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Il nuovo showroom ARTCERAM
Il recupero di un piccolo gioiello del 1577
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14/01/10 - Un Nuovo e particolarissimo Showroom a Civita Castellana ricavato dal restauro di un’antica chiesa sconsacrata (oltre i due flagstores in Cina), per consolidare la presenza del brand in questa grande nazione alla continua ricerca di Made in Italy e design.
Artceram investe come sempre in qualità, design e strategie di crescita internazionali e di largo
respiro.

Lo Showroom di Civita Castellana in un edificio del 1577

Un nuovo Showroom per Artceram: uno spazio espositivo di oltre 500 mq ricavato dal recupero di un’antica chiesa costruita nel 1577 dai frati Cappuccini.
Un luogo suggestivo e pieno di fascino adiacente agli stabilimenti dell’azienda dove coesistono in un equilibrio perfetto la tradizione e l’innovazione, la storia di Civita Castellana e la sperimentazione nella produzione ceramica. Il recupero architettonico di questo piccolo gioiello è stato possibile grazie ad un notevole investimento e a 3 anni di lavori. L’edificio ha avuto una storia travagliata: da chiesa dei Cappuccini, nel 1882 divenne distaccamento della Scuola Allievi Ufficiali e poi nella seconda guerra mondiale avamposto dell’esercito tedesco subendo i pesanti danni dei bombardamenti.  Nel 2004 per iniziativa Artceram tutto il complesso subisce una profonda opera di restauro per essere trasformato nella nuova Showroom aziendale, fiore all’occhiello e spazio di rappresentanza per conferenze e meeting.
L’intervento di restauro è stato seguito dall’Architetto Alberto Brunelli, omonimo del Presidente
Artceram. Per il restauro è stato scelto il total white. Una scelta di grande impatto scenografico
enfatizzata con i minimi tocchi di rosso inseriti a staccare le collezioni dalle pareti. Uno spazio
minimal barocco, non un ossimoro, ma un teatro contemporaneo capace di legare storia e design in un nuovo contesto metropolitano.

L'INTERVENTO DI RESTAURO
Un ambiente di sapore già neoclassico, dove la grande vetrata in alto sulla parete di fondo (realizzata nel dopoguerra) ricordava quelle dei grandi ambienti delle terme romane. Il primo intervento è stato quello di salvaguardare la struttura, perché il pericolo di crollo della volta
era una possibilità concreta.
La prima fase è stata quindi il restauro della copertura e dei prospetti. Le scelte cromatiche esterne ricalcano esattamente quelle fatte all’epoca della costruzione. Sotto strati successivi di giallo ocra è stato ritrovato un grigio ceruleo, uno dei colori caratteristici dell’architettura settecentesca, specie quelle dell’area romana. Dopo circa un anno si è deciso di intervenire all’interno.
L’intervento ha voluto soprattutto restituire una dignità ad un luogo che negli anni era stato in qualche modo violentato. Una volta sgomberato l’interno ci siamo resi conto delle dimensioni effettive, ma anche di come l’edificio era stato menomato, prima con i bombardamenti del 1944 e poi a seguito di una scellerata suddivisone, nella quale le quale le cappelle di un lato erano entrate a far parte di un’altra proprietà.
L’intervento ha mirato soprattutto ad eliminare tutti gli elementi estranei all’architettura originale del luogo, come i muri divisori, e con l’esigenza di portare la luce di nuovo all’interno.

Le chiese di tardo settecento erano invase dalla luce, qui al contrario nel recente passato era stato fatto di tutto per negarla, attraverso la chiusura delle finestre e la riduzione della porta d’ingresso sulla facciata. Incombeva su tutto l’interno lo stesso giallo ocra presente sui prospetti esterni.
La scelta di un total white è stata anche un gesto simbolico.  Oggi a lavoro concluso e nonostante le tante paure e incertezze, legate soprattutto a possibili critiche degli esperti di restauro, posso ritenermi soddisfatto del risultato finale ed affermare che nessun altra scelta era possibile. Ridare fluidità agli ambienti è stato un altro tema guida dell’intervento.
La navata e le cappelle erano frazionate da quinte in muratura la cui demolizione ha fatto rileggere gli spazi nelle loro dimensioni originali. Il collegamento con l’edificio di lato (risalente a fine 800) è stato risolto con un corridoio vetrato, che di notte crea una lama di luce tra i due edifici.
Delusione invece per lo scavo fatto al disotto della pavimentazione in cemento, sotto la quale si
sperava di ritrovare l’antica pavimentazione in cotto.
Per la nuova pavimentazione è stata scelta una resina grigia, scelta determinata anche dalla volontà di non inserire materiali “in stile” ma anche per lasciare all’architettura interna delle pareti il ruolo di protagonista assoluta.
Su questo pavimento è stato naturale la scelta di far emergere dei volumi contro i quali i quali sono esposti i pezzi. Un allestimento necessario per evitare il contatto con le pareti perimetrali e per avere la possibilità di smontare il tutto in breve tempo ed utilizzare lo spazio per altre funzioni.


ARTCERAM SRL
Via Monsignor Tenderini
01033 Civita Castellana (VT)
T +39 0761 599499
F +39 0761 514232
www.artceram.it
[email protected]












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