Kengo Kuma e Mario Nanni
06/09/2011 - La luce e il progetto. Per scoprire quali sono le prospettive future di un rapporto sempre più stretto e in costante evoluzione fra questi due elementi, 500 fra architetti e progettisti da tutto il mondo si sono dati appuntamento a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia, per il secondo congresso mondiale della luce Viabizzuno.
Al tavolo dei relatori si sono alternati alcuni dei più affermati progettisti di fama internazionale: i loro interventi hanno dimostrato, attraverso l’illustrazione e il racconto di progetti che li hanno visti protagonisti, come la luce sia un elemento fondamentale per l’ideazione e la realizzazione di un buon progetto. Il congresso si è svolto in concomitanza con un la 54ma edizione dell’esposizione internazionale d’arte, che proprio quest’anno ha come titolo ‘illuminazioni’.
A dare il via ai lavori è stato paolo baratta, presidente della biennale di Venezia ha voluto porgere il proprio saluto e introdurre il primo intervento di Mario Nanni, responsabile del pensiero progettuale di Viabizzuno, artista e poeta della luce, che in questi anni ha messo la sua professionalità a disposizione dei più prestigiosi studi d’architettura nazionali e internazionali, recentemente definito ‘il grande pioniere dell’illuminazione’ dallo spagnolo El Paìs.
‘Siamo particolarmente lieti di avere tra noi una persona come Mario Nanni, la cui opera ha rappresentato uno dei più significativi passaggi dall'epoca in cui la luce era trattata dagli architetti per lo stimolo che dava alla realizzazione di oggetti, all'epoca in cui è tornata ad essere una materia prima, così come la luce naturale, del fare architettura, del concepire gli spazi’.
Numerosa la schiera di progettisti che hanno apportato il proprio contributo nel corso delle due giornate. tra i nomi di maggior spicco del primo giorno, Rick Nys dello studio Chipperfield ha illustrato a una platea entusiasta alcuni dei progetti più significativi realizzati recentemente, concentrandosi sul tema della combinazione tra luce naturale e luce artificiale nella progettazione, con particolare riferimento all’ambito museale e artistico.
Tra i progetti recentemente ultimati dallo studio, Rick Nys si è infatti soffermato su quello della Galleria D’arte The Hepworth Wakefield, nello Yorkshire, che raccoglie opere di alcuni degli artisti inglesi più significativi del ventesimo secolo.
Nel secondo giorno, a prendere la parola sono state altre due star dell’architettura mondiale, come l'olandese Winy Maas e Kengo Kuma. L’architetto giapponese ha chiuso il suo intervento con il racconto poetico del progetto condiviso con Mario Nanni, la prima opera del maestro giapponese in Italia: Cccloud per Casalgrande Padana a Reggio Emilia.
È una scultura urbana, una nuvola in lastre ceramiche di gres porcellanato che si connota come un’architettura di orizzonte: un muro costruito come un elemento naturale tra gli elementi naturali, l’opera dell’uomo nel paesaggio che lo ospita. quest’opera è uno sguardo sull’intorno, un mirino, uno strumento per osservare il passaggio delle stagioni, nel suo declinarsi di colori, luci ed atmosfere.
Il congresso ha visto come protagonisti anche importanti nomi della progettazione e del design italiano, come Claudio La Viola, Gabriele Lelli, Roberta Bandini, Simona Pieri, e grandi nomi del light design internazionale, fra i quali Barbara Balestreri, Maurice Asso, Manfred Draxl, Peter Caruso e Omar Ghafour.
‘La grande richiesta di partecipazione a questo congresso dimostra come nel terzo millennio il mondo abbia la necessità di progettare a 360°’ – ha dichiarato Mario Nanni, che proprio a Venezia ha curato di recente anche l’illuminazione per Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia, e di Ca’ Corner della Regina, l’edificio storico ora sede della Fondazione Prada.
Il congresso è stato anche occasione per presentare il manifesto del progettista illuminato, un documento da condividere con tutti i professionisti della luce che in 21 punti proclama i valori alla base della progettazione, raccoglie spunti di confronto e dialogo per condurre alla crescita progettuale e al confronto. a questo proposito, ha aggiunto Mario Nanni, ‘studiare il pensiero di tutti i progettisti è ricerca, ispirarsi ad uno solo è copia e plagio’.
La due giorni di Venezia non è stata solo un incontro internazionale sull’illuminazione. riunendo un numero così alto di nazionalità – erano ben 33 quelle rappresentate in platea - professionalità e specializzazioni, questa seconda edizione del congresso si è caratterizzata come evento unico nel settore, grazie a un costruttivo confronto fra partecipanti e relatori. un evento che ha visto la cultura del progetto e dell’uso della luce muovere alcuni importanti passi avanti verso il futuro.
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