03/02/2012 - Immagini di progetti, riflessioni e confronti. All’Expo Riva Hotel di Riva del Garda, la fiera dedicata al mondo dell’ospitalità professionale, Oikos dà la parola agli architetti per parlare di luce e colore. Elementi fondamentali per ristrutturare e creare ambienti di grande impatto estetico anche con un budget contenuto, ma anche strumenti ideali per una progettazione a basso impatto ambientale. Un’esperienza chiave quella narrata da Daniela Rossi Cattaneo, che racconta le fasi del progetto di un albergo in Russia in cui l’uso del colore ha dato risultati estremamente suggestivi pur permettendo di tenere i costi sotto controllo. Colore, luce e materia ritrovano, nelle conversazioni, il loro ruolo essenziale nel percorso del progettista.
Proprio a riflessione sul rapporto tra luce e materia, lo studio sul colore, al centro del lavoro e della ricerca di Oikos da tre decenni, è stato uno degli elementi centrali delle tavole rotonde di lunedi 30 gennaio. Luce, colore e materia sono centrali in ogni progetto, strumenti di grande efficacia espressiva e funzionale, a patto di poter contare su un progetto valido, per evitare, per esempio, il rischio suggerito dallo studio Simonetti e associati, di abuso e inquinamento visivo, soprattutto nell’uso del colore che, come ha ricordato Lucy Salamanca, è sempre segno del tempo.
C’è di più. L’interazione tra luce, colore, e materia, ha in sé un forte potenziale di sostenibilità. La luce naturale, elemento chiave del progetto, permette risparmio economico ed energetico. Del resto, come ricorda l’architetto Lucchese, l’interazione della luce con la qualità dell’ambiente circostante, dunque con la materia, contribuisce in modo decisivo a creare maggiori prospettive espressive al progetto. Assorbimento e riflessi: come nella ricerca Oikos.
Ma a Riva Expo si parla di ospitalità. Per questo la riflessione nelle conversazioni con Oikos, spinge ad affrontare la questione della qualità del progetto. Fabio Rotella ha sottolineato che prima di ogni altra cosa, un albergatore dovrebbe chiedersi cosa vuole comunicare a chi entra: bisogna pensare all’uomo come individuo, quindi, fare progetti su misura contrastando l’appiattimento estetico che dilaga anche nell’architettura negli ultimi anni. E benessere non significa solo mettere a disposizione una spa: il benessere nasce già dall’esterno della struttura, nel modo in cui l’edificio dialoga con il territorio, per esempio. Benessere significa fare interventi non invasivi, ma che migliorano l’ambiente circostante, significa scegliere con responsabilità i materiali, puntare al riuso e al risanamento degli edifici, rispettare la storia di ogni luogo, come nel caso raccontato da Luisa Bocchietti, adottare comportamenti etici. Si tratta di tornare a considerare l’uomo nel suo complesso e non più soltanto come un cliente o utente. Si deve cercare una maggiore qualità già a partire dalle relazioni tra le persone, come ha sottolineato Stefano Rigoni dallo studio PRR. Si deve produrre, costruire, pensare in modo non solo sostenibile, ma sensibile all’uomo e all’ambiente, come dal 1984 fa Oikos.
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