28/02/2011 - Il Comune di Valdagno (Vicenza), assieme alla Fondazione e l'Ordine degli Architetti P.P. e C. della provincia di Vicenza, ha annunciato i nomi dei vincitori del contest "Progetto in evoluzione. Giò Ponti e Villa Favorita a Valdagno".
Il primo posto della competizione è spettato al team guidato dall’arch. Maurizio Dallavalle (Trento) e composto dai colleghi Daniele Cappelletti e Alessandro Dallavalle, cui va un premio pari a 8mila euro. Secondi e terzi classificati i gruppi rispettivamente guidati dagli arch. Eleonora Cecconi (Po) e Alessandro Baldo (Vi), meritevoli di due somme pari a 4mila e 3mila euro.
Il concorso di idee chiedeva ai partecipanti di sviluppare proposte progettuali per la realizzazione di strutture e spazi ludico-culturali nel Parco Monumentale cittadino “La Favorita”. Il sito, un tempo privato, è stato completamente restaurato e aperto al pubblico nell'ottobre del 2008. Nello schema originale il centro del parco avrebbe dovuto accogliere una grande villa padronale, da costruirsi su progetto degli architetti Giò Ponti e Francesco Bonfanti. La scoppio della guerra segnò l'interruzione dei lavori di cantiere: della casa furono realizzate sole le fondamenta, tutt’oggi visibili. Proprio in questo spazio il contest ha previsto la costruzione delle nuove funzioni.
“Il progetto propone uno spazio continuo e orizzontale, dove la natura acquista un’importanza straordinaria. L’esperienza dello spazio continuo è intimamente legata all’incidenza della luce sui volumi che lo delimitano – spiegano dal team vincitore. I corpi di vetro diventano così scatole opache se osservate dall’interno, mentre si trasformano in volumi completamente trasparenti, che mutano l’interno in esterno se osservati da un punto di vista prospettico ad essi perpendicolare.
Le finalità generali connesse alla ragione geometrica sono due, e riguardano: la riconoscibilità della forma planimetrica dei resti della Villa, ma anche del suo alzato in rapporto alle dimensioni dell’intorno; la definizione di un modulo che faciliti l’unità concettuale delle scelte strutturali, tecnologiche, spaziali, funzionali e distributive dei corpi vetrati emergenti.
La ragione costruttiva viene qui valutata in rapporto ai caratteri figurativi, espressivi ed evocativi dell’architettura, e precisamente: il prisma in calcestruzzo rivestito in pietra, forte, scabro e “imperfetto all’apparenza”; i corpi vetrati emergenti delimitati da una leggera struttura metallica di colore bianco.
L’edificio è costituito da un basamento/piano terra dove si sviluppano: punto informazioni, sala lettura, spazio espositivo, depositi, internet point, guardaroba, ufficio, cucina bar caffetteria e servizi igienici. L’accesso al piano terra avviene tramite un vialetto in pendenza sul prolungamento ideale dell’asse della Città Sociale.
Il volume emergente al di sopra la sala lettura ospita una sala polivalente con tribuna e cento posti a sedere. La caffetteria si sviluppa anche nel volume emergente posto sopra di essa e accede al terrazzo del podio con tavolini all’aperto. Il volume emergente previsto sulla verticale dello spazio espositivo è vuoto”.
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