un’area di 26mila mq - accoglie due istituzioni, MAXXI arte e MAXXI architettura, che hanno in comune spazi e risorse per le attività culturali, spazi per le esposizioni temporanee, per gli eventi dal vivo, spazi per la produzione e la sperimentazione e spazi di intrattenimento e attività commerciali, oltre alla presenza di zone destinate all’accoglienza, al bookshop, al ristoranti e alle caffetterie, auditorium, sale riunioni, parcheggi.

La coniugazione dei due musei è realizzata attraverso profili innovativi che sembrano rincorrersi in un percorso che rifiuta la linearità. Il complesso architettonico è caratterizzato da forme curve, realizzate con strutture in cemento armato faccia a vista, vetro e acciaio, che si intersecano a sbalzo su piani sovrapposti fino a disegnare una sorta di L. “L’idea alla base del progetto – dichiarava l’autrice del progetto - è quella di movimento, un movimento generato da linee di forza che, sovrapponendosi, creano diversi livelli. Lo stesso sito, con la sua forma a L, suggerisce e scaturisce queste linee di forza, dando vita a spazi interni ed esterni che si intersecano, senza rinunciare alla robustezza dell'edificio”.

Hadid ha concepito il MAXXI come un “campus urbano aperto alla circolazione pubblica”; un mondo nel quale tuffarsi piuttosto che un edificio come oggetto firmato. Sviluppato su tre livelli, il Museo integra arte ed architettura in volumi articolati coperti da un tetto esclusivamente in vetro; elemento progettato come filtro per un uso modulato e zenitale della luce naturale, ma anche come punto di unione tra interno ed esterno.

Una serie di ponti collega i tre livelli dell’edificio. Intorno ad una grande hall di accoglienza a tutt’altezza ruotano i vari spazi commerciali, la caffetteria, i servizi didattici, i laboratori di conservazione e restauro, le sale per eventi dal vivo e convegni.

L’idea progettuale è la creazione di uno spazio che non si esaurisca in un percorso lineare, ma si presenti come una complessa rete di connessioni. II progetto identifica infatti una serie di percorsi che si snodano all’interno delle gallerie quasi negando al visitatore di tornare sui propri passi. Flessibilità e controllo delle condizioni ambientali sono le caratteristiche architettoniche di questi spazi. Le diverse suite sono infatti suddivisibili con pannelli espositivi mobili che consentono di mutare la natura stessa del luogo a seconda delle esigenze museali che volta per volta si presentano.
 
2010 - 8 Tallet, Copenaghen – BIG. Il complesso d’appartamenti, realizzato nel quartiere in via di sviluppo di Oerestad (Copenaghen) con l’azienda Big Green Tech Veg consta di un tetto verde inclinato ampio ben 1.700 metri quadri, orientato in modo da sfruttare al massimo l’afflusso della luce naturale nelle ore diurne.
 
Pensata come un piccolo quartiere a sé stante, a soli 12 minuti di treno dal centro, la struttura rappresenta il più grande complesso d’appartamenti realizzato in Danimarca e conta 476 abitazioni, alcune delle quali con giardino privato. Il pian terreno accoglie una piazza commerciale estesa su 62mila mq. L’orientamento est-ovest fornisce ad ogni unità abitativa ampia illuminazione naturale. Gli spazi verdi dominano il cortili e il tetto, riducendo l’effetto isola di calore e fornendo piacevoli scorci ai residenti.

  Scheda progetto: Walt Disney Concert Hall
Gehry Partners
Vedi Scheda Progetto
ROBERTO LO RUSSO
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ROBERTO LO RUSSO
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ROBERTO LO RUSSO
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ROBERTO LO RUSSO
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ROBERTO LO RUSSO
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ROBERTO LO RUSSO
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Michel Denancé
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Michel Denancé
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Michel Denancé
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Gabriele Pitacco
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Gabriele Pitacco
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  Scheda progetto: MAXXI
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BIG
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BIG
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BIG
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BIG
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BIG
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