15/12/2006 – Ad un anno circa dal termine della prima fase del concorso di idee sul tema “Piazze Botaniche - recupero di cinque piazze cittadine” sono stati resi noti i nominativi dei vincitori. I cinque spazi pubblici individuati erano i seguenti: piazza Michelangelo; Piazza Montessori; Piazza S. Leone; Piazza S. Maria di Gesù; Piazza Spirito Santo.
Le «5 piazze per Catania» sono state così assegnate:
Piazza Michelangelo
progetto TRI dell’arch. Giancarlo LEONE (capogruppo) con la designer Luta BETTONICA
Piazza Montessori
progetto TERRA dell’arch. Giovanni FIAMINGO (capogruppo) con gli architetti Loredana Cama, Marina Cimato e Vincenzo Magra
Piazza San Leone
progetto L’ESPACE CRITIQUE dell’arch. Roberto FORTE (capogruppo) con l’ingegner Andrea Guardo e gli architetti Elisabetta Avallone, Giulio Forte, Simone Orsi, Andrea Sciolari e Laura Gatti
Piazza S. Maria di Gesù
progetto MOTTO GRANDE dell’arch. Luigi PELLEGRINO (capogruppo) con l’ingegner Vincenzo Schilirò e gli architetti Gianfranco Gianfriddo e Francesco Cacciatore
Piazza Spirito Santo
progetto FRAMMENTI URBANI dell’arch. Massimo MORTELLITI
Ai concorrenti era richiesta nella prima fase la formulazione delle idee di base per la trasformazione degli spazi pubblici, nella seconda l'elaborazione del progetto preliminare delle opere da realizzare.
«Per la prima volta dopo molti decenni - sottolinea l'arch. Franco Porto, presidente regionale di In/Arch Sicilia, l'associazione che ha lanciato e curato l'idea del concorso - l'amministrazione comunale potrà contare su un parco progetti altamente qualificato. Il concorso, inoltre, ha dato a molti giovani professionisti l'occasione di esprimersi e di misurarsi ed è stata una bella sorpresa constatare come i loro lavori siano stati preferiti anche a quelli di affermati colleghi».
Nel progetto TRI, vincitore per Piazza Michelangelo, sono per l’appunto “tre” gli elementi che costituiscono il nucleo centrale della Piazza: l’acqua, l’agrume e la vista.
«Il primo elemento, l’Acqua, è inserito in un rettangolo di 72 metri di lunghezza per 25.50 di larghezza,intervallato da passaggi e “passerelle” di pietra lavica che oltre ad far vivere l’elemento ne consentono l’attraversamento […].
Il secondo elemento è “il bosco di aranci”, l’Agrume, distribuito in tre riquadri di 20.50 metri per 19.50 metri,all’interno di un rettangolo 72 metri per 20.50 metri. Ogni riquadro è costituito da un terreno la cui fertilità è garantita oltre che dalla terra naturale, anche dalla terra dell’Etna sul cui nero intenso emergono 36 alberi di Arancio […].
Il terzo elemento è una seduta collettiva di pietra di Comiso, la Vista. Un susseguirsi di panche in questa pietra chiara, luminosa e rilassante al tempo stesso. E’ il salotto di questa zona della città, è il luogo dove ammirare il mare e guardare l’Etna. Una pavimentazione di pietra che sale e riveste le panche. Un “corridoio” centrale,inconsciamente,richiama il cinema, lo spettacolo che qui, è offerto dall’Etna e dal Mare».
Nel progetto FRAMENTI URBANI, vincitore per Piazza Spirito, Santo l’architetto sfrutta «tutte le potenzialità già presenti nel luogo, valorizzando e mettendo in primo piano sia la chiesa che il tessuto urbano storico e , altresì, lasciando in secondo piano il fronte più disordinato degli edifici a nord (costituito da edifici alti edificati negli anni 60-70 privi di carattere unitario).
La proposta nel suo complesso ha come obiettivo quello di rinsaldare i legami con il passato, attraverso un’attenta ricucitura del tessuto esistente, restituendo alla piazza il valore di centro cittadino. Pertanto il progetto, pur nella visione unitaria dello spazio urbano, si articola in tratti caratterizzati, nella composizione, sia dall’arredo che dall’uso della vegetazione, facendo acquisire agli spazi una funzione propria al contesto in cui si inseriscono, riorganizzando la loro gerarchia con l’obbiettivo della chiarezza geometrica di tutto l'impianto. Così all’interno della stessa piazza convivono funzionalità diverse permettendo varie utilizzazioni dello spazio sempre, tuttavia, nel rispetto delle gerarchie precostituite. Ne scaturisce un'azione progettuale che si qualifica nel rigoroso confronto con i sensi e le tradizioni culturali del luogo, ridefinendo i rapporti tra le preesistenze del contesto urbano e le necessità attuali».
Nel progetto L’ESPACE CRITIQUE, vincitore per Piazza San Leone, «l’articolazione di piani di vita a diverse quote ed il tema della “risalita” sono gli elementi caratterizzanti lo spazio, articolato secondo un sistema di luoghi in sequenza che reinterpretano il problema del superamento dei dislivelli - un’azione dinamica di movimento – in un percorso a vari gradienti di velocità combinato con ambiti che invogliano invece ad una dimensione statica di sosta tipica della “piazza” tradizionale.
La ridefinizione del perimetro dello spazio pubblico è determinante nel tradurre le linee di movimento in un sistema di confluenze che compongono , articolando e disarticolando, gli elementi del preesistente mantenuti - le alberature, il sagrato della Chiesa e la possibilità di creare un collegamento con l’area del costruendo centro civico - con i nuovi ambiti dello spazio pubblico».
Nel progetto per Piazza Montessori «la strategia di riqualificazione proposta, pone in primo piano l’importante presenza della colata lavica come elemento cardine della riunificazione spaziale e funzionale. “Terra” è il motto del progetto, ad indicare l’interesse per una componente naturale spesso dimenticata come il suolo. Sia esso quello geometricamente artificializzato di un lastricato di pietra che quello plasticamente arricciato della colata lavica in bella mostra fra Via Citelli e Piazza Fusinato».
“Occorre sempre ben considerare- dicono i progettisti - il valore potenziale del suolo che, come ha detto Caniggia, diventa struttura antropica nel momento stesso in cui lo si percorre.
Nel nostro progetto, oltre a percorrerlo proponiamo di inciderlo, di scavarlo e modellarlo. A tale scopo, parallelamente alla risposta planare e “orizzontale” sottesa dal nuovo disegno di suolo di Piazza Montessori, si individua un itinerario “verticale” e di sezione realizzato con opere “sottosuolo”, che propone una immersione nello spessore della terra.
Un percorso/incisione iniziante dalla piazza, infatti, attraversa gli strati rocciosi del sottosuolo, ricavando un parcheggio nelle cavità laviche appositamente “scolpite”. Tale promenade, collega con uno pub-ristorante ricavato nello spessore del salto di quota, con affaccio sul banco lavico, e con una piazza lignea sospesa sulla stessa emergenza lapidea e affacciata/orientata su Piazza Fusinato. A rafforzare il valore di questo salto di quota e per potenziare il legame urbano con l’area prossima a Piazza Fusinato si colloca, con una ampia passerella aerea che scavalca il limite di via Citelli, un ascensore e una scala urbana che collegano, allo stesso tempo, anche la piazza aerea e le attività commerciali suddette.
Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale del concorso
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