18/09/2009 - Inaugurato nel 2007, il nuovo Teatro Comunale di Vicenza è in realtà il frutto di una storia progettuale che parte molto lontano. Dal 1944, anno in cui fu distrutto durante la guerra, ben 36 sono stati i progetti e gli studi per ridare alla città il suo teatro per eccellenza.
Il 2003 segna la svolta, quando viene ripreso il progetto presentato nel 1984 dall’arch. Gino Valle. Passano però ancora quattro anni e diversi stop and go, prima che il Teatro possa riaprire.
Il particolare iter progettuale di quest’opera e il trascorrere di un lungo periodo tra il primo progetto di Valle e quello esecutivo, ha fatto sì che, rimanendo salda l’impostazione architettonica, si sia reso necessario aggiornare la parte impiantistica e tecnologica, tra cui l’impianto elettrico e di illuminazione.
Nell’intento di Valle le sale dovevano essere ritmate da scenografici nastri di luce indiretta, la cui fonte doveva essere nascosta nella contro veletta formata dai pannelli acustici. I costi di installazione e soprattutto di manutenzione rappresentavano tuttavia un punto critico vista l’altezza degli ambienti e la loro conformazione.
La committenza ha inoltre richiesto un impianto dai ridotti costi di esercizio e che permettesse sia la regolazione dell’intensità luminosa, sia una semplice gestione dei diversi scenari previsti nella vita di un teatro. Quali fonti di luce utilizzare dunque e come regolarle?
La risposta a questi quesiti è arrivata dalla collaborazione tra diverse professionalità che hanno individuato nelle barre a LED la soluzione ideale per il loro basso consumo e lunga durata e conseguente quasi assente necessità di manutenzione. La regolazione dell’intero impianto è stata affidata al TouchPanel di Helvar, che posto sul palco permette con pochi semplici gesti di modulare l’intensità luminosa in sala e di intervallare i diversi scenari luminosi.
Luci e colori di un teatro contemporaneo
Valle ha fatto scelte precise per le sale, sia a livello cromatico che di illuminazione. Le pareti tinteggiate di nero annullano i riferimenti spazio-temporali e “teatralizzano” l’intero ambiente, mentre i nastri di luce scandiscono lo spazio, sottolineano l’andamento conico della sala e convogliano lo sguardo verso il palco.
Per ottenere l’effetto desiderato sono stati previsti due tipi di illuminazione: linee di luce che si diffondono dalle quinte sul soffitto e sulle pareti laterali a cui si alternano righe di faretti alogeni incassati nel controsoffitto.
Per quanto riguarda la scelta dei corpi illuminanti delle velette, fin da subito si è pensato ad apparecchi prodotti ad hoc che utilizzassero lampade di ultima generazione di lunga durata e dimensioni ridotte, e che potessero inoltre essere regolate.
La conformazione della sala poneva tuttavia il problema della loro installazione e manutenzione. Le velette laterali arrivano infatti fino a 17 metri di altezza al di sotto dei quali si trovano i gradini e le poltrone. In queste condizioni la manutenzione dell’impianto risulta non solo complessa ma anche molto costosa, dovendo prevedere la rimozione temporanea delle poltrone e l’ausilio di professionisti free climber.
Per ovviare a questo problema lo studio TiFS, titolare del progetto impiantistico, ha vagliato diverse strade. La soluzione è arrivata grazie a un lavoro di team che ha visto coinvolti l’ingegner Zannier dello studio TiFS, Rinaldo Sutti della società CREA e gli esperti di Helvar.
La scelta finale ha previsto l’utilizzo di barre a LED che si contraddistinguono per basso consumo e lunga durata (50.000 ore di utilizzo) riducendo così drasticamente la necessità di manutenzione.
La gestione della luce
L’impianto di illuminazione è stato impostato per permettere l’accensione separata delle file di corpi illuminanti e la regolazione dell’intensità luminosa sia dei LED che delle alogene. Questo permette di creare scenari con diversa intensità luminosa che assecondano i diversi momenti di vita della sala
L’avvicendarsi delle diverse scene viene gestito attraverso un TouchPanel Helvar posto nella zona del palcoscenico. Per agevolare il lavoro del personale del teatro a ogni scena pre-impostata è stato associato un nome intuitivo: ingresso (quasi tutto acceso), proiezioni, oratore che parla (accensione delle file anteriori), spettacolo, applausi (sala spenta), applausi ripetuti (poca luce in sala per permettere agli attori di vedere gli spettatori), pulizia e allestimento (LED al 100% e alogene molto basse per avere bassi consumi).
Grazie quindi a un unico sistema è possibile controllare le lampade alogene, regolate da 0% a 100%, e caso ad oggi ancora piuttosto raro anche le barre a LED, la cui potenza viene variata dal 100% al 20%. Su richiesta dei progettisti, per allungare la vita delle lampade alogene e contenere ulteriormente i costi di manutenzione, Helvar ne ha programmato i regolatori per ridurre la tensione di alimentazione.
HELVAR su Edilportale.com
SCHEDA PROGETTO
Oggetto: Teatro comunale con una sala da 910 posti e un ridotto da 390 posti
Luogo: Vicenza
Committente: Comune di Vicenza
Dati dimensionali: 5.500 m²
Progetto architettonico preliminare, definitivo, esecutivo e direzione artistica: Studio Valle Architetti Associati (Gino Valle fino al 2003, Pietro Valle dal 2003) con Marco Carnelutti e Roland Henning
Team: Carlo Mauro, Paolo Turco, Walter Vidale e Robert Zizzutto
Progetto elettrotecnico, illuminotecnico e direzione lavori: TiFS ingegneria S.r.l., Padova
Installazione: Gaetano Paolin Impianti SpA, Padova
Sistema di illuminazione: Light Contract, gruppo FLOS (barre a LED custom made e faretti alogeni), Simes (faretti a LED segna passo)
Sistema di gestione della luce: TouchPanel Helvar per il controllo di 500 metri di barre LED e lampade alogene a soffitto dimmerabili.
|