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29/08/06 - Il concorso bandito dall’Amministrazione Comunale di Acri, in provincia di Cosenza, per la progettazione preliminare del Teatro Comunale si è concluso con l’assegnazione del primo premio al progetto “Fiore di pietra” dello studio MDU architetti.
Obiettivo del concorso era la definizione di una proposta progettuale per una sala teatrale provvista di 600 posti, una mediateca di piccole dimensioni, uno spazio per esposizioni temporanee, caffetteria, bookshop e servizi relativi.
Lo studio MDU architetti, composto da Valerio Barberis, Alessandro Corradini, Marcello Marchesini, Cristiano Cosi e Michele Fiesoli, con la collaborazione di Elena Fustini e Domenico Succurro, propone un teatro immerso nel verde affacciato verso la splendida “scenografia” del centro antico di Acri.
“La costruzione del nuovo teatro viene interpretata come una riflessione sugli elementi costitutivi del territorio naturale ed antropizzato ed il tentativo di introdurre relazioni innovative tra di essi in un rinnovato dialogo tra storia, architettura e natura.
La grande area verde destinata ad accogliere la struttura teatrale è uno spazio dal grande fascino: non è immediatamente percepibile dalle strade circostanti, è una sorta di enclave naturale ritagliata all'interno dell'urbanizzazione più recente che si scopre lentamente e che riserva la repentina sorpresa di ampie vedute verso il panorama collinare circostante e verso la massa edificata del centro storico.
Il progetto interpreta questa condizione come l'occasione per costruire una nuova centralità dalla forte immagine contemporanea che esprima allo stesso tempo radicamento al territorio ed in particolare al centro storico. L'area, infatti, viene lasciata pressochè intatta, enfatizzandone la vocazione a parco con alberature autoctone e percorsi che si snodano lungo il declivio, nella filosofia di un giardino “in divenire”. Il teatro si inserisce in questo paesaggio naturale come un “monolite” in cemento colorato in grado di esprimere molteplici livelli relazionali con il centro storico: architettonico nella relazione che instaura con le emergenze volumetriche dei palazzi monumentali e delle chiese e visivo nell'interpretare il centro storico come vera e propria “scenografia” costantemente presente. Ma il “monolite” in sé è concepito come un luogo al cui interno si sviluppa una complessità di tipo urbano: delle fenditure “scavate” nella massa stereometrica generano una piccola piazza centrale, dalla quale si accede alle funzioni, ed una serie di percorsi le cui proporzioni evocano gli stretti vicoli del centro cittadino. Questi percorsi interni generano uno spazio concepito come un “viaggio” di avvicinamento all'evento teatrale: un viaggio nella natura nel quale l'architettura diventa una “cornice” per i monumenti del palazzo Sanseverino-Falcone e la Basilica del Beato Angelo”.
Inserimento urbanistico, sistemazioni esterne
La filosofia generale dell'intervento mira a preservare il carattere naturale dell'area di progetto riqualificandola a parco urbano attraverso interventi “leggeri” costituiti da percorsi a terra e piantumazioni arboree autoctone (olivi) collocate in modo da non ostruire la vista verso il centro antico di Acri. I percorsi, previsti in terra battuta, si sviluppano con pendenze leggere in modo da favorire anche ai portatori di handicap la fruizione dell'intera area e trovano un ulteriore ingresso su Via Merolini.
L'edificio risulta collocato nella porzione più alta del lotto in modo da sfruttare le qualità panoramiche ed è caratterizzato da una serie di strade interne che inquadrano brani del paesaggio naturale circostante e del centro storico.
Il progetto sviluppa, così, un'architettura di percorsi immersi nel verde ed in costante relazione visiva con il centro antico.
L'accesso al teatro avviene da nord tramite un percorso in cemento che affianca un parcheggio di servizio di circa 670 mq. destinato all'utenza giornaliera del teatro, del museo e del parco.
Progetto architettonico
Il progetto per il nuovo teatro di Acri è un'architettura concepita come un viaggio: quello dell'avvicinamento e della “scoperta” dell'evento teatrale, che trova il suo culmine all'apertura del sipario. Il viaggio verso la “magia” del teatro avviene attraversando una sequenza spazi che introducono una complessità di tipo urbano e che risultano caratterizzati da una “indeterminatezza” funzionale di fondo che ne lascia aperta la libera interpretazione da parte degli utenti: saranno i cittadini a “riempire” questi spazi. Il teatro, così, aspira a divenire un luogo di identificazione colletiva non solo da un punto di vista architettonico ma, soprattutto, da un punto di vista esistenziale.
L'architettura è un severo monolite in cemento colorato nel quale sono “scavati” i percorsi delimitati da pareti in intonaco bianco, che diventano ideali luoghi per esposizioni di arte contemporanea open air o di video installazioni. I percorsi si allargano in modo tale da formare una piazza centrale nella quale si aprono gli ingressi alle funzioni previste dal bando, il teatro e la mediateca con lo spazio espositivo. La piazza è il fulcro all'aperto del complesso: è posizionata in modo da inquadrare i monumenti del centro storico (Palazzo San Severino-Falcone e Basilica del Beato Angelo) e può divenire uno spazio per piccole manifestazioni teatrali, di danza o per proiezioni cinematografiche durante la stagione estiva.
L'accesso al teatro avviene attraverso il grande foyer (250 mq di superficie con altezza di 7,90 ml.) caratterizzato dall'omogenea pavimentazione in cemento e da un bancone dall'andamento curvilineo che delimita l'area destinata al pubblico da quella delle funzioni di accoglienza (bookshop, biglietteria-guardaroba e bar). Anche in questo caso la configurazione spaziale suggerisce molteplici utilizzi sia di tipo espositivo che performativo.
Dalla parte opposta dell'ingresso un ampio taglio vetrato nella copertura introduce vedute del cielo all'interno e segnala lo spazio a doppia altezza nel quale si snoda la rampa di collegamento alla platea (accessibile ai portatori di handicap): la scena si svela lentamente lungo questo percorso che conclude il viaggio verso la rappresentazione teatrale.
La platea è un'unica gradonata con 585 sedute, caratterizzata anch'essa dalla pavimentazione in cemento, che risulta separata dalla scena tramite un boccascena di 12 ml. di larghezza e 6 ml. di altezza. Lo spazio scenico risulta dotato di ballatoi di servizio e graticcia e collegato direttamente ai camerini ed ai cameroni per gli artisti.
Il volume destinato alla mediateca ed allo spazio espositivo presenta le stesse caratteristiche architettoniche dei volumi del foyer e della torre scenica. All'interno in un open space al piano terra sono collocati la mediateca ed una piccola sala di proiezione multimediale, collegati visivamente allo spazio espositivo posto al primo piano grazie ad una porzione a doppio volume. Tutte queste funzioni si aprono con ampie superfici finestrate verso il panorama del centro storico e delle colline circostanti.
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